Torretta Granitola, “spiaggiati” esemplari di “velella velella”. Cos’è e perché accaduto.

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
20 Marzo 2019 11:20
Torretta Granitola, “spiaggiati” esemplari di “velella velella”. Cos’è e perché accaduto.

A seguito di una segnalazione di alcuni residenti  abbiamo appresso che qualche giorno fa si è registrata la massiccia presenza di esemplari di “lumache di mare” sulla costa antistante il centro abitato di Torretta Granitola (vedi foto di copertina).  Un caso molto simile, da noi riportato, è avvenuto lo scorso 15 aprile lungo tutto il litorale di Tonnarella, a Mazara del Vallo. Evidenziammo una morìa di massa di questi esemplari e ci interrogammo considerato il caso davvero anomalo, almeno per le nostre coste, sulla specie e sulle cause, naturali o alterazione ambientale, che hanno provocato il loro spiaggiamento.

Si tratta di “Velella velella” (vedi foto 1), comunemente note come “Barchetta di San Pietro”. Sono degli organismi appartenenti allo stesso gruppo delle meduse (Cnidaria). Non sono urticanti per l’uomo. Questi organismi come le altre meduse, appartengono al plancton e come tale vengono inseriti nel contesto di altre forme di vita che non riescono con loro nuoto a contrastare la forza della corrente.

La velella in particolar modo, essendo dotata di “vela”, si sposta anche con il vento che esercita una forza su di essa. La sommatoria del fatto che l’organismo non riesce ad opporsi alla corrente ed al vento, le fa spiaggiare. Il fatto che la si trova bianca é perché perde la parte “molle”, fatta da zoidi (individui che assolvono le funzioni vitali della Velella). Alla Velella si associa spesso il mollusco dalla conchiglia molto fragile dal nome di Janthina pallida. Questo animale si fa trasportare dalla sua preda di cui si ciba.

Riesce a galleggiare perché usa delle bolle che genera e fa aderire al di sotto della Velella. E’ preferibile evitare di toccarsi gli occhi dopo aver preso in mano un Velella velella In merito al fenomeno contattammo anche il prof. Franco Andaloro (vedi foto 2), già responsabile regionale dell’ISPRA (L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) il quale sottolineò: “la janthina, è un mollusco protobranco pelagico, vive in superficie galleggiando.

Si nutre prevalentemente di velelle che sono piccole meduse e quando queste sono tante tantissime aumentano anche le janthine. La vela delle vellele, attraverso delle piccole conchiglie a forma di vela, sono spinte dalla corrente e dal vento. Lo spiaggiamento, con colorazione viola delle spiagge, è dovuto a cause naturali”. Il prof. Andaloro inoltre così aggiunse: “nella tradizione popolare dei pescatori siciliani quando accade un fenomeno del genere si dice che sarà un anno di buona di pesca.

Si tratta infatti di un evidenza di fatti biologici tradotti nella tradizione popolare. Quando i pescatori vedono le spiagge piene di velella pensano che in mare vi sia una buona quantità di organismi nutrienti, una buona ricchezza di plancton e quindi una buona presenza di pelagici e di pesce azzurro che vi si nutre. Quando vi è una buona abbondanza di velella vi è anche produzione di janthine che di solito rimangono in mare trasportate dalle correnti” Perché il fenomeno si è verificato dalle nostre parti? Franco Andaloro ha così spiegato: “Sono fenomeni che si ripetono ciclicamente, ogni 5 e 10 anni.

Comunque negli ultimi anni con la spinta del cambiamento climatico stanno cambiando anche le correnti marine. Quindi potrebbe essere cambiata la corrente. Oppure lo scirocco che in questi giorni ha spirato troppo forte avrebbe spinto le velelle verso terra. Nel Tirreno è un fenomeno molto comune tanto che le spiagge si riempiono di barchette di San Pietro colorano le stesse spiagge di viola”. Francesco Mezzapelle

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