La scuola inizia. A Gaza è già finita

Redazione Prima Pagina Castelvetrano

Settembre porta con sé il consueto rito del ritorno a scuola. Nelle nostre città, i bambini varcano i cancelli degli istituti al suono della campanella con zaini colmi, libri e quaderni nuovi, sorrisi pieni di attesa. È per loro il tempo della scoperta, della crescita, dei sogni che prendono forma tra i banchi. A Gaza, invece, quella campanella non suona più. Le scuole sono macerie, rifugi improvvisati o silenziosi cimiteri. Migliaia di bambini sono scomparsi. Altri sopravvivono tra fame, paura e bombe.

È inaccettabile che, oggi, nel 2025, ci siano bambini a cui viene negato il diritto di studiare, di giocare, di vivere. Vergognosa è l'inazione di tanti governi dell'Occidente cosiddetto democratico, che assistono inerti al terribile genocidio che si sta consumando in Palestina.É compito della scuola insegnare prima di tutto a essere umani. A costruire ponti, non muri. A riconoscere nell’altro un fratello, non un nemico. Iniziamo, perciò, il nuovo anno scolastico con questo spirito. Con la consapevolezza che educare non è solo trasmettere sapere, ma formare coscienze capaci di scegliere la pace, la giustizia, la solidarietà.

Come disse Malala Yousafzai, premio Nobel per la Pace: “Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo.”Buon anno scolastico a tutte e a tutti, e che la pace possa abbracciare ogni terra, ogni popolo, ogni bambino.

Maurizio Balsamo

insegnante