Referendum costituzionale, in cosa consiste? Le ragioni del SI e del NO. La prima votazione in mascherina

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
08 Settembre 2020 10:51
Referendum costituzionale, in cosa consiste? Le ragioni del SI e del NO. La prima votazione in mascherina

Il 20 settembre gli italiani (alle urne 51.559.898 cittadini) saranno chiamati a pronunciarsi votando sul referendum costituzionale relativo al taglio del numero dei parlamentari. Ricordiamo che il referendum, indetto lo scorso gennaio, si doveva effettuare il 29 marzo scorso ma è stato posticipato a causa dell’emergenza covid-19.

Il referendum del 20 settembre è stato indetto perchè il disegno di legge costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari, non aveva superato (come stabilito dall’art. 138 della Costituzione prevede in merito a cambiamenti sulla Costituzione e delle leggi costituzionali) i 2/3 della maggioranza nella seconda deliberazione al Senato avvenuta l’11 luglio del 2019.

La riduzione del numero dei parlamentari era un punto del programma politico (c.d. “Contratto per il governo del cambiamento”) nato nel maggio 2018 dall’accordo tra Movimento 5 Stelle e Lega con il primo Governo Conte.

Il disegno di legge costituzionale prevede:

  • la modifica dell’art. 56 della Costituzione italiana, con riduzione del numero dei deputati della Camera da 630 a 400, e della circoscrizione estero con riduzione dei deputati da 12 a 8.

  • la modifica dell’art. 57 della Costituzione italiana, con riduzione del numero dei senatori da 315 a 200 e della circoscrizione estero da 6 a 3. Ogni regione italiana inoltre avrà un numero minimo di senatori, non più di 7 (come attualmente previsto) ma di 3.

  • la modifica dell’art. 59 della Costituzione, con riduzione a 5, del numero di senatori a vita (ossia di coloro “che hanno illustrato la patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico o letterario”) che il Presidente della Repubblica può nominare.

Quesito referendario senza “quorum”

Il testo del quesito che gli elettori troveranno sulla propria scheda (vedi fac simile in foto copertina) è il seguente: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente “modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n.

240 del 12 ottobre 2019?.

È un referendum costituzionale, quindi non è previsto quorum. Non importa l’affluenza: se vince il sì la riforma sul taglio dei parlamentari entra in vigore; se vince il no, viene bocciata. È sufficiente la maggioranza dei sì, a prescindere dal numero dei votanti, perchè la modifica venga promulgata.

In caso di prevalenza dei no invece, gli articoli 56, 57 e 59 rimarranno invariati.

I sostenitori del SI ritengono che:

  • la riduzione dei costi della politica, per un risparmio complessivo di oltre 80 milioni di euro annui;

  • l’auspicata maggiore efficienza del funzionamento del parlamento, in ragione del minor numero di parlamentari.

Importante ricordare che l’entrata in vigore della riduzione del numero di parlamentari avverrà dopo lo scioglimento delle camere o alla prima cessazione dell’attuale legislatura e comunque non prima di 60 giorni dalla entrata in vigore della legge. Pertanto la modifica non va a toccare l’attuale Parlamento, ma la formazione della prossima legislatura.

I sostenitori del NO ritengono che:

  • i benefici invocati sulla riduzione dei costi della politica sarebbero irrisori, incidendo per pochi euro all’anno per ciascun italiano;

  • il miglioramento dell’efficienza del parlamento non sarebbe un automatismo collegato al minor numero di parlamentari, quanto piuttosto una conseguenza dei meccanismi di formazione del processo legislativo che la riforma lascia invece intatti;

  • la riduzione del numero dei parlamentari creerebbe invece seripericoli in ordine alla rappresentatività del popolo in parlamento. La drastica riduzione del numero dei senatori infatti, determinerebbe la mancanza di rappresentanti provenienti dai territori più piccoli. L’Italia avrebbe un deputato ogni 151 mila abitanti e un senatore ogni 302 mila abitanti (il testo originario della Costituzione prevedeva un deputato ogni 80 mila abitanti ed un senatore ogni 200 mila), con il numero più basso di parlamentari di tutti i grandi paesi d’Europa. Il ruolo del Parlamento ne resterebbe quindi complessivamente svilito ed indebolito.

Concludendo però bisogna ammettere che il contesto sociale nel quale gli italiani sono chiamati a pronunciarsi per il referendum costituzionale è stato influenzato dall’emergenza covid-19. Se da un lato infatti, si registra l’annoso scontento dei cittadini verso il mal funzionamento della politica,  dall’altro la legislazione emergenziale, con vari decreti legge presentati dal Governo e convertiti d’urgenza dal Parlamento, dovrebbe richiamare i cittadini ad  una nuova e più profonda attenzione verso lo strumento democratico e verso il ruolo del Parlamento nell’equilibrio dei poteri dello Stato.

I seggi per il referendum saranno aperti domenica 20 settembre dalle 7 alle 23 e lunedì 21 dalle 7 alle 15; oltre al documento e alla tessera elettorale gli elettori dovranno munirsi di mascherina.

Francesco Mezzapelle

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