Sulla presunta aggressione verbale agli operatori ecologici, il consigliere Maltese si difende ed attacca l’amministrazione

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
18 Settembre 2020 10:36
Sulla presunta aggressione verbale agli operatori ecologici, il consigliere Maltese si difende ed attacca l’amministrazione

Non si placa la polemica tra Il consigliere comunale, nonchè vicepresidente del Massimo consesso civico,  Ignazio Maltese e la giunta guidata dal sindaco Enzo Alfano. Come è noto Maltese è stato attivista ed organizer del movimento per molto tempo, eletto lo scorso anno nelle file pentastellate , qualche mese fa ha abbandonato il movimento, insieme ad altri due consiglieri, privando di fatto il movimento della maggioranza consiliare. Quest’estate è stato oggetto di critiche ed insulti anche pesanti sui social da parte di un assessore e di molti cittadini per un presunto errore commesso nello smaltimento della raccolta differenziata e per delle frasi che avrebbe pronunciato all’indirizzo degli operatori ecologici.

La questione è approdata in Consiglio Comunale ed ha aperto un ampio dibattito  ed il Consigliere Maltese ci ha fornito, per darne ampia diffusione, il testo del suo intervento che vi proponiamo di seguito:  “Quello che ho da dirvi quest’oggi ha una valenza politica, ma tocca anche qualcosa di personale di cui vorrei mettere a conoscenza questo Consiglio. Per questo motivo cercherò di essere più diretto e sintetico possibile, come si conviene in queste occasioni. Quest’estate siamo stati tutti appassionatamente coinvolti da vari argomenti, alcuni seri, altri decisamente un po' meno.

Oggi vi parlerò di una nota vicenda, che ha interessato le cronache locali e, purtroppo, non solo quelle locali; mi riferisco alla vicenda del “Lei non sa chi sono io”. In data 28 luglio un post su facebook dell’Assessore Manuela Cappadonna esordiva con la frase “Lei non sa chi sono io. Prrrrrr” (penso si tratti finemente di una pernacchia). Lo stesso Assessore Cappadonna proseguiva nei commenti, in risposta ai propri followers incuriositi, con affermazioni del tipo “riro ancora!!! Ma certe cose non si possono sentire!”, “Domani sarà l'argomento del giorno!! Malafiura”, “Alberto Maltese chi malafiura!!! Una figuraccia...” E’ stato questo il primo post che ha dato il via ad una vasta campagna di diffamazione ai miei danni.

Infatti, il giorno successivo (29/7/2020) il medesimo assessore Cappadonna ha pubblicato sul proprio profilo facebook un lungo post nel quale parlava di “due gravi intimidazioni subite dagli operatori ecologici”, svelando che “quanto successo coinvolge un pubblico amministratore”. Ha continuato il predetto Assessore Cappadonna affermando: “Purtroppo questa persona è sfociato nella classica affermazione del "potente" di turno che ha subito affermato "LEI NON SA CHI SONO IO!!!" Ancora il predetto Assessore Cappadonna si è slanciata nella solita morale con frasi del tipo “Ciò è grave e preoccupante perché da un rappresentante istituzionale non ci si aspetta un modo di agire così scorretto, insolente ed impertinente che prevarica ogni forma di rispetto per norme, ruoli e funzioni.” Per finire con le frasi: “E dispiace maggiormente perché non è la prima volta che si macchia di tale boria.” e “Sono desolata per i due episodi accaduti che coinvolge oltre ad un rappresentante istituzionale presumibilmente anche una guardia carceraria.

Sono allibita e delusa di fronte all'arroganza mostrata da persone che dovrebbero rappresentare le istituzioni.” A fronte delle insistenze di alcuni commentatori tesi a che venissero resi noti i nomi, lo stesso assessore Cappadonna rispondeva: “Non tarderanno ad arrivare” ed a fronte di qualche dubbio avanzato, sempre l’assessore rispondeva “Tutto ciò è confermato. Ci sono le foto dei rifiuti, il racconto degli operatori e molto altro...”, con moralizzazione finale “Sarebbe corretto che la persona chiedesse scusa”.

Tale ultimo post è stato ripreso da varie testate giornalistiche locali e regionali, che hanno enfatizzato la vicenda. Al post dell’assessore Manuela Cappadonna sono stati apposti numerosi “mi piace”, con conseguenti condivisioni, e moltissimi commenti negativi, sia nello stesso post che in quelli dei soggetti che avevano condiviso. Per giorni sulla stampa locale e sui social si è sviluppato un accesso dibattito con commenti negativi sull’accaduto e si è incessantemente e progressivamente innalzata la voglia di conoscere il nominativo di questo fantomatico rappresentante delle istituzioni “colpevole” di aver proferito la fatidica frase “Lei non sa chi sono io!”.

