Sentenza del TAR, riprende l’iter del “Progetto Best” a Mazara. Un “macigno” per i candidati sindaci?

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
22 Marzo 2019 15:55
Sentenza del TAR, riprende l’iter del “Progetto Best” a Mazara. Un “macigno” per i candidati sindaci?

Il TAR Sicilia ha emesso una sentenza, la n. 460/2019, con la quale accoglie il ricorso della società Best Mazara Srl contro l’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente e Assessorato regionale all’Energia e dei Servizi di Utilità in merito al loro silenzio in merito al “progetto Best-Le Miniere Artificiali” che riguarda un investimento fino a 40 milioni di euro per la realizzazione di un mega impianto polifunzionale in Contrada San Nicola per il trattamento dei rifiuti solidi urbani nella quantità complessiva di 70.000 tonnellate.  (vedi foto di copertina) Il silenzio dei due Assessorati lo scorso ottobre interruppe di fatto l’iter per la realizzazione dell’impianto. Si tratto di un boccone molto amaro quello ingoiato dall’Amministrazione Comunale ed in particolare dal sindaco Cristaldi che, fin dalla sua prima sindacatura, ha promosso la realizzazione del progetto in questione.

La notizia venne accolta con soddisfazione invece dagli ambientalisti mazaresi e dai componenti di un comitato civico formatosi ad hoc. Quella volta però la nostra redazione non credette alla conclusione  definitiva dell’iter ipotizzando un “colpo di coda” con l’intervento di un altro organo, e quindi prevedendo il ricorso della “Best Mazara srl”. Adesso arriva la sentenza del Tar che in pratica “accoglie il ricorso attinente il silenzio serbato dalle Amministrazioni resistenti (i due Assessorati regionali) sulla mancata adozione di un provvedimento espresso sulle istanze di V.I.A.

e A.I.A. presentate dalla medesima Società, ordinando loro di adottare, ciascuna per quanto di ragione, entro 30 giorni dalla sentenza, una esplicata conclusione delle istanze di V.I.A. e di A.I.A. La stessa sentenza predispone la nomina quale “commissario ad acta” del Segretario generale della Presidenza della Regione Siciliana in caso di perdurante inottemperanza alla scadenza del termine fissato e che provveda in via sostitutiva ad adottare il provvedimento conclusivo”. Ricordiamo che negli ultimi mesi si era alzata molto l’attenzione dell’opinione pubblica mazarese, attraverso il suddetto comitato cittadino in merito alla realizzazione dell’impianto in questione che prevede il trattamento dei rifiuti attraverso il biogas.

E’ stata localizza anche l’area (forse già acquistata dalla società realizzatrice) dove far sorgere il megaimpianto, cioè in un ex cava di contrada San Nicola (non lontana dalla vecchia stazione), in un’area di circa 43 ettari ubicata circa 8,7 km dal centro abitato di Mazara, 5,6 km da quello di Campobello e circa 2,3 km dall’A29. In pratica l’area si trova in territorio proprio al confine con l’ex discarica (ormai dismessa) della Belice Ambiente di c/da Campana Misiddi, nel Comune di Campobello.

Il sito ove sarebbe realizzato il "progetto Best". Come si vede nella foto di copertina (foto 1), attraverso una mappa di Google Earth della Rete Natura 2000 Sicilia, l’area in questione, cerchiata in rosso, si troverebbe a circa 1,5 km dalla Riserva regionale Lago Preola e Gorghi Tondi gestita dal WWF Italia; la stessa area si troverebbe però anche poche decine di metri da altri siti di interesse comunitario (ZSC eZPS), vedi nella stessa mappa le aree delimitate in azzurro.

Pertanto si tratta di un’area “molto sensibile” e certamente la realizzazione del progetto doveva tenere conto di diversi pareri in merito anche di quello fornito dal Wwf. Ripercorriamo però le principali tappe del progetto “Best”. Nel novembre 2012 la società milanese Unità di Misura s.r.l. (UDM), promotrice del progetto, stipulò con il Comune di Mazara un protocollo d’intesa, della durata di otto anni. Il protocollo fu sottoscritto dall’Amministrazione, sentiti gli esperti del Sindaco (l’ing.

