Orgoglio Castelvetranese listerà a lutto i cartelli d’ingresso alla città: Castelvetrano Città Cancellata

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
19 Ottobre 2018 14:57
Orgoglio Castelvetranese listerà a lutto i cartelli d’ingresso alla città: Castelvetrano Città Cancellata

C’è un comitato civico di una cittadina siciliana commissariata per mafia che ha deciso di listare a lutto i cartelli stradali d’ingresso alla città per dichiarare la morte civile di un’intera comunità di oltre trentaduemila cittadini. Tutto ciò per colpa di un solo latitante e dei suoi compiacenti collusi, perseguiti da una giustizia che ciecamente prende lucciole per lanterne e li accomuna all’intera cittadinanza. CASTELVETRANO    CITTA’ CANCELLATA Una cittadina martoriata e mortificata da una nomea, riconducibile ai natali del latitante Matteo Messina Denaro, che appare devastante per la dignità sociale di tutti i cittadini castelvetranesi.

Un’accorata missiva di allarme al Capo dello Stato, che ne ha adeguatamente preso atto, ha manifestato una verità su Castelvetrano che è divenuta campo di battaglia fra guerrieri del male e del bene; incuranti della tutela morale e sociale di migliaia di bravi cittadini, si scontrano bloccando lo sviluppo di un territorio vocato verso ben altri scenari socio economici. Una città massacrata da continue emergenze igienico-sanitarie che, a causa dei rifiuti abbandonati in strada, durano da oltre un anno e mezzo; dove la rimozione della spazzatura procede in modo lentissimo e non si è ancora realizzata la bonifica delle strade pubbliche ammorbate da ratti, zanzare, cimici e blatte.  L’incuria e l’assenza di controlli adeguati ha prodotto negli anni, in tutto l’interland castelvetranese, una diffusa presenza di eternit abbandonato nelle campagne, con le immaginabili conseguenze per la salute della città i cui abitanti sono così esposti all’insorgenza delle malattie cancerogene legate al fenomeno.

Verso la fine dello scorso luglio un provvedimento dal forte sapore politico-clientelare ha inferto un ulteriore colpo di mannaia alla città; l’approvazione del piano di riordino della rete sanitaria regionale siciliana causerà il declassamento dell’ospedale Vittorio Emanuele II di Castelvetrano, nato dopo il terremoto del Belice del 1968 in un’area a vocazione sismica di II grado. Com’è arcinoto il nosocomio in questione è al servizio di una utenza di oltre centomila persone abitanti nei diversi comuni della Valle del Belice (Castelvetrano, Santa Ninfa, Gibellina, Partanna, Montevago, Salaparuta, Poggioreale, Campobello, Santa Margherita Belice, Menfi, Salemi, Vita, Calatafimi), che saranno privati della assistenza sanitaria legata ai tanti reparti di cui è stato deciso il trasferimento nelle strutture ospedaliere di Mazara e Marsala; così che l’ospedale di Castelvetrano sia destinato a morire come sta morendo l’intera città.

Con gli stessi criteri politici clientelari anni addietro il territorio fu privato del Tribunale, trasferito a Marsala sebbene a poca distanza da quello di Trapani, sopprimendo, così, il presidio di giustizia dei cittadini del Belíce costretti a fare tanti più chilometri utilizzando una rete viaria particolarmente disagiata e rinunciando all’indispensabile presidio di giustizia proprio nel territorio di origine del latitante mafioso. Ma il diritto costituzionale alla salute è ben altra cosa.

Come può l’assessore regionale alla sanità Ruggero Razza pensare di migliorare l’offerta sanitaria territoriale smembrando un moderno ospedale con annesso elisoccorso, costato 75 miliardi di lire, posto al centro di un territorio così ampio e difficoltoso geograficamente come l’intera Valle del Belìce, costruito per dare assistenza sanitaria a circa 100.000 abitanti di un territorio a vocazione e pericolo sismico incombente? Se uno dei principali compiti dell’Assessore alla salute è quello di migliorare l’offerta sanitaria del territorio siciliano, l’assessore Razza ha clamorosamente fallito il suo compito, favorendo di fatto altri territori a discapito di quello del Belìce.

Interi reparti pienamente funzionanti vengono destinati ad essere chiusi e trasferiti ad altre strutture ospedaliere che hanno bisogno della Terapia intensiva e della dialisi, dell’oncologia e dell’anatomia patologica, della ginecologia, della pediatria, della farmacia, della direzione sanitaria per essere elevati ad un livello superiore e soddisfare più le esigenze politiche piuttosto che la messa in efficienza del sistema sanitario. Reparti complessi declassati a semplici, la chirurgia generale che, con cinque sale operatorie, tiene testa statisticamente ai nosocomi di Marsala e Trapani, l’ortopedia che è sempre esistita come unità complessa e che dovrà divenire semplice per favorire altro ospedale alcamese che però attende ancora i finanziamenti per realizzare il piano di “scippo” a quello castelvetranese del Belice.

E tutto per una promessa elettorale della promozione a DEA di I livello dell’edificio ristrutturato dell’ospedale di Mazara del Vallo, anche a costo di trasformare in carcassa di cemento armato l’ospedale di cinque piani moderni ed efficienti di Castelvetrano che si chiamerà ospedale Valle del Belice, secondo quanto richiesto con una petizione sottoscritta da oltre 7.000 abitanti che sostengono l’azione del Comitato Civico nella richiesta all’ASP di Trapani di modifica della sua denominazione.

Una petizione che intende ergersi a tutela del presidio ospedaliero dell’intero Belice e richiedere la modifica dell’intestazione da “Vittorio Emanuele II” a “ospedale Valle del Belice”. Un corposo documento di denuncia è stato inviato alle cariche istituzionali dello Stato e all’AGENAS, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali con la richiesta di una ispezione sanitaria del territorio belicino che il piano assessoriale Razza trasforma in deserto sanitario, concentrando ben tre DEA di primo livello sul litorale occidentale entro una distanza di appena quaranta chilometri, Trapani, Marsala e Mazara del Vallo.

Mortificando, così, il presidio ospedaliero di Castelvetrano, da svuotare e smembrare con costosi trasferimenti di reparti e declassificazioni incomprensibili, nonostante sia al centro della Valle del Belice a servizio di un territorio tanto ampio. Il deliberato e consapevole attentato al diritto costituzionale alla salute delle nostre popolazioni appare perpetrato al solo scopo di accondiscendere alla richiesta clientelare politica altrui e a danno di un territorio che, al momento, non ha padri politici in grado di tutelarne gli imprescindibili interessi sociali.

Lo scellerato piano dell’assessore Razza è già stato inviato al tavolo dei Ministri della Salute e dell’Economia e Finanze ove, se non verrà bloccato con una mancata approvazione, determinerà l’eutanasia istituzionale dell’ospedale della Valle del Belice in totale violazione del Decreto legge Balduzzi n. 158 del 13 settembre 2012 sulla illegittima costituzione di un nuovo DEA di primo livello a Mazara del Vallo. Se uccidessero anche il nostro diritto alla salute, saremmo un popolo colpito dalla mafia che ha segnato mortalmente la sua storia; ma mortificato anche dalle stesse istituzioni democratiche che determineranno la conclusiva morte civile di una intera comunità, di una città ormai cancellata!   Avv.

Franco Messina vice presidente del Comitato civico Orgoglio Castelvetranese. #GIULEMANIDALLOSPEDALE  

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