Questa sera torna in scena a Partanna, Mobbidicchi di Giacomo Bonagiuso

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
06 Agosto 2019 08:25
Questa sera torna in scena a Partanna, Mobbidicchi di Giacomo Bonagiuso

Torna in scena oggi  6 agosto, nell'imponente atrio del Castello Grifeo di Partanna, per la Rassegna Artimusicultura, dopo il sold out a Teatro Andromeda di Santo Stefano di Quisquina, l'opera scritta e diretta da Giacomo Bonagiuso, MOBBIDICCHI. Il testo, liberamente ispirato alla storia di Melville, descrive un viaggio all'interno della malvagità umana. L'ingresso sarà libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. Da più di un secolo e mezzo uno spettro si aggira nelle acque  extraterritoriali della letteratura: "Moby Dick".

Un testo che affonda  la penna nel male profondo, nei mostri, nei fantasmi delle anime  umane e disumane. Achab, il capitano, cerca la fine, brama la  morte, nel segno di una insensata vendetta, una faida, che  certamente coinvolge la sua stessa esistenza e non certo un grande cetaceo, la balena. “La balena non ti cerca, sei tu che cerchi lei!” – con queste parole  l’equipaggio del Pequod cerca di far rinsavire il capitano. Così si consuma l’inversione di campo. Il capitano cerca il mostro.

O è  forse egli stesso il mostro in cerca di una balena ove affogare il proprio desiderio di autodistruzione? “Mi ha sempre sconvolto questa storia – spiega Giacomo Bonagiuso – che ho pensato di prenderne spunto per una riscrittura in siciliano arcaico, che tenesse conto del viaggio attorno all’uomo. Ne è venuto fuori un testo furioso, che costringe a fare i conti con i  propri demoni.

Volevo ritmi frenetici e parole risuonanti, volevo una struttura comprensibile in modo translinguistico, pur facendo parlare idiomi arcaici del siciliano più nascosto; insomma volevo che lo spettacolo diventasse uno specchio collettivo dove guardare a fondo il male, per spogliare l’uomo – l’eroe – di ogni vanagloria. Con Mobbidicchi il re è nudo. Il male è “a siccu”, non a mare.  D’altronde, se esiste un testo che descrive il viaggio nel male radicale che attanaglia l'uomo e il suo cieco dolore, quello è proprio il “Moby Dick" di Melville, una sorta di Iliade della letteratura americana, che oggi, in questa riscrittura diventa anche segno linguistico profondo della nostra oscura radice.

    Cast martina calandra massimo pastore alessandra de vita giovanni lamia karen lisciandra rosanna scaturro giordana firenze alessandra sparacia francesca fontana irene grafato e con la partecipazione di maurizio curcio e roberta scacciaferro

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