“Dopo 38 anni rischio la chiusura e lo Stato non mi tutela” L’amaro sfogo di un commerciante castelvetranese

Redazione Prima Pagina Castelvetrano

Alberto Tardia è un noto imprenditore castelvetranese che gestisce un negozio di abbigliamento tra i più prestigiosi e  che da quasi 40 anni è un punto di riferimento per la qualità delle firme che ha in vetrina. Le recenti vicende, legate alla chiusura per la pandemia che sta mettendo in ginocchio la popolazione mondiale, e la delusione per i mancati provvedimenti adottati dalla politica per tutelare le imprese ed i piccoli commercianti lo hanno indotto a scrivere un ‘accorata lettera al presidente della Regione Siciliana, On.

Nello Musumeci per segnalare i disagi ai quali la categoria sta andando incontro. La sottoponiamo alla vostra attenzione: "Ill.issimo Presidente Musumeci dopo averle trasmesso i saluti di rito, Le invio questa mia che funge da vero e accorato sfogo nei tempi di CODIV-19, sperando che ne prenda visione. Mi chiamo Alberto Tardia, ho 56 anni, e sono titolare di una attività commerciale nel settore dell’abbigliamento, in quel di Castelvetrano, cittadina tristemente nota. La mia è un’attività familiare storica, avendo 38 anni di vita.

Il mio accorato sfogo ha origine da quello che stiamo vivendo noi commercianti in occasione di questa pandemia e penso di potermi fare portavoce di istanze proprie dell’intera categoria. Nella notte tra l’11 e il 12 marzo lo Stato: • Mi obbliga alla chiusura dell’attività commerciale per motivi di emergenza sanitaria nazionale (iniziativa che condivido e che avrei attuato prima e in maniera più stringente); • Mi comunica, altresì, che per l’occasione si farà carico di sospendere tutti i pagamenti a lui ascrivibili.

• Mi dà la facoltà di sospendere i mutui ipotecari e aziendali. Scusandosi per il danno arrecatomi, mi conforta dicendo “Nessuno rimarrà solo, nessuno rimarrà indietro”. Ma la verità è un’altra!!!! 1) FISCO: non è vero che tutto è sospeso!! Il mio commercialista mi avverte che le rateizzazioni I.V.A. con l’Agenzia delle Entrate, avviso bonario, non rientrano nelle sospensioni previste. 2) Sospensione mutui ipotecari e aziendali: non tutte le banche sono prontamente allineate nell’esecuzione: alcune intervengono rapidamente altre dopo 20 giorni di silenzio rimandano tutto a data da destinarsi, per mancata pianificazione delle procedure di esecuzione, quelle in essere sono astruse e ingarbugliate.

3) La burocrazia in circostanze di emergenza come queste, non snellisce i passaggi procedurali. Nel frattempo, le rate vengono fatte pagare con regolarità. 4) Lo Stato blocca del 100% gli incassi per emergenza nazionale, ma non blocca il 100% dei pagamenti quali: - Fornitori, a tal proposito vorrei ricordare che i fornitori sono da pagare, ma senza incassi non si possono pagare!! - Affitto, è prevista una deduzione del 60% nella dichiarazione dei redditi, ma la mancata liquidità diventa nuovamente un problema.

Personalmente godo dell'affettuosa solidarietà della mia amica affittuaria Inoltre sottoscrivo quello che lei, Signor Presidente, ha denunciato pubblicamente qualche giorno fa che è di uso comune il pagamento di forniture con titoli post-datati. Infatti, di contro a quanto dichiarato dalla redazione del Sole 24ore, in tutta Italia la quasi totalità dei fornitori adotta forme di pagamento in contanti o con assegni post-datati. Tale procedura è agevolata dalle prassi comune a molte banche, di "scontare" tali titoli.

In pratica le aziende versano subito in banca gli assegni post-datati avendone immediatamente liquidità, dietro pagamento di una percentuale di servizio. In conseguenza di ciò, e dopo 38 anni di pagamenti regolari, mi trovo a pregare i fornitori di togliere il titolo dall’incasso, non senza una certa vergogna e mortificazione: alcuni di loro, infatti, acconsentono alla mia richiesta senza esitazione; altri accampano giustificazioni con fare sprezzante, come se la chiusura dell’attività per pandemia fosse una fake-news di mia invenzione.

-Utenze. 5) Liquidità e aiuti immediati per tutte le imprese: Il personale degli Istituti Bancari è ridotto e riceve solo per appuntamento telefonico. Ciò implica ore o giornate al telefono nel vano tentativo di trovare un operatore disponibile a rispondere alle richieste di chiarimenti. Quando, finalmente, ciò accade ed è possibile chiedere notizie su quanto previsto dal governo relativamente alla liquidità immediata, le risposte sono di tal natura: “Ancora non è previsto niente”, “Non si sa niente” oppure “Telefoni tra qualche giorno”; e si ricomincia come in un diabolico gioco dell’oca.

Ad onor del vero in qualche caso mi è stato proposto di aprire qualche pratica dagli importi irrisori, con procedure e tempi biblici, tipici dell’ordinarietà ma in una circostanza di straordinaria urgenza, per altro il costo, in interessi, di tutto ciò verrebbe a me addebitato. Mi sento avvilito ed arrabbiato!!! In questo quadro il doveroso “ #io resto a casa” suona come l’ennesima beffa quando qualcuno aggiunge "comodamente dal divano" beati coloro che lo possono fare!!”.

In conclusione, stando così le cose, sento che la mia attività, come quella di molti altri, è a forte rischio chiusura, ma se ciò dovesse verificarsi dopo 38 anni, per evidenti responsabilità a me non ascrivibili, con rispetto le voglio dire, Caro Presidente, che denuncerò Stato, banche, Fornitori tutti, pretendendo eventuale congruo risarcimento, prontissimo a difendere, in ogni modo, anche fisicamente il mio lavoro, il mio negozio, la mia casa, la mia vita contro chiunque osi attentare a tutto questo! Scusandomi per l’accorato sfogo, spero in una sua considerazione e l’autorizzo ad utilizzare questa mia nel modo che lei ritenga più opportuno." Alberto Tardia Commerciante Italiano