Stasera a Selinunte il grande giornalista e scrittore Attilio Bolzoni
Si parlerà di mafia, questa sera mercoledì16 luglio con inizio alle 21,15, nell’appuntamento conclusivo a Un PENSIERO con gli autori, la rassegna letteraria che ogni estate si svolge nel giardino di PENSIERO CONTEMPORANEO, sede dell’associazione Selinunte Cunta e Canta che organizza l’evento.
L’occasione ce la darà l’ultimo libro del giornalista Attilio Bolzoni, Immortali: perché la mafia è tornata com’era prima di Giovanni Falcone (Fuori Scena). In Italia c’è sempre più mafia e ci sono sempre meno mafiosi. Dalle stragi sono passati oltre trent’anni e la Sicilia oggi si mostra felice, esotica, come un’isola da cartolina. Palermo è tornata Palermo: lontana, silenziosa, seducente, con tutti i suoi piaceri e i suoi misteri.
Non si spara più e ci dicono che lo Stato ha vinto. Catturati uno dopo l’altro i boss più importanti, sono rimasti liberi, spesso incensurati, solo coloro i quali li hanno sempre appoggiati dall’esterno. Questa rete, composta innanzitutto da imprenditori, poi da commercialisti, avvocati, notai, da amministratori locali e alti burocrati, da broker, negoziatori, da esperti del lavaggio del denaro o di architetture finanziarie per nasconderlo, rappresenta la borghesia mafiosa. È quella che comanda oggi in Sicilia.
I mafiosi hanno un nome e un cognome, un volto, un indirizzo, un gruppo sanguigno, una scheda segnaletica, condanne e obblighi di legge. La borghesia mafiosa al contrario è un’entità eterea, impalpabile, ignota: non lascia mai impronte. Ogni epoca ha la sua mafia e anche quella in cui viviamo ne ha una: è «la mafia degli incensurati». Attilio Bolzoni racconta un’Italia che, ancora una volta, ha perso la memoria, e ripercorrendo gli ultimi dieci anni, ci scaraventa in un passato che credevamo chiuso per sempre, con la giustizia e l’antimafia che sembrano tornate ai tempi prima del Maxiprocesso e di Giovanni Falcone.
Nascosta dietro ai tamburi di guerra che minacciano l’Europa e il mondo, coperta dalla distrazione ormai pervasiva sui media, secondo i quali non fa notizia, se non quando scattano arresti di personaggi che ormai vivono da emarginati nella trama reale del potere criminale, la mafia si è ripresa il potere. È più che mai necessario un nuovo racconto per smascherarla.
A dialogare con Bolzoni saranno il giornalista Egidio Morici e l’avvocato Armando Sorrentino, avvocato di parte civile nei processi dei delitti politici Reina, Mattarella, La Torre e in quelli per la strage di Capaci e nel Borsellino ter. La manifestazione fa parte delle Rete dei Festival Letterari del Trapanese https://bibliotp.regione.sicilia.it/opac/article/festival-e-rassegne-2025/festival-2025 e ha il patrocinio del Parco Archeologico di Selinunte, del Comune di Castelvetrano (comune Città che Legge 2024-2026, qualifica assegnata dal Ministero della Cultura), ed è organizzata in collaborazione con la Rete Museale e Naturale Belicina
Attilio Bolzoni ha iniziato la sua attività giornalistica alla fine degli Anni Settanta come cronista al quotidiano L’Ora di Palermo. Dal 1982 è a Repubblica. Per più di trentanni ha raccontato la Sicilia e la sua mafia. Ha firmato numerose inchieste sul Mezzogiorno d’Italia e reportage dai Balcani e dal Maghreb, da Kabul dopo l’11 settembre e da Bagdad dopo la caduta di Saddam Hussein. Autore di testi teatrali (Words of Honour, The mafia exposed, spettacolo andato in scena nei teatri di Londra, Roma e Parigi), sceneggiatore di mini-serie televisive, regista di documentari sulla libertà di stampa e sulla mattanza dei giornalisti in Messico (Silencio, 2015).
Scrittore, alcuni suoi libri sono stati tradotti in inglese, tedesco e francese. Ha pubblicato con Giuseppe D’Avanzo La Giustizia è Cosa Nostra (Mondadori 1995), Rostagno, un delitto fra amici (Mondadori 1997) e Il Capo dei Capi (Bur Rizzoli 2007). Con Saverio Lodato ha scritto C’era una volta la lotta alla mafia (Garzanti 1998).
Le ultime pubblicazioni: Parole d’onore (Bur Rizzoli 2008), Faq Mafia (Bompiani 2010), Uomini Soli (Melampo 2012). Nel 1991 ha vinto «Il Premiolino», nel 2009 il «Premio Lucchetta» e il premio «E’ Giornalismo» creato da Indro Montanelli, Enzo Biagi e Giorgio Bocca, nel 2013 il «Premio Giuseppe Fava».