Mazara, la “guerra del gambero rosso” e la questione Libia su “The Guardian” con l’inchiesta del giornalista Lorenzo Tondo

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
19 Novembre 2019 09:55
Mazara, la “guerra del gambero rosso” e la questione Libia su “The Guardian” con l’inchiesta del giornalista Lorenzo Tondo

La costosa “guerra del gambero rosso” nelle acque internazionali davanti la costa della Libia ha guadagnato le prime pagine del noto giornale inglese “The Guardian” grazie all’inchiesta del bravo corrispondente per l’Italia, il siciliano Lorenzo Tondo. Ecco il link attraverso il quale leggere l’articolo: https://www.theguardian.com/world/2019/nov/19/red-prawn-war-fuels-anti-eu-feeling-among-italian-fishing-crews Tondo, che nei giorni scorsi è stato a Mazara del Vallo accompagnato dal fotografo Alessio Mamo, ha preso spunto dal vero e proprio atto di pirateria consumatosi lo scorso 6 settembre a circa 32 miglia a nord dal porto di Bengasi quando ad esser presi di mira ancora una volta da miliziani libici sono stati pescherecci della marineria di Mazara del Vallo impegnati nella pesca del rinomato gambero rosso nei fondali delle acque internazionali davanti la Libia; fortunatamente ad evitare il peggio è stato l’arrivo di una unità militare italiana che ha costretto i libici alla ritirata.

L’azione però –come dicevamo- rappresenta l’ennesimo atto di pirateria nei confronti della marineria di Mazara del Vallo. Lunga è infatti la storia dei sequestri di pescherecci mazaresi sorpresi a pescare all’interno della cosiddetta ZEE, zona interdetta alla pesca istituita unilateralmente nel febbraio 2005 dal Governo di Tripoli e che si estende per 62 miglia oltre il  limite di 12 miglia delle acque territoriali; la Libia avrebbe adottato quella decisione rifacendosi alla “Convenzione di Montegobay” del 1982 riferibile però agli areali oceanici, non certo applicabile in un mare chiuso come il Mediterraneo (in foto copertina la ZEE libica).

Lorenzo Tondo ha raccontato la “filiera” del gambero rosso proprio a partire dalle difficoltà affrontate quotidianamente dai pescatori mazaresi. Nella sua inchiesta sono stati sentiti: l’armatore-capitano Mimmo Asaro (nella foto scattata da Alessio Mamo per The Guardian) che più volte è stato sequestrato in Libia a bordo di pescherecci, il sindacalista Tommaso Macaddino, responsabile regionale Uila-Pesca, il commerciante ittico Dino Argirò ed infine lo chef Bartolomeo Marmoreo che ha spiegato le qualità organolettiche del rinomato gambero rosso di Mazara del Vallo.

Il giornalista di origini di Sciacca ha pure voluto sentire il sottoscritto in qualità di sociologo e giornalista che,  purtroppo, in questi ultimi decenni ha narrato spesso le “disavventure” incontrate dai pescatori di Mazara del Vallo che pagano, come soldati in “trincia”, un mancato intervento fino ad oggi delle Autorità internazionali, l’Ue in primis, volto a risolvere l’annosa controversia sulle acque internazionali davanti la Libia, areale storico per i mazaresi per la pesca gambero rosso nei fondali sabbiosi di circa 500-700 metri; spesso, ecco anche il paradosso, i sequestri negli ultimi anni sono avvenuti da parte di motovedette fornite negli anni scorsi dall’Italia alla Libia e con personale formato nel nostro Paese.

Francesco Mezzapelle

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