Si è spento Don Antonio Riboldi, sfidò lo Stato e la Mafia da parroco di Santa Ninfa dopo il terremoto

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
10 Dicembre 2017 10:15
Si è spento Don Antonio Riboldi, sfidò lo Stato e la Mafia da parroco di Santa Ninfa dopo il terremoto

 Si è spento a Stresa, dove si trovava dalla scorsa estate, monsignor Antonio Riboldi, per 21 anni vescovo di Acerra. Protagonista negli anni Novanta di numerose battaglie, in particolare della lotta alla camorra, don Riboldi, come ha sempre chiesto di essere chiamato anche dopo essere stato ordinato vescovo, aveva 94 anni. Ha segnato un pezzo di storia del Meridione, prima parroco in Sicilia, a Santa Ninfa nel Belice, fu il primo prete a scendere in piazza alla testa dei terremotati che da anni vivevano nei prefebbricati, fronteggiando assieme ai suoi parrocchiani le prepotenze della mafia, organizzando la loro lotta per ottenere una casa e abitando per anni, come loro, in una baracca di legno.

In quegli anni partecipò a cortei e manifestazioni davanti al Parlamento in difesa delle richieste dei suoi concittadini e collaborò con diverse persone legate alla vita politica e istituzionale del paese, fra questi il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e l'onorevole Piersanti Mattarella.

Giunto ad Acerra, si impegnò fin da subito nella lotta contro la criminalità negli anni in cui Raffaele Cutolo era il capo incontrastato della camorra. Si deve a lui se agli inizi degli anni Ottanta nacque in provincia di Napoli, e si propagò al resto del Meridione, il movimento degli studenti contro la camorra. Dopo l'assassinio di un giovane avvocato acerrano, il vescovo prese parte a un'assemblea del liceo scientifico di Acerra nel corso della quale lanciò un appello alla mobilitazione. Trascorsero pochi giorni e centinaia di studenti, don Riboldi alla testa, diedero vita a un'assemblea nel liceo di Ottaviano, roccaforte di Cutolo da cui partì un segnale che via via "contagiò" le scuole campane e quelle del resto d'Italia tanto da organizzare dopo qualche settimana una marcia, sempre ad Ottaviano, insieme con sindacati e altri vescovi.

Ma don Riboldi non è stato solo uno dei protagonisti della lotta alla camorra: ha girato le carceri di tutta Italia per incontrare ex terroristi, per poi essere in prima linea sul fronte della battaglia per l'ambiente nella Terra dei fuochi. Disse  alla madre preoccupata, perché il figlio viveva sotto scorta , "meglio ammazzato che scappato dalla camorra". Grande comunicatore, don Riboldi ha continuato a far sentire la sua voce con video su Youtube. Punto di riferimento per decenni, ha girato l'Italia in lungo e in largo per prendere parte a dibattiti e iniziative, punto di riferimento per numerosi parroci.  

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