Il giorno della memoria all’i.c. Lombardo Radice-Pappalardo
Ricordare perché non accada più, è il senso della “Giornata della Memoria”, per commemorare le vittime dei campi di concentramento nazisti. Il 27 gennaio sono stati organizzati centinaia di eventi nelle scuole, per ricordare che la Shoah deve rappresentare un monito per tutta l’umanità contro l’odio razziale, etnico e religioso che ancora oggi insanguina parti del mondo. La memoria è un dovere verso le giovani generazioni, alle quali si deve trasmettere la consapevolezza e la conoscenza del passato affinché non siano private di quel patrimonio morale che è rappresentato dalla continuità della storia dell’uomo.
È in nome di ciò, che l’Istituto Comprensivo “Lombardo Radice – Pappalardo”, nelle rispettive sedi dei plessi “V. Pappalardo” ed “E. Medi” e “G.Lombardo Radice” e “G.Verga”, ha voluto dedicare una settimana al ricordo e nei giorni precedenti il 27 gennaio, con un lavoro preparatorio di ricerca e documentazione da parte degli alunni sulla Shoah e sull’istituzione della Giornata della Memoria, affinché si arrivasse alla sua celebrazione in modo consapevole e per scoperta.
I ragazzi non solo hanno ascoltato con interesse ma si sono resi conto di quanto tragica sia stata questa pagina di storia contemporanea, oltre a comprendere quale triste esperienza abbiano vissuto quelli che all’epoca erano loro coetanei. Lunedì 27, l’Istituto ha concluso la settimana di studio dedicando l’intera giornata alla memoria dell’orrore vissuto fino al 27 gennaio del 1945. Nel corso della mattina tutte le classi 5^ di Scuola primaria hanno dedicato l’attività alla lettura, commento e trasposizione delle testimonianze della Shoah.
Nel plesso “V. Pappalardo” i docenti hanno predisposto un momento di incontro e di riflessione in Aula Magna dove in seguito alla proiezione di un power point dal titolo “la Banalità del male”, che ha fornito spunti per un dibattito, si sono intrecciate la lettura di brani, tra cui Il ciliegio di Isaac, e di testimonianze di sopravvissuti allo sterminio: Primo Levi, Sami Modiano, Liliana Segre e Inge Auerbacher. Sulla base delle sette testimonianze lette, dei sopravvissuti nei campi di concentramento di Auschwitz, Birkenau, con immedesimazione e intima partecipazione, alcuni alunni hanno acceso un braccio della Menorah, uno dei simboli più antichi della religione ebraica, per ricordare le vittime dell’Olocausto.
Ampio spazio è stato dedicato ai bambini con la lettura delle poesie scritte dai bambini del campo di Terezin, la loro successiva rappresentazione grafico pittorica accompagnata con riflessioni personali, quindi la testimonianza delle sorelle Bucci, superstiti dell’Olocausto e testimoni attive della Shoah. Forte l’emozione suscitata, ma non solo per il ricordo del passato: la commemorazione del tragico evento storico ha dato modo di riflettere su alcuni aspetti del nostro presente, purtroppo ancora intrisi di odio con l’allarmante episodio razzista di Mondovì che ha preceduto di alcuni giorni la Giornata della Memoria e l’accenno al fenomeno migratorio che ci ha riproposto il tema di una società multietnica in cui ciascuno deve fare i conti con le proprie paure e con la propria idea di nemico.
Al termine, gli alunni sono stati invitati a scrivere le loro riflessioni che sono state raccolte sul momento.
Vincenzo Curatolo, che ha testimoniato la sua personale conoscenza dei tristi eventi degli anni della guerra e della persecuzione razziale, commentando documenti dell’epoca che ha portato in visione agli alunni, che hanno contrassegnato il suo intervento con lettura e commento dei passi scelti dal libro di E. Mentana “Liliana Segre – La Memoria rende Liberi”. Filo conduttore delle giornate di studio è stato quello di acquisire consapevolezza l’importanza del ricordo, mettendo in luce anche il concetto di indifferenza.
È un sostantivo astratto per l’uomo, non percepibile con i cinque sensi, ma che, ancora oggi, miete vittime. Si è messo a paragone la Shoah come concetto storico di ieri, con le migrazioni, piaga della società di oggi. Ieri gli Ebrei sono stati trucidati nei campi di concentramento, oggi i migranti trovano la loro tomba nel Mar Mediterraneo.