Lina Stabile una guerriera che crede nella sua città, si racconta ad Elena Manzini
"Castelvetranesi & C. - Lina Stabile" Conoscendo via via Castelvetrano scopro che sono le donne ad avere quel quid che le porta ad emergere in una società che ai più è sempre apparsa maschilista. Diverse sono le donne che ho intervistato, oggi è la volta di Lina Stabile, una Donna che se c'è qualche battaglia da fare per il bene del suo paese, del suo popolo non si tira di certo indietro. Chi è Lina Stabile per Lina Stabile? Lina è una donna, una mamma, molto testarda, caparbia ed impulsiva con un carattere non certo facile da gestire per chi le sta vicino e le vuole bene.
Lina ha dei valori imprescindibili che sono i pilastri della sua vita, la famiglia, l’amicizia ecc. Ha un forte senso di appartenenza al territorio ed è fiera di farne parte con azioni volte al miglioramento dello stesso, attraverso battaglie in cui crede fermamente .E’ un'amica ma per pochi selezionatissimi amici. Orgogliosa di essere Castelvetranese oggi e sempre . Sei una mamma ed una moglie, hai molti interessi e ti occupi di molte cose. Come riesci a conciliare il tutto? Riesco a organizzarmi sia perché mio figlio è coinvolto sia nel mio lavoro che nelle mie varie attività proprio in casi eccezionali non è con me, lui è spesso presente in ufficio e nelle varie riunioni a cui partecipo.
Tutto ciò è possibile perché ho una famiglia ed un compagno che mi supportano e mi sopportano come meglio possono. Sei di Castelvetrano ma grazie al tuo lavoro hai potuto operare in altre realtà che hanno avuto uno sviluppo. Cosa manca a Castelvetrano affinché possa giungere ad uno sviluppo come tante altre località siciliane? A Castelvetrano manca un progetto di sviluppo che tenda a mettere il paese al centro dei bisogni della popolazione residente nella Valle del Belice, rafforzando i collegamenti e quindi la mobilità delle persone che, in questo modo, potrebbero trovare nella nostra città, tutti i servizi di rango superiore che (per motivi di evidenti economie di scala) non trova disponibili nei comuni più piccoli.
Ti faccio 2 esempi: Uno positivo. Nella zona commerciale, determinate superfici di vendita vengono a fissare la propria localizzazione in quanto inseriti all’interno di un polo di attrazione di rango sovracomunale (che va oltre i 40 minuti auto) in cui tutte le offerte commerciali fanno sistema tra loro. In questo senso gli abitanti dei comuni vicini possono trovare a Castelvetrano la possibilità di fare acquisti a condizioni (prezzi ed assortimento) paragonabili a quelle delle grandi metropoli, perché grande è il suo bacino di attrazione.
Uno negativo. L’ospedale, in quanto, pur avendo un bacino di utenza potenziale di 120.000 utenti, per effetto delle decisioni politiche è stato di fatto mortificato, attraverso la riduzione dei livelli di servizi che esso è capace di erogare. Di conseguenza, l’ospedale, cessa di svolgere il ruolo di attrazione nei confronti della popolazione residente nei comuni limitrofi che, per soddisfare i propri bisogni di salute è pertanto costretta a spostarsi fuori dalla Valle del Belice.
Mancando una visione di medio e lungo termine, viene a mancare una chiave interpretativa degli accadimenti che possa orientare le scelte ed i comportamenti del sistema economico e politico locale. Come dovrebbe essere la "tua" Castelvetrano? La mia Castelvetrano, deve tornare ad essere la piccola Palermo della Valle del Belice, che dialoga e programma con i Comuni limitrofi, anche attraverso il rafforzamento in chiave programmatoria dell’Unione dei Comuni della Valle del Belice.
Collaborazione in sostituzione alle polemiche sterili ed al campanilismo spicciolo. Pensiamo a quello che potremmo fare e non critichiamo quello che gli altri (a differenza nostra) hanno saputo fare. A tal proposito, mi piace pensare a Castelvetrano come al centro storico di una città metropolitana: La Valle del Belice. Cittadini e politica: vicini, troppo vicini o viaggiano paralleli? Siamo agli opposti. Vi è una vera contrapposizione tra i pochi che cercano (ad ogni costo) una loro personale visibilità e i molti che si sono rassegnati e non reagiscono più.
Nelle ultime elezioni l’affluenza è stata deludente: occorre recuperare il rapporto di fiducia tra la politica e gli elettori.
I giovani scappano prima per studiare e dopo per trovare un lavoro che permetta loro di organizzare la propria vita di cittadino. Al fine di bloccare l’emorragia di persone non esistono alternative alla creazione di nuove imprese nei settori privati e quindi di nuovi posti di lavoro. In questo, l’Amministrazione Comunale può assumere un ruolo determinante, potendo, attraverso interventi mirati (es. attraverso la modifica del PRG e dei regolamenti comunali) stimolare direttamente la ripresa di alcuni settori dell’artigianato produttivo (Es.
Ristrutturazioni, efficientamento energetico dei fabbricati ed adeguamento normativa antisismica), quali la piccola edilizia. Inoltre, occorrerebbe stimolare la crescita dei livelli qualitativi del nostro agroralimentare, attraverso provvedimenti che stimolino l’associazionismo tra le imprese e la progettazione di filiera. Castelvetrano, Selinunte e Triscina dovrebbero essere amalgamate ed invece pare che siano tre realtà completamente slegate tra di loro. Come si potrebbe creare quel concetto di unione fra le tre località? Se per amalgamare si intende collegare in modo più efficace il centro abitato con le borgate, allora la risposta sta ancora una volta nell’incremento della mobilità interna,non solo con riferimento al Comune di Castelvetrano e relative frazioni, ma con riferimento al sistema della Valle del Belice nel suo complesso.
Come la vedo io, all’interno di una ipotetica città metropolitana che coincida con la Valle del Belice, un abitante di Gibellina, con i soli mezzi pubblici ed in temi ragionevoli, dovrebbe poter (se vuole) andare a fare il bagno a Triscina, così come andare a fare acquisti al Centro commerciale, o visitare il Parco archeologico. Questo è possibile solo in una programmazione integrata di sistema che rende la Valle del Belice paragonabile ad una città metropolitana. Pensare in grande, è questo quello che dobbiamo fare.
Ora come ora, perché un turista dovrebbe venire a Castelvetrano (Selinunte col Parco Archeologico a parte)? Ora come ora a Castelvetrano non viene quasi nessuno se non per una permanenza media di una notte e mezza giornata. Inoltre purtroppo, devo riscontrare che non esiste una cultura dell’accoglienza giacché i turisti sono considerati polli di spennare; Il pane ai cereali, a Selinunte, è costato a un turista 6 euro a kg, quel turista, in quanto essere pensante e non pollo scappa e non torna più.
Castelvetrano ha molte potenzialità ed attrazioni ma fino a quando non sarà radicata la cultura dell’accoglienza restano solo bellezze fruibili a pochi. Come vedi il futuro di Castelvetrano più prossimo? Il futuro più prossimo di Castelvetrano, oggi, lo vedo incerto ma spero che in breve tempo Castelvetrano diventi il centro storico della città metropolitana “VALLE DEL BELICE”. Elena Manzini