Agricoltura e non solo : Butanolo, la nuova frontiera del combustibile?

Redazione Prima Pagina Castelvetrano

Il butanolo è un'alternativa più pulita della benzina prodotta in tutto il mondo fino al secondo dopoguerra, quando la sua produzione da fonti petrolifere si è dimostrata più efficiente rispetto alla fermentazione a partire dal mais e melassa. Ora, utilizzando gli ultimi progressi nella tecnologia di fermentazione e di recupero del prodotto, un team di ricercatori americani dell’ Illinois, spera di suscitare un nuovo interesse per la produzione di butanolo come combustibile biobased. A tale scopo, hanno condotto ricerche per ampliare l'elenco delle materie prime per produrre butanolo, che possono essere utilizzate - dai residui delle colture ricche di fibre come la paglia di grano, la bagassa dolce di sorgo e lo stover di mais, agli scarti alimentari ed ai sottoprodotti di lavorazione come i grani e i solubili essiccati dei distillatori e i "presscake" (i resti frantumati dei semi di lesquerella di cui è stato estratto l'olio).

Tutto ciò rientra nell’intento di creare nuovi mercati a valore aggiunto per le materie prime agricole, soprattutto se possono diventare alternative sostenibili ai carburanti derivati dal petrolio. Le nuove colture di semi oleosi, sono le più “gettonate”: pennycress, cuprea, e lesquerella. Quest’ultima (appartenente alla famiglia delle brassicacee) ha attirato l’attenzione dei ricercatori per l’alto contenuto di acido grasso idrossigeno del suo olio, che è fondamentale per la produzione di lubrificanti, vernici e altri prodotti di alta qualità.

La presscake che ne risulta non può essere somministrata al bestiame a causa delle sue proprietà di blocco dei nutrienti e lo smaltimento in discarica pone un problema di smaltimento dei rifiuti. Questo rappresenta anche un ostacolo alla commercializzazione. Nel presscake, un insieme di carboidrati, si è individuato, però, l’utilizzo per produrre butanolo. Il presscake è pretrattato e trasformato in un brodo arricchito di zucchero che il batterio Clostridium beijerinckii può portare a fermentazione producendo non solo butanolo, ma in misura minore, anche acetone ed etanolo.

Nelle prove di laboratorio, l'approccio ha prodotto 11-14 grammi di butanolo per litro di presscake. La produzione chimica totale (butanolo, acetone ed etanolo combinati) è stata di 19-29 grammi per litro - un aumento di quasi il 67% rispetto all'utilizzo di mais e glucosio per produrre queste tre stesse sostanze chimiche.

litri e, in caso di successo, anche più grandi. Mantenere bassi i costi delle materie prime è la chiave per rendere il butanolo competitivo con la benzina. A 25 dollari la tonnellata o meno, il presscake lesquerella avrebbe un prezzo di vendita di 2,27 dollari o meno a gallone (3,78 l), - circa un dollaro in meno rispetto al sorgo dolce, un'altra promettente fonte di materie prime. Il potenziale di Lesquerella di aiutare al ritorno del butanolo sarebbe anche basato sulla ricerca per la coltivazione e la coltivazione della pianta come coltura bioenergetica dedicata.

Le prospettive non sono così inverosimili, considerando l'ascesa della soia da oscuro foraggio per il bestiame alla fine del 1800 a versatile raccolto oggi, secondo solo al mais. Elena Manzini