Ospedale di Castelvetrano:"Ci sono battaglie che non si combattono per interesse, ma per dovere"
Mio padre mi diceva che il nostro ospedale aveva una missione, è nato per una missione. Ci sono battaglie che non si combattono per interesse, ma per dovere. Ci sono strutture pubbliche che non vanno solo “difese”, ma riconosciute per il valore che hanno davvero nella vita delle persone. L’ospedale di Castelvetrano, da più di cinquant’anni, è uno di quei luoghi. L’ospedale di Castelvetrano non è nato per caso. È nato dopo il terremoto del Belice del 1968, una ferita enorme per la Sicilia e per tutta l’Italia. In quel momento drammatico, lo Stato fece una promessa al territorio: non sareste più soli. E mantenne quella promessa costruendo un presidio ospedaliero forte, solido, accessibile a tutti, pensato proprio per garantire assistenza sanitaria anche in caso di nuove calamità.
Da allora l’ospedale ha servito una comunità enorme: non solo gli abitanti di Castelvetrano, ma anche quelli di Campobello, Partanna, Santa Ninfa, Gibellina, Salaparuta, Poggioreale, e persino di alcuni comuni dell’Agrigentino. In tutto, più di 100.000 persone.
Chi vive in questa parte della Sicilia lo sa bene: non è facile raggiungere Trapani, Marsala o Palermo, soprattutto se sei anziano, malato, senza macchina, o con un’urgenza sanitaria. Eppure oggi la rete ospedaliera regionale tende a centralizzare sempre di più i servizi, lasciando che ospedali come quello di Castelvetrano vengano ridimensionati, con meno reparti, meno medici, meno risposte. Ma qui non si tratta di una guerra tra città, non è campanilismo. Si tratta di fare i conti con la realtà: se chiudi o indebolisci un ospedale in un territorio come il nostro, stai dicendo a chi ci vive che la sua salute vale meno.
Oggi l’ospedale di Castelvetrano è in piedi, operativo, ma con sempre più difficoltà, continua a fare il suo dovere, ogni giorno, anche nei momenti più duri, come durante la pandemia. Nel 2023 è stata aperta la nuova sala di Emodinamica, un passo importantissimo per chi ha problemi cardiaci. È una sala moderna, utile, che ha già permesso a tanti pazienti di evitare lunghi e rischiosi trasferimenti. Castelvetrano non è solo “uno degli ospedali della provincia”.
È l’unico!- È stato costruito con criteri antisismici solidi;- Si trova lontano da aree alluvionabili o franose;- E' collegato con l’autostrada A29, facilmente raggiungibile anche dai paesi dell’interno;- È dotato di un eliporto attivo e notturno.
Se domani ci fosse un’emergenza vera, Castelvetrano è uno dei pochi ospedali in Sicilia occidentale in grado di reggere il colpo, accogliere pazienti, salvare vite. È in una zona sicura, non soggetta a frane o alluvioni, facile da raggiungere sia dall’autostrada che dai comuni dell’interno. E ha anche un eliporto, che può essere usato per trasporti d’urgenza via aria, quando le strade sono bloccate. Ha davvero senso continuare a depotenziare un presidio così importante? Davvero, io non riesco a comprendere questa logica in politichese.
L' ospedale di Castelvetrano è un presidio strategico.Quando succedono disastri, terremoti... alluvioni, incendi, non ci sono sigle, classificazioni o burocrazie che tengano. In quei momenti, contano solo le cose vere: un posto sicuro, accessibile, attrezzato, dove portare i feriti, dove chi ha bisogno possa essere curato in fretta, senza dover fare decine di chilometri.Chi conosce l’ospedale bene come me, in ogni suo angolo più nascosto, sa che ci sono spazi ampi, corridoi grandi, aree esterne utilizzabili.
Ci si possono montare tende, installare moduli sanitari, accogliere squadre di soccorso. Potrebbe diventare un centro di raccolta e smistamento, da cui mandare i pazienti verso altri presìdi (quando possibile) oppure gestire i casi più gravi direttamente sul posto. Avendo l’eliporto e una connessione veloce con l’autostrada, potrebbe essere il nodo centrale per i trasferimenti in entrata e in uscitaNon dimentichiamoci che dopo ogni emergenza, ci sono persone che restano fragili. Chi ha malattie croniche, chi ha bisogno di farmaci quotidiani, chi non può più tornare a casa, chi ha perso tutto.
L’ospedale di Castelvetrano può essere un punto di assistenza anche nella fase post-emergenziale. In sinergia con la Casa della Comunità in costruzione, può prendersi cura delle persone in modo continuativo.Bisogna metterlo nero su bianco nei piani della Regione: Castelvetrano deve essere considerato un presidio sanitario di riferimento in caso di calamità.L' ospedale di Castelvetrano è nato da una tragedia che tutti abbiamo ancora viva nel ricordo, è nato come diceva mio padre per compiere una missione.
La politica non ha alcun potere etico-morale per sottrarre il nostro ospedale da questa missione perché, i disastri accadono inaspettatamente, sono accaduti e accadranno, anche senza una visione politica.
Serena Navetta