Nicolò Sardo e l’avv. Francesco Muscolino) e costituì soltanto un atto propedeutico alla stipula della convenzione tra il Comune di Mazara del Vallo e la Società Unità di Misura s.r.l. (UDM). Nel protocollo, oltre alle caratteristiche dell’impianto venne anche specificato che la Società avrebbe proposto un contributo, “quale misura compensativa dell’impatto ambientale e territoriale commisurato alla quantità di rifiuti effettivamente gestiti dall’impianto”. Contributo che sarebbe stato di 0,75 centesimi a tonnellata di rifiuto inerte depositato, e 6 euro a tonnellata di rifiuti speciali e urbani.

La quantità massima di rifiuti che, secondo il protocollo, potrà essere smaltita nell’impianto è di 20 tonnellate l’anno. Il progetto proposto della Ditta milanese si baserebbe sulla capacità di accelerare i processi naturali di bioreazione senza generare criticità ambientali azzerando gli impatti che sono classici di un impianto di discarica tradizionale. Ogni costruzione del genere ha le sue promesse, quelle di sempre: azzerare l’impatto ambientale delle consuete discariche, risparmio sulle tariffe, posti di lavoro, migliore gestione del sistema della raccolta rifiuti.

Il progetto venne presentato pubblicamente nel luglio 2013 presso l’Aula consiliare. La realizzazione del “Progetto Best” ha avuto però in questi anni vita non facile negli uffici della Regione siciliana, chissà forse ostacolato anche politicamente dal Governo Crocetta inviso all’Amministrazione mazarese per diverse questioni inerenti il territorio mazarese. Infatti il 5 agosto 2014, il Dipartimento regionale per l’Ambiente annullò, in autotutela, il decreto di compatibilità ambientale emesso il giorno prima.

Una passo indietro repentino, quello della Regione, dovuto, a quanto sembra, alla necessità di effettuare ulteriori approfondimenti sulla vicenda senza, però, specificare, di che tipo e in quale ambito. Successivamente il Tar Sicilia nel 2015 accolse il ricorso della Ditta. L’iter così riprese a metà del 2015. Seguirono diverse conferenze di servizio presso la Regione, ma l’iter sembrava andare molto a rilento tanto che il primo cittadino mazarese nel luglio 2016 dichiarò amaramente: “Da oltre tre anni andiamo dietro ad un’autorizzazione della Regione per realizzare questo impianto, però non facciamo altro che entrare ed uscire dagli uffici in attesa che la Regione si decida a darci un parere che, stando così le cose, non credo arriverà presto.

In Sicilia – osserva Cristaldi – diventa sempre più difficile aspettare il futuro. Diventa sempre più difficile augurarsi che la classe dirigente comprenda la necessità di affidarsi all’innovazione tecnologica in una materia così importante qual è quella dello smaltimento dei rifiuti. Sono sconfortato da questa Regione, dal comportamento dell’apparato burocratico che appare timoroso, che non ama il futuro, che non ha le conoscenze tecniche per dire di no a progetti di questa natura e si trincera dietro opinioni o considerazioni personalizzate ma senza precisi rigori scientifici”.

L’iter del “Progetto Best” , nonostante le dichiarazioni del primo cittadino mazarese, andò però avanti alla Regione. Così lo scorso novembre, pochi giorni dopo le elezioni Regionali,  abbiamo appreso che all’albo pretorio del Comune di Mazara si informava la cittadinanza che era stato depositato presso l’Assessorato regionale per il Territorio e l’Ambiente l’aggiornamento alla valutazione di impatto ambientale del progetto, con contestuale avvio della valutazione di incidenza.

L’avviso, pubblicato anche sul sito online del Comune, avvertiva che chi aveva interesse poteva prendere visione della documentazione prodotta e presentare in forma scritta eventuali istanze e osservazioni o ulteriori elementi conoscitivi sull’opera in questione. Ad ogni modo –come dicevamo- sulla questione sembrava fosse calato uno strano silenzio. Inquietante anche il silenzio della cittadinanza, della cosiddetta “società civile”, di quelle organizzazioni ambientalistiche e comitati civici e studenteschi che pochi anni fa contribuirono a non far realizzare una mega distilleria in una zona non molto lontana dall’area oggi in questione.