La vicenda era diventata argomento principale di discussione nel dibattito politico estivo. A rendere noto il nome ci ha pensato il sig. Luca D’Agostino, attivista del Movimento 5 Stelle. Infatti, con post pubblicato sul suo profilo facebook in data 31/7/2020 il sig. Luca D’Agostino ha affermato quanto segue: “Che un consigliere comunale possa permettersi di non rispettare le semplici regole della raccolta differenziata é grave. Che un consigliere comunale si qualifichi come “consigliere comunale” ad un operatore ecologico per cercare indirettamente di intimidirlo é gravissimo. Che un consigliere comunale possa intimare ad un operatore ecologico di raccogliere il rifiuto nonostante questo non fosse conforme alla regola della raccolta dei rifiuti é da dimissioni. Se poi questo consigliere comunale é stato eletto col Movimento5Stelle ma da qualche mese non ne fa più parte, mi fa capire che il detto “Meglio pochi ma buoni” sia assolutamente veritiero. Si precisa che unico consigliere comunale di sesso maschile “eletto col Movimento5Stelle ma che da qualche mese non ne fa più parte” sono io.

Anche questo post, così come i precedenti sull’argomento, ha avuto moltissimi commenti negativi e condivisioni. Fra questi commenti è doveroso menzionarne uno del sig. Alberto Maltese, anche lui, come il sig. D’Agostino, attivista del Movimento 5 Stelle. Ne cito solamente uno in quanto altri dello stesso soggetto sono impronunciabili in questa sede. Il sig. Alberto Maltese, nel confermare con compiacimento il disvelamento del nome fatto dal sig. Luca D’Agostino, afferma “C’è una nota delle SAGER che circola nella quale sono descritti i fatti, mi dicono…”.

A seguito della diffusione del mio nominativo, ho conferito incarico di tutela legale ad un avvocato, il quale ha avanzato richiesta di accesso al Comune di Castelvetrano al fine di ottenere la nota della Sager in più parti citata. Nella richiesta di accesso il predetto legale evidenziava il corretto svolgimento dei fatti, al fine di consentire al Comune eventuali comunicazioni in rettifica di quanto già diramato. Il Comune non ha inteso finora pubblicare alcuna rettifica o precisazione.

In data 18/8/2020 è pervenuta la nota della Sager unitamente alla nota di accompagnamento a firma del Segretario Generale. Dalla lettura della nota si apprende che nessuno (né io, né la sconosciuta guardia carceraria) ha mai affermato la fatidica frase “Lei non sa chi sono io”. Evidentemente si è trattato di una semplice invenzione dell’Assessore Cappadonna per dare maggiore risalto e credibilità alla sua volontà diffamatoria. Anche l’accostamento fra i due fatti, evidentemente diversi nei tempi, nei ruoli, nei luoghi e nei soggetti, è indice della chiara volontà di mettere in atto un disegno diffamatorio ai miei danni.

La Sager nella sua nota parla, almeno per ciò che riguarda i fatti addebitati allo scrivente, di “gravi intimidazioni” e di “pretesa” di caricamento del rifiuto. Sono affermazioni che si contestano radicalmente in quanto destituite di qualsiasi fondamento. Io mi sono unicamente limitato a richiedere all’operatore, con cortesia e garbo, di ritirare il rifiuto chiedendo il motivo del mancato ritiro. L’operatore non ha fornito alcuna spiegazione e si è limitato a strappare il sacchetto ed a fare una foto.

Nel fare la foto ha detto che così intendeva tutelarsi. Ho quindi comunicato che avrei chiesto informazioni su quello che ritenevo fosse un disservizio all’Assessore Barresi; cosa che feci subito dopo (non in presenza dell’operatore). Ho fatto tutto ciò sia come cittadino, al quale compete sicuramente il diritto di avere informazioni e spiegazioni sulla mancata raccolta di un sacchetto (anche per meglio comportarsi in futuro), sia come consigliere comunale, al quale compete il dovere di interloquire con gli addetti alla raccolta per tentare di scoprire la fonte e l’autorità di eventuali disposizioni non conformi o comunque costituenti anche solo apparentemente un disservizio per la comunità.

Contrariamente a quanto riportato nella predetta nota della Sager, io non mi sono affatto qualificato come Consigliere Comunale o altro (ma ero evidentemente già conosciuto). La nota della Sager è stata divulgata a più indirizzi (Sindaco, 3 assessori, 2 funzionari comunali, Polizia penitenziaria) gettando di fatto le basi della futura divulgazione di massa. Questi i fatti. La vicenda è chiaramente diffamatoria, essendo incontestabile che l’affermazione “Lei non sa chi sono io” non è stata pronunciata da nessuno, non essendo riportata nella nota Sager, contrariamente a quanto affermato dall’Assessore.

La storiella estiva inventata dall’Assessore Cappadonna, oltre ad essere spudoratamente falsa, non può non avere una valenza politica. Invero, ne ha anche una giudiziaria, sulla quale non spetta a nessuno di noi pronunciarsi. Sarà la magistratura a pronunciarsi in merito. Ma qui vorrei chiedere a voi tutti se vi sembra giusto, corretto, etico, legale, onesto che un Assessore di questo Comune affermi pubblicamente e spudoratamente il falso al solo scopo di diffamare un Consigliere Comunale nell’esercizio delle sue funzioni.

