Agricoltura e non solo: allarme lanterna maculata

Redazione Prima Pagina Castelvetrano

Autunno, clima più fresco, periodo in cui la Lanterna maculata, insetto capaci di mimetizzarsi tra le foglie degli alberi, inizia a deporre le uova che poi si schiuderanno in primavera. L'insetto produce maggiori danni alle viti, agli alberi da frutto, alle latifoglie. Il parassita fu scoperto e descritto da Adam White nel 1845 come Aphaena delicatula con habitat al di fuori di Nanchino, in Cina. La sua origine è da ricercarsi nella Cina meridionale, Taiwan e Vietnam ,si è col tempo diffuso in tutto il mondo andando a colpire Giappone, Corea del Sud e soprattutto negli Stati Uniti nello stato della Pennsylvania, dove ha fatto la sua comparsa nel 2014, anche in Europa in paesi come la Spagna.

Questo tipo di mosca predilige l’”Albero del cielo” (Ailanthus altissima o Sommacco cinese), pianta che si è ben adattata in Spagna. Rimuovere e distruggere le masse di uova ridurrà notevolmente la diffusione dell'insetto. Esso non attacca i frutti o il fogliame, ma utilizza il suo apparato boccale per nutrirsi delle parti legnose delle piante ( tronchi d'albero o rami e viti): dalle ferite esce la linfa che si unisce alla sostanza secreta dall'insetto (può ferire e mangiare la linfa di più di 65 piante ospiti). Le due sostanze che inevitabilmente si amalgamano attraggono altri insetti (vespe), favoriscono la crescita di funghi come la muffa fuligginosa, che copre le superfici delle foglie e può arrestare la crescita delle piante, talvolta una forte infestazione porta alla morte della pianta.

  Una femmina può deporre fino a 100 uova. Distruggere le masse di uova è il primo passo: raschiarle da qualsiasi superficie (in genere liscia) e porle in una bottiglia o sacchetto con alcool denaturato o disinfettante per le mani. E’ in Pennsylvania (tra le zone più colpite al mondo) che si sta cercando di identificare nuovi marcatori genetici e genotipizzare l'insetto con l’intento di restringere il campo per la ricerca di predatori naturali. Elena Manzini