Nel giorno delle donne Alice non si ferma. La terza parte della storia vera raccontata da Elena Manzini
Nel giorno in cui anche Castelvetrano ricorda la giornata internazionale contro la violenza sdulla donna con la collocazione di una panchina rossa, con un flash mob ed uno spettacolo a partire dalle 17.30 nel Sistema delle Piazze vi proponiamo la terza parte della storia vera di violenza subita da Alice, scritta da Elena Manzini Ero indecisa se scrivere ancora delle violenze subite da Alice, quasi schifata nel risentire l'intervista, rivoltante sentire la manipolazione psicologica e le percosse a cui è stata sottoposta da un padre.
Certuni si sono poi indignati, perché con l'intervista vengono "messi in piazza" gli affari di famiglia. E la chiamano famiglia? Altri che assolutamente vogliono starne fuori...Trattasi di parenti...In questo nuovo secolo è allucinante tutto questo. Allucinante perché si fanno manifestazioni per difendere le donne dalla violenza e magari tanti di coloro che vi partecipano, quando poi vi è la possibilità di dare un aiuto concreto sono i primi a darsela a gambe levate. Ah già, non sarebbe il paese di Omertopoli.
Alice però vuole che se ne parli, vuole che si sappia la sua vera vita, della sua famiglia, di quel padre violento (buono ed affabile fuori casa e terribile tra le mura domestiche). Dalla violenza spesso nasce la violenza. Mi posso spiegare solo così l'atteggiamento del padre di Alice, pensando al fatto che lui stesso da bambino sia stato a sua volta vittima. E me lo conferma Alice. La nonna paterna, aveva un carattere forte, una sorta di desposta. Alice ricorda quei momenti in cui da bambina la andava a trovare, ma lo fa con un certo distacco, quasi quella donna non facesse parte della sua famiglia tanto era distante il loro modo di vedere la vita.
"Qualche volta quando io andavo a fare visita a mia nonna, di prassi mi parlava male di mia madre. Usciva sempre un argomento, che all'età di 10-11 non comprendevo cosa intendesse. Il sesso. La sua frase di rito era: * Ti pare giusto che tua madre si nega a tuo padre? *. Io rimanevo allibita e mi chiedevo cosa intendesse con quella frase. Non sapevo cosa rispondere." Come si evince, non è normale che una nonna rivolga tali frasi ad una bambina. “Mio padre per fortuna non ha mai avuto manie dal punto di vista sessuale.
Con l’andropausa ed i normali problemi maschili che sorgono è riuscito a scandalizzarmi se non schifarmi. Un giorno, circa 3-4 anni fa, mentre mi trovavo a Selinunte (ero ancora col mio ex marito), mentre stavo raccogliendo le mie cose essendo in fase di separazione arrivò mio padre. Oltre alle solite invettive contro mia madre, se ne uscì con la frase: “ Ma ti pare giusto che tua madre neanche mi tocca e mi stimola?””. Il paese è piccolo…la gente mormora…ma nessuno osa far nulla.
Vorrebbe dire assumersi delle responsabilità, mettersi in gioco, più comodo girare la faccia dall’altra parte. Ho chiesto quindi ad Alice, se qualcuno dei familiari sapeva di tutta questa situazione. “Sapevano tutto. Per loro è normale. Suo fratello mi disse che mio padre è normale e che ha solo un brutto carattere come il mio”. In sostanza in Alice vedeva se stesso riflesso. Un altro episodio, degno di nota, perché in questo caso si rasenta il ridicolo, ma quel che è più preoccupante che si fa ricorso allo spiritismo.
“L’anno scorso (2018) mio padre mi colpì con la stampella un braccio che si gonfiò. Corse mio zio a soccorrermi. Gli dissi che volevo correre dai Carabinieri a denunciare. Non lo feci perché significava smuovere quello che ora si sta smuovendo e psicologicamente non ero pronta per sopportare tutto quanto sta accadendo. Mio zio se ne uscì con un discorso surreale – Sai perché tuo padre è così? Perché in questo palazzo, che ha fatto tuo nonno che era un usuraio, qui ci faceva le sedute spiritiche ed evocava il demonio.
Quindi questo palazzo è spiritato. Quindi lui ha gli spiriti che sono in questo palazzo –“. Ovvio che la mia domanda è nata spontanea: “Ma tuo padre faceva qualche riferimento nei suoi discorsi sugli spiriti?” “ Lui spesso ripeteva che il palazzo era stato fatto con i chiodi e non con il cemento. Perché secondo lui c’erano cose malefiche, mia nonna era una persona malefica. Lui dice che fa sogni strani e se accade qualcosa di brutto lo attribuisce ai sogni.
Una volta, mia nonna materna, aveva 90 anni, la portarono a fare una visita per l’invalidità. Lei disse qualcosa al medico che a lui (mio padre)non piaceva. La zittì. Ma lei per tutta risposta rispose: - Auguro a te di patire quello che ho patito io! -. E lui attribuisce a quella frase una sorta di maledizione.” Alice è un fiume in piena nel raccontare gli episodi che resteranno indimenticabili nella sua vita. Si sa poi il fiume quando varca gli argini travolge tutto…In questo caso molti di coloro che sapevano e non hanno fatto nulla si sentiranno tirati in causa, saranno irritati, si allontaneranno ancora di più da Alice o magari quel lumicino di coscienza nascosto in fondo al cuore inizierà a farsi sentire.
Alice però non è sola in questo suo cammino. Se da una parte, non si è dato seguito al cosiddetto “Codice Rosso” dalle autorità preposte, dall’altra si sta scatenando molta solidarietà, con soddisfazione devo dire maschile anche. (fine terza parte SEGUE) Elena Manzini