Migliaia di castelvetranesi dicono basta alla mafiosità, sarà un fuoco di paglia o l’inizio di una rivoluzione silenziosa?

Redazione Prima Pagina Castelvetrano

Qualcuno negli ultimi giorni si è accorto che da piazza della Repubblica manca la bandiera tricolore, eppure ne avevamo già scritto lo scorso 18 aprile,  potrete leggere qui l’appello che facemmo al commissario straordinario dottor Salvatore Caccamo per rimuovere quello straccio sporco e strappato: https://www.primapaginacastelvetrano.it/la-bandiera-strappata-ed-umiliata-le-attivita-che-chiudono-il-paradigma-di-una-citta-allo-stremo/ Ma il  9 maggio scoprimmo che non essendo quello un luogo istituzionale non poteva ospitare alcun tricolore come potrete leggere qui: https://www.primapaginacastelvetrano.it/la-bandiera-di-piazza-della-repubblica-non-sara-sostituita-benvenuti-a-castelevetrano-paese-delle-rimozioni/ Come se gli uffici comunali del settore cultura che sono ospitati all’interno dell’ex convento dei minimi non sono un luogo istituzionale? Qualche giornalista antimafista scrisse che a vetrocity sollevano questioni di lana caprina come l’assenza di una bandiera, anche se qualche milione di giovani che ha creduto fermamente in quel tricolore tanto da donare la vita perché quel tricolore possa sventolare liberamente, e perché lui e tanti altri possano scrivere liberamente il proprio pensiero, forse non la penserebbe come lui.

Qualcuno nei giorni scorsi si è incazzato per le dichiarazioni infelici del commissario straordinario che hanno etichettato ancora una volta il nostro come un popolo di persone intrise di cultura mafiosa, ed ha deciso di dire basta e cominciare a dire la sua mettendoci la faccia. Qualcuno, sempre dall’alto della propria patente di antimafiosità ha ironizzato sul fatto che qualcuno a Vetrocity ogni tanto se la sente, qualcun altro ha bollato la cosa come poco più che ridicola, salvo poi dedicargli spazio quando si è accorto che migliaia di castelvetranesi avevano colto il grido lanciato dall’avvocato Mariella Cardinale, ed altrettanti hanno scelto di cambiare la propria immagine del profilo social con la cornice proposta da Nino Centonze che riporta l’hashtag lanciato dalla Cardinale #sonocastelvetranesemanonsonomafioso.

Nessuno è così ingenuo da pensare che la mafia, il suo schifoso radicamento e gli incalcolabili danni che esso ha provocato e continua a provocare alla nostra splendida città possano essere sconfitti da una frase o da un messaggino, si mettano il cuore in pace quelli che si sono sbellicati dalle risate in questi giorni, ritenendo di essere superiori a quei quattromila ed oltre castelvetranesi che hanno deciso di metterci la faccia, ma ogni fenomeno va analizzato e chi scrive in 43 anni non aveva mai visto una tale presa di coscienza da parte di un popolo che non è sicuramente mafioso, se non in una sua componente numericamente consistente che non saprei quantificare, ma che spesso aveva preferito girarsi dall’altra parte per quieto vivere.

Oggi non è più cosi, quel popolo spesso invidioso e ipocrita ha capito che deve metterci la faccia e lo ha fatto senza paura e sono certo che lo farà ancora nel corso di altre iniziative pubbliche che ci risulta siano già allo studio e che vedranno uscire fuori la parte migliore di questa terra che, seppur colpevole di aver dato i natali e forse protetto il killer Messina Denaro, oggi è stufa di pagare il fio per colpe altrui ed ha deciso di uscire dal guscio. Anche il viaggio più lungo comincia con il primo passo e quel primo passo, si mettano il cuore in pace i detrattori professionisti, è stato fatto, speriamo che chi è stato così bravo a raccontare il peggio di Castelvetrano, sappia nei prossimi mesi leggere e raccontare il meglio che uscirà.

