Una mattina mi sono svegliata ed il mondo era cambiato

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
22 Marzo 2020 08:53
Una mattina mi sono svegliata ed il mondo era cambiato

E una mattina mi sono svegliata e il mondo era cambiato, non si poteva uscire, non potevi più incontrare nessuno. Proibiti i baci e gli abbracci. I negozi, i bar, le attività private, tutti chiusi. Si poteva andare solo al supermercato, al panificio, in farmacia, alla posta  e al tabacchi. Le chiese erano chiuse, non ci si poteva sposare, non si poteva celebrare la messa la domenica, non si facevano più i battesimi e i funerali. Stare insieme era proibito. La gente ogni giorno moriva.

I camion dei militari trasportavano le bare piene di uomini morti soli, senza che, un figlio, un padre, una moglie, una madre, potesse stringerlo per l'ultima volta restare accanto a lui nel momento della morte. Angeli con il camice bianco stavano ore infinite a cercare di aiutare tutti coloro che stavano male, con mascherine e guanti notte e giorno, i loro visi e le loro mani segnati del loro immenso sacrificio. Sentivo ovunque, restate a casa. Sembrava la guerra. Si, ma una guerra diversa da quella dei nostri nonni.

Loro erano partiti per combattere e molti tornavano vittoriosi altri nelle bare altri ...dispersi. A noi non ci avevano chiamato al fronte il nemico ci dicevano di sconfiggerlo restando a casa. I nonni scrivevano lettere per le famiglie spesso non arrivavano o arrivavano dopo mesi, noi potevamo scrivere con il mondo intero. Il nostro nemico era più grande, perché non avevamo ancora scoperto il suo punto debole,  non potevamo sconfiggerlo con un vaccino, ma dovevamo restare a casa, malgrado tutto era il solo modo per  annientato.

Non avevo balconi in casa,  solo finestre, non mi affacciavo mai, non cantavo o suonavo sui balconi, non accendevo né  candele né  lumini. Restavo dentro facevo compagnia al dolore di tutte le donne e tutti gli uomini che perdevano chi amavano, che a causa di un distratto nemico, vedevano andar via in una bara anonima i loro cari, senza potergli dire addio, da soli. Il mio dolore era grande e silenzioso neanche io potevo abbracciare chi amavo tanto. Tanti giorni chiusi in casa a capire e riscoprire quanto le cose banali di ogni giorno siano le cose più belle, a riscoprire di cucinare per tuo figlio che è  lì accanto a te impaurito da questa guerra ma che solo una mamma può aiutarlo a non aver paura, con il suo amore il suo sorriso i suoi abbracci.

Una mattina, mi sono svegliata e il cielo era più blu, gli uccelli cantavano e li potevi sentire perché  non c’erano macchine in giro. Una mattina mi son svegliata e il mondo era sempre lì era la sua gente che non c'era più. Rossella Messina

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