Vi chiedo quale ritenete debba essere la risposta di questo Consiglio a questa farsa, a questa messa in scena orchestrata dall’Assessore Cappadonna con l’aiuto di alcuni degni compari del Movimento 5 Stelle. Ritenete voi che sia giusto tutto questo? Io ritengo di no! Ritengo che Castelvetrano non si meriti un Assessore che fa la morale ad un Consigliere sulla base di fatti inesistenti, per di più sulla base di fatti falsamente costruiti dallo stesso Assessore. Se non ci fosse da piangere, verrebbe da ridere.

Oggi io chiedo al Sindaco un atto di onestà. Si, signor Sindaco, un atto di onestà. Lei sig. Sindaco ha vinto le elezioni a furor di popolo predicando l’onestà nella cosa pubblica. Oggi io le chiedo di mettere in atto quello che Lei ha predicato durante le elezioni. Io Le chiedo formalmente di revocare l’incarico assessoriale alla sig.ra Cappadonna. E glielo chiedo in nome dell’onestà. Comprendo perfettamente che Lei potrebbe ignorare la mia richiesta, ma sappia che, se questo dovesse avvenire, si esporrebbe alle mie personali risate ogni qualvolta Lei dovesse anche solo indirettamente fare riferimento all’onestà.

Si, “risate”. Proprio quelle “risate” che si faceva l’Assessore Cappadonna quando ha pubblicamente inscenato la farsa. Se Lei, sig. Sindaco dovesse, come mi auguro, revocare l’Assessore Cappadonna, potrei anche perdonarLe di non aver saputo reagire adeguatamente alla nota della Sager. Mi riferisco al passaggio, contenuto nella predetta nota, laddove il Presidente della Sager, Italo De Marchi, riferendosi chiaramente agli abitanti della frazione di Triscina, si permette di affermare “questi accadimenti … dimostrano la protervia e la qualità umana oggi rinvenibili a Triscina”.

Voglio credere che Lei, sig. Sindaco, non abbia letto attentamente quanto c’è scritto in questa nota. Perché se un Sindaco vede così inopinatamente ed ingiustamente attaccata la propria comunità deve quanto meno saltare dalla sedia e poi reagire. Le ricordo, sig. Sindaco, che Lei rappresenta la comunità castelvetranese. Lei avrebbe dovuto tutelare la Sua comunità e non l’ha fatto. Ha pensato bene, invece, di lasciare che un proprio Assessore si impegnasse in una campagna diffamatoria ai danni di un Consigliere Comunale.

E non ha mosso un dito neppure quando il mio legale ha rappresentato al Comune la corretta versione dei fatti, offrendo al Comune stesso l’opportunità di chiudere senza colpo ferire questa triste vicenda. Invece no. Evidentemente quella protervia, quell’arroganza, quella boria che la ditta Sager e il Suo Assessore attribuiscono a me e agli abitanti di Triscina, appartengono a questa amministrazione e a nessun altro attore della vicenda. Sarebbe fin troppo facile per me oggi parlare dei rapporti confidenziali che legano questa amministrazione con la ditta Sager.

Ciascuno risponde delle proprie azioni, ma in genere i rappresentanti delle istituzioni pubbliche è bene che diano del “lei” ai rappresentanti delle ditte, specialmente quando le ditte gestiscono appalti onerosissimi per la comunità. Come politico non posso non notare e far notare, e quindi stigmatizzare, alcuni comportamenti di preferenza nei confronti della ditta Sager. Non può negare, infatti, sig. Sindaco che laddove c’è stato un problema di qualsiasi genere relativo alla raccolta dei rifiuti, la colpa non è mai della ditta, ma è guarda caso sempre dei cittadini che sono indisciplinati, anche se “notabili”.

Ed ecco che in questo clima di allegria e di leggiadria gestionale, la ditta Sager si permette di bacchettare la comunità di Triscina e Lei, sig. Sindaco, si dimentica di intervenire in difesa della Sua comunità. Ma a ben guardare c’è di peggio purtroppo. Non comprendo, e vorrei che Lei sig. Sindaco mi aiutasse a comprendere, come mai due “illustri sconosciuti” che non ricoprono alcun incarico istituzionale all’interno del Comune, mi riferisco ai signori Luca D’Agostino ed Alberto Maltese, notoriamente riconosciuti come odiatori seriali sui social, siano venuti in possesso o abbiano solamente letto il contenuto della nota della Sager.

Una missiva indirizzata a Lei, sig. Sindaco, e ad alcuni Assessori della Sua Giunta. Comunque, una missiva indirizzata esclusivamente a rappresentanti istituzionali su cui incombe il preciso obbligo di riservatezza, penalmente sanzionato. Come sia possibile tutto ciò è bene che Lei, sig. Sindaco, me lo chiarisca in questa sede, in modo ufficiale e senza giri di parole. E nel caso in cui non sappia darsi una risposta o non sapesse prendere provvedimenti adeguati, vorrei che Lei prendesse atto dell’incapacità e dell’inadeguatezza di una Giunta che fa della commissione di reati (diffamazione, divulgazione di notizie riservate, ecc…) il proprio modo di agire quotidiano e che pertanto rassegnasse le Sue dimissioni.”   Ignazio Maltese Vice presidente del Consiglio Comunale  

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