Ridotta a 3 anni la pena per un finanziere mazarese accusato di lesioni gravissime nei confronti della moglie

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
17 Luglio 2020 09:23
Ridotta a 3 anni la pena per un finanziere mazarese accusato di lesioni gravissime nei confronti della moglie

Una vicenda alquanto complessa ove il silenzio, in una prima fase delle indagini, ed una relativa “omertà” rischiavano di coprire un grave gesto di violenza domestica che avrebbe visto il 12 gennaio 2010 il mazarese Biagio Fodera, appuntato della Guardia di Finanza, colpire con calci e pugni la moglie, la mazarese Antonia Castelli, procurandogli addirittura la rottura della milza, poi asportata in ospedale. Foderà, a seguito di un lungo processo, nel dicembre 2016, con l’accusa di lesioni gravissime nei confronti della moglie, era stato condannato dal Tribunale di Marsala a sei anni di carcere nonché all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Come dicevamo una vicenda intrigata in quanto la stessa moglie, in una prima fase delle indagini, aveva dichiarato di essersi fatta male accidentalmente, a seguito di una caduta tra le mura di casa. Il 23 giugno 2016, in aula, in lacrime, la donna, assistita dall’avv. Marilena Messina,  dichiarò, smentendo pertanto la precedente versione dei fatti, che era stato il marito a picchiarla dopo che lei gli aveva confessato che aveva una passione per un altro uomo. A ribadire agli inquirenti la tesi dell’accidentalità erano stati i genitori e fratelli di Antonia Castelli, le intercettazioni telefoniche effettuate sulle utenze del nucleo familiare avrebbero però convinto gli investigatori che a provocare quelle gravi lesioni alla donna fosse stato il marito a seguito di un attacco di gelosia dopo la confessione” della moglie.

A svolgere le indagini per fare luce sul caso era stata la sezione di pg della Guardia di Finanza della stessa Procura. Nel corso delle indagini, partite da un esposto anonimo, era emersa una chiara discrepanza in merito al luogo della caduta indicato dalla Castelli: prima il pianerottolo e dopo il terrazzo di casa. Le intercettazioni dei familiari si erano rivelate decisive. Con Foderà finirono sotto processo, per favoreggiamento, anche due cognati della coppia, poi però entrambi assolti, uno di questi su richiesta dello stesso pm Giulia D’Alessandro.

L’ultimo atto di questa vicenda si è registrato qualche giorno fa presso la  Corte di Appello di Palermo con una sentenza che ha ridotto a tre anni la pena (dimezzata rispetto al primo grado) per Foderà con l’interdizione temporanea, dai pubblici uffici. In questi anni purtroppo si sono registrati numerosi casi relativi alla cosiddetta “violenza di genere”  avvenuti nel nostro territorio. Fra gli episodi più cruenti e recenti ricordiamo l’uccisione, il 29 gennaio scorso, della 54enne mazarese Rosalia Garofalo ad opera del marito Vincenzo Frasillo, al quale era legata da 30 anni di matrimonio e da tanti soprusi e percosse fino all’ultimo eccesso d’ira; all’arrivo degli agenti del locale Commissariato di P.S., a seguito della chiamata dello stesso femminicida, la donna apparve irriconoscibile a seguito del martirio subito.

Francesco Mezzapelle

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