CNA Trapani Pressione fiscale, le imprese del trapanese iniziano a creare reddito solo dall’11 luglio
Le imprese della provincia di Trapani versano in imposte e contributi il 52,7% del loro reddito d’impresa: in pratica devono lavorare193 giorni all’anno solo per coprire il peso fiscale. Questo significa che il cosiddetto “Tax Free Day” – il giorno in cui l’azienda inizia idealmente a guadagnare per sé stessa- scatta soltanto l’11 luglio.
Lo dicono i dati della settima edizione dello studio “Comune che vai fisco che trovi”, relativo al 2024 e realizzato dall’Osservatorio sul fisco della CNA nazionale, che ha analizzato la situazione in ben 114 province.
Soltanto in 10 comuni il total tax rate è inferiore al 50%- Bolzano si conferma sul gradino più alto del podio con una tassazione al 46,3% mentre a chiudere la graduatoria è Agrigento con una pressione fiscale complessiva del 57,4%. Il documento fotografa perfettamente l’elevato livello di pressione fiscale cui devono far fronte le imprese italiane, e che inevitabilmente rallenta la loro crescita.
Il rapporto individua un complesso paniere di tasse e tributi nazionali, regionali e locali, differenziando tra Irpef, addizionale Irpef regionale e comunale, Irap, Imu, Tassa sui rifiuti e Tasi, evidenziando inoltre le differenze tra territori e territori in ragione della pressione esercitata dagli enti locali.
“Questi numeri mettono in luce una situazione che da anni penalizza le piccole realtà imprenditoriali della provincia- dichiarano Giuseppe Orlando e Francesco Cicala, Presidente e Segretario di CNA Trapani- La pressione fiscale, così strutturata, ostacola non solo la crescita, ma anche la sopravvivenza delle imprese, soprattutto quelle artigiane e commerciali che costituiscono l’asse portante dell’economia del nostro territorio”.
“Fare impresa nel nostro territorio è un vero e proprio atto di coraggio. A fronte di tasse altissime, gli imprenditori devono fare i conti anche con l’assenza di infrastrutture adeguate e con servizi ai minimi termini, a partire dai trasporti, per altro penalizzati dalla condizione di insularità, che comporta costi logistici più alti e un minore accesso a risorse e opportunità. Non è un caso se ben 12 mila giovani all’anno abbandonano la Sicilia”.
“È necessario promuovere soluzioni sostenibili- concludono i vertici provinciali di CNA- che puntino ad una maggiore equità, al fine di favorire occupazione, investimenti e sviluppo locale. Le nostre imprenditrici e i nostri imprenditori meritano un fisco più leggero ed equo”.
L’addetta stampa CNA Trapani
Pamela Giampino
in copertina da sx Francesco Cicala e Giuseppe Orlando