D’altronde scomparvero pure quei politici che sostenevano quel movimento? Perchè non se ne è discusso in Consiglio comunale? Soltanto pochi mesi fa un gruppo di cittadini, ambientalisti, ed anche rappresentanti politici si siano riuniti per discutere la vicenda, per approfondirla, per avere chiarimenti. Della questione si è occupato anche il locale meetup del Movimento 5 Stelle, con il consigliere comunale Nicola La Grutta e con il rieletto deputato all’ARS Sergio Tancredi.  La nostra redazione contattò telefonicamente proprio Tancredi  il quale ci ha dichiarò: “Il M5S sta monitorando la vicenda.

Abbiamo acquisito, attraverso l’ufficio competente dell’assessorato regionale Territorio ed Ambiente, tutta la documentazione relativa alla tipologia di impianto e sulle modalità di realizzazione e funzionamento. Il progetto prevede –sottolineò Tancredi- una discarica di nuova generazione, ma, con tutte le buone intenzioni , si tratta sempre di una discarica che avrebbe un impatto sul territorio. Però sono convinto –spiegò Tancredi- che il nuovo Governo regionale, e lo stesso presidente Musumeci lo ha dichiarato, sia indirizzato, in linea con le direttive europee, in una verso una strategia “zero rifiuti”, cioè verso l’incentivazione spinta della raccolta differenziata in tutti i Comuni dell’Isola.

Questo mi rassicura. Come mi rassicura –concluse Tancredi- che in Commissione ambiente dell’ARS sia presente Giampiero Trizzino esperto conoscitore delle tematiche ambientali e già impegnato su altre vicende che riguardano la salvaguardia del territorio siciliano”. Proprio lo scorso fine maggio Sergio Tancredi fu il primo firmatario di un’interrogazione presentata dal gruppo parlamentare all’ARS del M5S in merito al progetto Best Mazara. Il gruppo M5S all’Ars chiese “Chiarimenti in merito alla vicenda del progetto BEST Mazara” con risposta urgente e scritta da parte del Presidente della Regione Siciliana e dell’Assessore regionale all’Energia e ai Servizi di pubblica Utilità.

Da lì seguirono le resistenze, attraverso il silenzio, da parte dei due Assessorati di competenza. Adesso invece il TAR Sicilia ha ordinato che i due Assessorati regionali si esprimano sul progetto per il quale  il sindaco Nicola Cristaldi lo scorso ottobre, appresa la notizia del suo stop, espresse molta la sua rabbia contro il Governo regionale di Nello Musumeci dichiarando: “in Sicilia il sistema rifiuti non si tocca. E’ questo l’immaginario cartello che invade la Sicilia sommersa da rifiuti in gran parte della sua estensione e senza impianti sufficienti allo smaltimento della spazzatura.

Ci sarà pure qualcuno che verificherà tutti i passaggi di questa resa, che è il segnale dell’impossibilità di investire nel nostro territorio facendo cadere nel ridicolo chiunque lanci appelli per attrarre investimenti nella nostra terra. Impedire in Sicilia –concluse Cristaldi- la nascita di impianti per la selezione e trasformazione dei rifiuti è un atto criminale. 40 milioni di euro, che avrebbero potuto essere investiti in Sicilia e in particolar modo nel territorio di Mazara del Vallo, saranno destinati altrove a causa di decisioni politiche e burocratiche che hanno fatto dichiarare la resa a imprenditori che non chiedono un solo centesimo di contributo e che investono denari propri”.

L’iter del “Progetto Best” riparte proprio a pochi giorni dalla fine del mandato (il 27 marzo) dello stesso sindaco Nicola Cristaldi. Sarebbe anche molto interessante, ed importante ovviamente, sapere cosa ne pensano gli attuali candidati a sindaco alle prossime Ammnistrative che si terranno il 28 aprile. Chi siederà al posto di Cristaldi nella poltrona da sindaco per i prossimi 5 anni accetterà la realizzazione del megaimpianto per il trattamento dei rifiuti in territorio mazarese oppure si opporrà secondo i termini di legge? Francesco Mezzapelle

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