Noi ne siamo convinti, Castelvetrano non ci deluderà. Alessandro Quarrato Mi piace concludere questo pezzo riportando integralmente la lettera che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato a tutti i Prefetti d’Italia, perché sia letta anche da chi si spende per riportare la sacrosanta legalità , senza dimenticare però che quel popolo è fatto di persone che meritano di conservare la propria dignità:   Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Festa della Repubblica, ha inviato un messaggio ai Prefetti d'Italia, affinché se ne facciano interpreti nelle iniziative promosse a livello locale nella ricorrenza del 2 giugno: «Cari Prefetti, in occasione della ricorrenza della scelta repubblicana, rivolgo il mio saluto a voi e a quanti svolgono pubbliche funzioni nelle diverse aree del Paese. Nel vostro impegno al servizio della comunità, nel rapporto con le persone e le formazioni sociali, con le istituzioni locali, nell'azione quotidiana volta a garantire la serenità della convivenza, si rinnovano i valori di libertà, democrazia e solidarietà cui si ispira la Repubblica. La testimonianza viva di quei valori e della loro attualità percorre le celebrazioni del 70° anniversario dell'entrata in vigore della Costituzione, che nei vari territori - anche su iniziativa delle Prefetture - ripropongono a vecchie e nuove generazioni il significato di essere parte di una comunità. L'impegno volto a garantire il buon andamento e l'imparzialità della pubblica amministrazione e a rafforzare la fiducia dei cittadini nell'operato delle istituzioni, è essenziale ed è condizione per favorire la più ampia partecipazione democratica alla vita del Paese contro le tentazioni dell'indifferenza e del disimpegno. Il bene della coesione sociale, alla cui tutela si rivolge una parte importante della vostra attività, si consolida con le scelte di corresponsabilità e di cittadinanza attiva che ciascuno è chiamato a operare nell'interesse generale. Tensioni e prove trovano nel quadro delle istituzioni repubblicane piena possibilità di espressione e composizione, in una nazione unita e solidale. L'attenzione - declinata dai Prefetti nel dialogo costante con i Sindaci e le collettività locali - verso i fattori di disagio e disuguaglianza rende la nostra società più forte, grazie a interventi coordinati sui temi delle periferie, delle marginalità, delle nuove povertà, e la promozione di forme più avanzate di solidarietà verso le fasce deboli della popolazione, le famiglie in difficoltà, i giovani senza lavoro, gli anziani. Allo stesso modo, la costante e leale collaborazione fra tutte le componenti istituzionali e sociali chiamate a confrontarsi con il fenomeno delle migrazioni consente di affrontare l'individuazione di soluzioni in grado di garantire legalità, accoglienza e integrazione. Le prospettive di progresso e benessere si rafforzano grazie all'efficace contrasto alle pervicaci forme di criminalità organizzata, malaffare e corruttela che impoveriscono la collettività e pregiudicano la libera concorrenza fra le imprese. Strumenti di prevenzione amministrativa e protocolli sempre più avanzati consentono di intervenire contro i tentativi di infiltrazione ed a tutela della libertà e trasparenza delle attività economiche e contrattuali di pubblico interesse. Il bene della sicurezza è responsabilità comune e tutti abbiamo il dovere di contribuirvi, con comportamenti ispirati alla piena legalità, contro ogni forma di violenza e intolleranza. Efficaci strategie di prevenzione sono in campo, volte a garantire la sicurezza dei cittadini rispetto alle minacce del terrorismo interno e internazionale, che si alimentano nella cultura dell'odio e della violenza. Va arrestato con fermezza ogni rischio di regressione civile in questa nostra Italia e in questa nostra Europa, affermando un costume di reciproco rispetto, mettendo a frutto le grandi risorse di generosità e dinamismo dei nostri concittadini. Con l'auspicio che il 2 giugno possa essere in ogni territorio l'occasione di una rinnovata condivisione dei principi e degli ideali repubblicani, rinnovo gli auguri di buon lavoro a voi Prefetti e a quanti con voi celebrano la Festa della Repubblica».