Si è spento Gioacchino Cataldo, l’ultimo Rais di Favignana

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
21 Luglio 2018 10:41
Si è spento Gioacchino Cataldo, l’ultimo Rais di Favignana

Si è spento nella notte l’ultimo rais di Favignana, il leggendario Gioacchino Cataldo che a 77 anni è stato battuto da una terribile malattia. A darne notizia i familiari dalla sua pagina facebook con una toccante lettera. La storia di Gioacchino è strettamente legata alle isole Egadi e allo Stabilimento Florio, dove inizia infatti a lavorare giovanissimo. Fa il tonnaroto per 33 anni e nel 1996 diventa rais(capo dei pescatori). Resterà rais per 11 anni, nel periodo più difficile della storia della tonnara di Favignana, cioè fino al 2007, l'anno dell'ultima mattanza e nel 2003 viene riconosciuto dall'UNESCO come patrimonio culturale.

Era un profondo conoscitore del mare e in particolare della pesca del tonno tramite l'utilizzo di tonnare fisse di derivazione araba, una tradizione millenaria che sta ormai scomparendo. Ha raccontato volentieri le tradizioni di questa pesca, in televisione (Lineablu, MasterChef, etc.) è stato citato come fonte in diversi libri sulle tradizioni della pesca del tonno, sia di ricette di cucina mediterranea Per la sua attività di divulgatore della conoscenza e delle tradizioni di questo tipo di pesca, Gioacchino nel 2006 è stato inserito tra i "Tesori Umani Viventi" del Registro Eredità Immateriali della Sicilia un documento predisposto dalla Regione Siciliana per preservare le ricchezze immateriali dell'isola, e per questo è spesso citato come un uomo "patrimonio culturale”.

  Questo il testo della lettera: Dopo essersi difeso eroicamente per giorni senza darsi per vinto (nessuno nelle sue condizioni sarebbe riuscito a resistere così a lungo), all’una e trenta della scorsa notte il gigante buono, il figlio del mare si è arreso. Gioacchino ci lascia e va via con la solarità che lo ha sempre contraddistinto: regalando un ultimo sorriso a tutte le persone che in questi giorni sono passate a salutarlo o che lo hanno cercato al telefono; la mente lucida, il corpo martoriato dalla malattia.

Gioacchino Cataldo, il Rais, saluta la sua Favignana e se va portando con sé un pezzo di storia di questa bellissima isola che lui ha amato con tutto il suo cuore. Ci lascia una persona perbene, un Uomo onesto e generoso, una persona d’altri tempi e dalle buone maniere; va via un personaggio controverso, sicuramente non perfetto ma che in tutte le vicende della sua vita ci ha sempre messo la faccia e il cuore; ci lascia un Uomo che ha vissuto la sua vita intensamente, che l’ha amata e avrebbe voluto viverla appieno ancora; e poiché questo non era più possibile, ha preferito lasciare.

Muore da eroe: con la salute compromessa e il corpo notevolmente indebolito, ha avuto il coraggio di affrontare insieme a noi figli un lungo viaggio pur di ritornare nella sua casa e vivere i suoi ultimi giorni circondato dall’affetto dei suoi cari. Favignana perde il suo Rais, noi perdiamo un papà unico e speciale; nostra madre che non ha mai smesso di stargli accanto nonostante le difficoltà del cammino insieme, perde il compagno di una vita e il vuoto che lascia dentro di noi sarà incolmabile.

“Caro papà, ti chiediamo scusa se non ti abbiamo tirato fuori prima da un calvario di più di 3 mesi di ospedale; in cuor nostro speravamo che con le cure le tue condizioni di salute sarebbero migliorare (ringraziamo i tanti bravi medici e infermieri che hanno cercato amorevolmente di curarti). Purtroppo la malattia si è accanita contro di te e in una battaglia impari dove sei stato attaccato su più fronti, alla fine hai dovuto accettare sportivamente la sconfitta. Ti voglio bene papà, più di quanto tu possa immaginare e ti ringrazio per avermi insegnato ad amare la vita, ad avere rispetto delle persone ma anche a pretendere rispetto, a mantenere a debita distanza le persone negative dando invece tutto il mio cuore a chi mi offre un piccolo pezzetto del suo; ti ringrazio per avere trasmesso a noi figli il tuo forte senso del dovere e della responsabilità e l’idea che ogni successo si ottiene solo attraverso grandi sacrifici.

Fatti accarezzare ancora una volta sul viso, una carezza delicata come quelle che amavi farmi tu e sta sereno: non ti tormenterò più con i continui “come stai” perché adesso so che stai bene. Ti vedo papà... sei sulla tua barca al porticciolo di punta lunga, circondato dai gabbiani che ti stanno dando l’ultimo saluto, stretto dal fortissimo abbraccio dei tanti amici che ti vogliono bene e che sentiranno la tua mancanza. Fa’ buon viaggio papà. Anche se non ci è dato di sapere dove sei diretto, siamo sicuri che stai andando in un posto bellissimo dove potrai finalmente lasciarti cullare dalle onde del mare e riposare: riposare in quel mare che hai tanto amato e che è stato per te lavoro, sacrifici, passione, vita”.

Ciao papà. Antonella, Pino, mamma la foto di copertina è di Filippo Mannino, le altre foto sono tratte da facebook

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