“Modigliani Experience, Les Femmes” imperdibile mostra multimediale del grande pittore livornese

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
06 Marzo 2019 16:08
“Modigliani Experience, Les Femmes” imperdibile mostra multimediale del grande pittore livornese

Fino al 31 Marzo è possibile visitare a Palermo la “Les Femmes - Modigliani Experience” , ovvero, la mostra multimediale sulla vita e le opere di Amedeo Modigliani. Dal 3 Novembre questa meravigliosa esposizione di opere, realizzata per celebrare il centenario della morte del pittore, si trova a Palazzo Bonocore e attrae numerosi amanti, e non solo, dell’arte. Sono 50 le opere riprodotte attraverso tecnologie che consentono di perdersi in un percorso multimediale, in 3D, davvero unico e suggestivo: foto, un video-documentario e due dipinti autentici, rispettivamente “Hannelore” e “Jeanne”.

Oltre alle sue opere sono riprodotte quelle di artisti, vicini a Modigliani, quali Giovanni Fattori, Maurice Utrillo e Fernand Léger. Un’esposizione meritevole di essere vista e un pittore degno di essere ricordato e “celebrato”. Per chi non lo conoscesse bene Amedeo Clemense Modigliani, in arte Amedeo Modigliani, era un pittore livornese, nato nel 1884 in una famiglia di origini ebree. Il padre, assente quasi completamente nella vita del figlio, era un commerciante di legno e carbone, mentre la madre, casalinga, sopperiva a tale mancanza cercando di essere, quasi morbosamente, presente in ogni scelta di quel figlio prediletto; prediletto sia in quanto ultimogenito, sia lo stato di salute instabile e, piuttosto, fragile nel quale versava il giovane.

Malato di pleurite, già dall’età di 11 anni, nel 1900 fu colpito dalla tubercolosi. Un insieme di fattori che lo condusse ad un’instabilità caratteriale e ad una sorta di misantropia; un’asocialità acuta che lo spinse, maggiormente, a trovare nell’arte e nella pittura quel senso di pace e serenità che non riusciva a trovare altrove, se non nei testi di Nietzsche, Baudelaire e Lautréamont, che adorava particolarmente. Modigliani fu “discepolo” di Guglielmo Micheli, artista di notevole talento.

Si occupò di pittura, scultura. Realizzò nudi, ritratti, sculture ispirate all’arte africana. Studiò pittura a Livorno, a Firenze e a Venezia. Proprio a Venezia conobbe Manuel Ortiz de Zàrate, il quale gli descrisse, incuriosendolo, il mondo parigino come la più grande meta artistica da raggiungere; la città nella quale un artista avrebbe avuto la possibilità di esprimersi ed esprimere la propria arte. Fu così che, nel 1906, con pochi soldi in tasca ma tanta curiosità nel cuore, con l’angoscia di allontanarsi dalla madre ma al tempo stesso con l’immenso desiderio di realizzare sé stesso, si diresse a Parigi.

Lì conobbe quasi subito Pablo Picasso e Guillaume Apollinaire e iniziò a frequentare l’Académie Colarossi. La sua vita si svolse tra Montparnasse e Montmartre ispirandosi dapprima a Henri de Toulouse Lautrec e, poi, a Paul Cézanne. Iniziò a realizzare i primi ritratti, caratterizzati dall’uso di colori forti e parti, spesso, appositamente dai contorni poco definiti, per mostrare la vaghezza dell’emotività umana. Volti che lasciano trapelare l’infinità dell’Anima soppressa in un corpo incapace di contenerla.

A Montparnasse, Modigliani riuscì, anche, ad affittare un piccolo studio nel quale lavorare. Ma, quasi subito, fu costretto ad abbandonarlo e, addirittura, a cambiare alloggio non riuscendo più a sostenere le spese. Proprio in quel periodo, uno dei più bui della sua vita, conobbe, però, Paul Alexandre, famoso e ricchissimo dermatologo, che gli chiese di ritrarre lui e il fratello, Jean. Alexandre fu una sorta di angelo custode per Modigliani, lo aiutò sia economicamente, acquistando alcuni dei suoi quadri, sia moralmente, standogli accanto, portandolo con sé, nelle famose soirées francesi nelle quali si mischiavano musica, arte, vino, pittura e poesia.

Nel 1914 scoprì l’arte primitiva, selvaggia, e ne rimase attratto al punto tale da farla divenire la sua più grande ossessione. Riuscì a diffondere le sue opere africane grazie a Paul Guillaume. Lo stesso anno conobbe Beatrice Hastings e, sebbene fu una delle sue relazioni più stabili, durò solamente un paio d’anni. L’amore vero di Modigliani fu Jeanne Hébuterne, la sua musa ispiratrice, dalla quale ebbe una figlia. Dopo qualche anno le sue opere vennero esposte da Guillaume assieme a quelle di Picasso e Matisse.

Ma nel 1920, precisamente il 24 gennaio fu colpito da una meningite tubercolare che lo condusse alla morte nel giro di poche ore. Disperata, non riuscendo a farsene una ragione, Jeanne a soli 22 anni e con in grembo la seconda figlia, al nono mese di gravidanza, si gettò dal quinto piano dell’appartamento. Entrambi sono sepolti al cimitero Père-Lachaise di Parigi. Una storia triste, un destino crudele, un po' come quello che unisce tutti gli artisti. Modigliani è stato un pittore straordinario; ha mollato tutto per dirigersi verso sé stesso, percorrendo le strade del suo inconscio al fine di riuscire a comprendere quello degli altri.

Una vita maledetta, un successo giunto solamente alla fine dei suoi giorni. “Quello che cerco non è nè la realtà né l’irrealtà, ma l’inconscio, il mistero dell’istinto nella razza umana”. (Modigliani). Alessandra Fazio  

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