Nasce l’associazione “vivere Campobello” a capitanarla Doriana Licata

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
04 Settembre 2019 08:12
Nasce l’associazione “vivere Campobello” a capitanarla Doriana Licata

Era nell'aria una certa insoddisfazione da parte di un nutrito gruppo di campobellesi nei riguardi dell'operato dell'attuale amministrazione comunale. Insoddisfazione che si è andata via via concretizzando e che ha preso vita con l'Associazione "Vivere Campobello". Ho così posto qualche domanda alla Presidente, Doriana Licata, medico e persona conosciuta nella comunità. Quando nasce "Vivere Campobello"? "Vivere Campobello" nasce ufficialmente, pochi giorni fa, il 27 agosto ma in realtà era già nata mesi fa, quando abbiamo sentito l’esigenza di mettere insieme un soggetto collettivo in grado di unire all’interno  della stessa associazione donne e uomini che, al netto delle proprie ideologie, intendessero dare un contributo concreto alla ripresa della nostra comunità.

Da chi è partita l’idea? L’idea è partita da un gruppo di vecchi amici che, avvertendo un diffuso malessere che da tempo alberga nella popolazione campobellese, smarrita ed abbandonata, priva di autorevole rappresentanza istituzionale, di risposte certe e positive alle tante, troppe, problematiche locali, hanno voluto con determinazione e vigore, scendere in campo per cercare di cambiare radicalmente lo stato di desolazione in cui versa la nostra città. Il Consiglio Direttivo da chi è costituito? Il Consiglio direttivo è costituito dalla sottoscritta, designata a rivestire il ruolo di Presidente, il Vice Presidente è l’ex sindaco di Campobello di Mazara, Giuseppe Fazzuni e poi Francesca Firreri, Carmela Barone, Maria Giovanna Cascio, Daniela Vernaccini, Annalisa Lanceri e Vito Abate.

Quali sono gli scopi dell’associazione? E’ una libera associazione ispirata ai valori fondamentali della Costituzione che partecipa alla vita politica come servizio di interesse collettivo, promuove attività culturali per la crescita sociale, attraverso un confronto con tutte le componenti della società, favorendo lo sviluppo economico e turistico della comunità, in attuazione dei valori della democrazia, trasparenza e solidarietà. Ci può spiegare come è possibile entrare a far parte della vostra associazione? Necessitano requisiti in particolare? Ho già detto che la nostra è un’associazione poliedrica nel senso che unisce al suo interno diverse ideologie, diversi rappresentanti del sociale, ma che ha un massimo comune denominatore, la ripresa socio- economica di Campobello di Mazara.

Per tale motivo le aspettative sono ambiziose ed i requisiti fondamentali di partecipazione sono serietà, dedizione, amore per il proprio paese, capacità di pensiero e di azione, perché per uscire dalla crisi questo territorio va pensato in grande. Perché ciò accada selezioneremo le menti e le energie migliori che andranno a formare la squadra. Devo ammettere, con grande entusiasmo, che abbiamo ricevuto tantissime richieste spontanee di adesione e che, non avendo idee preconfezionate, siamo aperti al confronto con tutte le altre forze politiche e sociali del nostro paese perché si possa tutti insieme vincere una battaglia di libertà.

Nella vostra pagina Facebook si legge “organizzazione politica” state per caso scaldando i motori in vista delle prossime elezioni amministrative? Certo non è il principale motivo per cui è nata la nostra associazione ma essa rappresenta la base solida su cui edificare un progetto politico alternativo a questa amministrazione che non è stata oggettivamente in grado di interpretare le esigenze ed i bisogni dei cittadini di Campobello di Mazara. Non c’era stata ancora la presentazione ufficiale e già siete usciti online con materiale di una certa rilevanza, cosa è accaduto esattamente? Diciamo che non ci hanno dato il tempo necessario per comunicare ufficialmente la nascita della nostra associazione perché abbiamo ricevuto un video girato da un cittadino attento alle problematiche ambientali che ci ha lasciati senza parole.

Dal video e dalle foto si evinceva che i rifiuti venivano buttati sull’asfalto, all’interno di una discarica, quella di Campana Misiddi, chiusa da anni e protagonista di una campagna ambientalista di riqualificazione a causa dello sversamento di percolato, che rappresenta una grave minaccia per l’ambiente. Abbiamo sentito il dovere morale di intervenire a protezione e difesa di tutti i cittadini. La cosa che ci ha lasciati sbalorditi è stata la dichiarazione del sindaco che, giocando a scarica barile, sostiene non solo di non avere dato l’autorizzazione all’utilizzo della discarica ma addirittura di non saperne nulla.

La domanda così nasce spontanea: di chi sono le responsabilità di tale scempio? Chi ha le chiavi per l’apertura della discarica che è affidata al Comune? Chi può circolare liberamente all’interno della discarica utilizzando mezzi pesanti? Se è vero che il nostro è un comune virtuoso, dove vanno a finire gli introiti della differenziata? Il sindaco sa almeno che dalla qualità dell’ambiente in cui viviamo, dipende la qualità della nostra vita e della vita dei nostri figli? La città ha il dovere di conoscere i nomi dei responsabili  di tale gesto scellerato e preannunciamo già che la nostra battaglia sarà volta alla tutela della salute ed all’utilizzo dei proventi ottenuti con la raccolta differenziata attraverso la riduzione della tassa comunale sui rifiuti che nel nostro paese è stata maggiorata del 35%.

Elena Manzini

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