“Quattro chiacchiere con…” Raymond Descout ed Elisa di Prima

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
15 Dicembre 2018 10:52
“Quattro chiacchiere con…” Raymond Descout ed Elisa di Prima

Continua con successo la Rubrica della nostra Elena Manzini. Anche oggi si parla di Agricoltura con l’intervista a due persone che hanno creduto nel territorio di Selinunte tanto da eleggerla a propria residenza ed a crearvi un'azienda , la terrediselinunte.com, per la produzione dell'oro verde estratto dalle drupe dagli ulivi della cultivar Nocellara del Belice. Non senza difficoltà, sono riusciti a portare a compimento un progetto importante quanto ambizioso e molto lontano dalle loro realtà.

Cosa o chi vi ha spinto ad investire in un territorio come Selinunte e nell'olivicoltura? Grazie Elena per averci dato la possibilità di esprimerci su una materia che ci sta particolarmente a cuore. A dire il vero è stato amore a prima vista! All’epoca, io e mio marito risiedevamo a Parigi, mio marito è francese, ma si pensava già di lasciare la città per un luogo caldo ed accogliente dove andare a vivere quando Raymond si fosse congedato dal lavoro. L’attrazione per Selinunte, era il 2008, è stata notevole e la visita di quel terreno in vendita, determinante.

Ed è quindi con grande entusiasmo e inconsapevoli di cosa tutto ciò sarebbe diventato, che ci siamo ritrovati ad essere proprietari di 10.000 m2 di uliveto (in seguito divenuti 2 ettari) dove poter costruire la nostra nuova casa. Ma gli ulivi, si sa producono olive. Per cui senza alcuna esperienza in merito, ci siamo lanciati in questa nuova avventura, con lo stupore sia degli amici parigini sia della gente di Castelvetrano e Selinunte conosciuti in quella occasione. Tutto questo senza avere mai avuto alcuna nozione di agricoltura ma soprattutto senza sapere che la produzione di olio di oliva fosse l’attività, la più pertinente di Castelvetrano! Si potrebbe parlare di un caso ma oggi posso affermare che si è trattato di un forte richiamo per questo meraviglioso territorio ricco di bellezza e di risorse fra le quali, al di sopra di tutte la Nocellara del Belìce.

Siamo tutt’ora felici e fieri di vivere qui! Quali sono i problemi che avete affrontato in fase di realizzazione della vostra azienda e quali affrontate costantemente? Principalmente riuscire a fare delle scelte consapevoli sui procedimenti di coltura degli ulivi ai fini della produzione olearia. Bisogna sapere che dall’acquisto dell’uliveto, avvenuta nel 2009, al momento in cui ci siamo stabiliti a Castelvetrano in maniera definitiva, sono passati 4 anni.

Per cui i primi passi nella creazione dell’azienda Terre Di Selinunte sono stati fatti a distanza, così come la costruzione dell’abitazione all’interno stesso dell’uliveto. Numerose andate e ritorno da Parigi si sono rese necessarie. L’esperienza è stata entusiasmante ma anche impegnativa e onerosa; in più, nel nostro caso, si è reso necessario dover fare affidamento a consigli di varia natura ed a volte divergenti dei coltivatori diretti della zona. Quindi la fiducia e la collaborazione con la gente del luogo, da cui siamo stati bene accolti, accompagnate da un pizzico di bravura ma soprattutto di ferrea volontà, ci hanno permesso di portare avanti questo progetto.

Oggi, dopo quasi 10 anni di attività, siamo riusciti a prendere bene in mano la situazione, con decisioni più pertinenti grazie anche al nostro buon senso e discernimento fra le innumerevoli opinioni e consigli dateci in questi ultimi anni. Ma sono convinta che il successo della nostra attività sia dovuto soprattutto alla passione per il nostro lavoro ed alla consapevolezza di commercializzare un olio di oliva extra vergine d’eccezione prodotto dall’oliva pregiata della varietà della nostra regione: la Nocellara del Belìce.

È molto importante parlare con convincimento e passione, per riuscire a fare apprezzare i prodotti locali a chi non li conosce ancora, che sia in ambito nazionale che estero. Con fiducia credo nella riuscita del nostro territorio. Cosa si potrebbe fare per uscire da quella sorta di buco nero in cui l'Agricoltura, quella locale soprattutto, sembra sempre più sprofondare? È vero che è una realtà del luogo. Un sentimento di sfiducia e di difficoltà di realizzazione nelle vendite, legate alle spese agricole di produzione che, a volte, superano di molto i guadagni, impregna il territorio di Castelvetrano e mi dolgo di tutto questo.

In aggiunta a tutta questa problematica le Autorità sono assenti anche se a volte si mostrano, soprattutto per sottolineare l’impossibilità di agire per sostenere il mondo agricolo, a causa della mancanza di fondi monetari. La situazione è per tutti noi chiara in questo senso, ma vorrei aggiungere che si tratta anche di una mancanza di volontà da parte delle Istituzioni, di voler mettere in prima linea le esigenze del territorio con vero interesse e ambizione per lo stesso. Chi investe da fuori con le proprie risorse e un programma ben stabilito, riesce a prendere distanza dalle problematiche ed affermarsi.

Solidarietà tra i nostri abitanti, tanta volontà per far conoscere in maniera globale i prodotti locali, accogliere i suggerimenti potrebbero aiutare a creare buone opportunità per trarne profitto. È la ricchezza di tutti gli individui che crea la ricchezza del paese.     Si dice che "l'unione fa la forza", secondo voi esiste una unione tra i produttori? Cosa si potrebbe attuare per avere un certo peso sul mercato? Ed è proprio a questo che volevo arrivare.

Il sentimento di sfiducia che risiede in questa attività impegnativa e faticosa, sebbene svolta in una natura meravigliosa e paesaggi   mozzafiato, si estende anche fra gli agricoltori stessi. Più fiducia ed ascolto dell’altro non solo per le problematiche ma anche per proposte costruttive, insieme a una valida organizzazione delle varie parti per uno scopo comune, potrebbero essere l’incentivo per il rilancio. Senza perdere di vista l’entusiasmo proveniente dalla consapevolezza della ricchezza di ciò che si possiede.

Convincere coloro che vengono a scoprire la bontà e l’eccellenza della qualità dei nostri prodotti grazie al rispetto di un’agricoltura artigianale e di tradizione in un decoro eccezionale come il nostro, non è di per sé un problema. Quello vero è che per poter trasmettere tutto questo dobbiamo prima essere convinti noi. È da questo punto di partenza che “l’unione fa la forza”. Abbiamo a disposizione persone competenti da un lato e tanti giovani dall’altro, che aspettano che qualcuno li guidi, con le giuste informazioni, che organizzi in maniera funzionale un lavoro fatto di comune passione, volontà e reddito.

La cosa più difficile è crederci, il resto verrà da sè.   Elena Manzini

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