Non è tutto olio, quello che luccica

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
06 Novembre 2019 08:53
Non è tutto olio, quello che luccica

L'olio è uno degli alimenti che rientra nell'elenco di quelli che subiscono le maggiori sofisticazioni ed adulterazioni che porta una cifra considerevole nelle tasche dei truffatori. Negli ultimi dieci anni si è assistito ad una sorta di boom di olio di oliva considerato fuori legge, pari all'87,5%. Lo rende noto Unaprol (Unione nazionale dei produttori olivicoli) dopo l'analisi dei dati relativi ai recenti sequestri di oltre due tonnellate di falso olio extravergine di oliva al porto di Palermo dall’agenzia Dogane e monopoli nell’ambito delle attività di contrasto alle frodi alimentari.

Le analisi condotte sul prodotto trasportato avevano rilevato che era olio di oliva lampante non commestibile. Il mercato dell' "oro verde" italiano necessita sempre più di controlli sia sulla filiera, dalla produzione all’imbottigliamento, sia sulla destinazione dei fondi europei per evitare che vadano a chi viola le regole, truffa i consumatori o nasconde intrecci con il crimine organizzato. L' oro verde italiano equivale a circa 1,5 miliardi di euro dell'export e può ben considerarsi l'eccellenza nel mondo con il maggior numero di extravergini a denominazione in Europa (43 DOP e 4 IGP), un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà in produzione.

Se da una parte, uno dei nostri maggiori competitor come la Spagna ha visto calare la produzione (attestandosi però sempre su numeri di una una certa entità pari a 1,35 milioni di tonnellate), stando alle ultime stime nel 2019, nonostante alcuni problemi di natura climatica rilevati in diverse zone dello stivale, la raccolta potrebbe raggiungere circa 315 milioni di chili. Produciamo poco e quindi dobbiamo importarlo. Dietro a ciò non poche sono le frodi. Come accade, ad esempio, nel 2018, quando l'antifrode europea scoprì oliva extravergine greco commercializzato come italiano e olio vergine di oliva greco venduto come olio extravergine.

Non abbassare la guardia quindi, per evitare che in primis i produttori onesti e poi i consumatori siano danneggiati a chi importa olio di pessima qualità che poi grazie alla chimica riesce a portarlo sulle tavole degli italiani. Ecco quindi che si rende necessaria una etichettatura che dia il maggiori informazioni possibili al consumatore finale: cultivar, luogo di produzione, luogo metodo di molitura, procedure di confezionamento. Controllare sì, ma è anche necessario che il consumatore presti maggiore attenzione nell'acquisto: trovare negli scaffali dei supermercati olio extravergine di oliva dai 3 ai 7 euro al litro un dubbio dovrebbe farlo sorgere.

Dietro a quel prodotto in bella vista con etichette multicolor ci sono tutta una serie di costi che rendono impossibile portarlo sul mercato a tali prezzi. Allenando il palato, via via ci si rende conto che a quei prezzi si può solo acquistare un prodotto che ha subito ben più di una sofisticazione e non solo con prodotti naturali ma che grazie alla chimica si riescono ad ottenere colori, aromi, sapori. Elena Manzini

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