​Selinunte. Ritrovato l’adyton del Tempio R: emergono nuovi straordinari dati sull’origine della città

Redazione Prima Pagina Castelvetrano

Il Parco Archeologico di Selinunte annuncia con orgoglio i risultati della nuova campagna di scavo condotta in collaborazione con l’Institute of Fine Arts della New York University e l’Università Statale di Milano, sotto la direzione scientifica del prof. Clemente Marconi.

È riemerso l’adyton del Tempio R, il più antico edificio sacro in pietra della città, risalente alla fine del VII secolo a.C. – un’area di culto profondo, rimasta intatta per oltre 2600 anni. Qui, all’interno del naos, è stato rinvenuto un deposito votivo straordinario, con almeno 300 oggetti tra cui un anello d’argento probabilmente offerto da una donna di alto rango intorno al 570 a.C.

Un gesto rituale che riflette la centralità del culto femminile nella fondazione di Selinunte e il legame con le divinità di Demetra e Kore. Il contesto è quello del grande santuario urbano: gli scavi nell’area SAS Y e SAS W hanno restituito anche un accesso monumentale del V sec. a.C. e punte di lancia ancora infisse nel terreno. Le stratigrafie, perfettamente leggibili, coprono un arco temporale che va dalla fase pre-greca al medioevo, rendendo lo scavo un eccezionale archivio di civiltà.

«Stiamo portando alla luce l’anima più antica di Selinunte, lo spazio attorno cui fu costruita la prima comunità» — dichiara Felice Crescente, direttore del Parco. 

«Prima la porta, poi le mura, ora il santuario: sta tornando alla luce la Selinunte delle origini» — aggiunge l’assessore regionale Francesco Paolo Scarpinato.

 Il Tempio R, già ipotizzato da Dieter Mertens come fulcro precoce del culto selinuntino, si conferma oggi luogo simbolico fondativo, ponte tra spiritualità, architettura e identità della polis.

credits: Sisilab