Il ricordo di Mary nelle parole di Enza Viola
In questi giorni bui, Castelvetrano si è trovata a guardare in faccia una verità dolorosa: la violenza può abitare accanto a noi, anche nel silenzio delle case che sembrano tranquille. Un femminicidio ci ha colpiti nel cuore. E adesso, il dolore non può restare solo un fatto di cronaca. Deve diventare una coscienza collettiva.
Il vero amore non è possesso, controllo, rabbia o dominio.Il vero amore è ascolto reciproco, cura, parola data e mantenuta, libertà protetta.Oggi più che mai, come comunità dobbiamo interrogarci.Il disagio familiare non ha classe sociale né titolo di studio. Non riguarda solo i più poveri, i più fragili o chi ha problemi riconosciuti. Il disagio può abitare ovunque, anche dietro sorrisi educati e vite apparentemente “a posto”. Per questo non dobbiamo più sottovalutare nessun segnale.
Nessun passo indietro. Nessuna parola mancata.La fragilità non è solo economica o mentale: è anche emotiva, relazionale, invisibile. E va riconosciuta, ascoltata, aiutata.Non basta dire che “lo Stato c’è”. La gente deve vedere che le istituzioni sono davvero d’aiuto, presenti, concrete, umane.Questo è il nostro compito. Questo è l’impegno che chiediamo a tutti: essere una comunità che si guarda, che si ascolta e che non lascia indietro nessuno.Castelvetrano deve reagire. Deve cambiare.
E lo può fare.Non con rabbia, ma con consapevolezza. Non con paura, ma con presenza.Facciamo sì che nessun’altra donna, nessun altro uomo, nessuna famiglia resti sola nel proprio silenzio.Siamo qui. Siamo insieme. E da oggi, ancora di più, saremo vigili per Daniela, Maria e Mery