Mazara, I.C. “Borsellino-Ajello”: a scuola con l’Avatar

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
20 Giugno 2020 12:53

Una scuola che supera il modello trasmissivo e adotta modelli aperti di didattica attiva mette lo studente in situazioni di apprendimento continuo che gli permette di argomentare il proprio ragionamento, di correggerlo strada facendo e di presentarlo agli altri. L’obiettivo è coinvolgere e motivare gli studenti, trasformando il modello educativo e i linguaggi della scuola, rendendoli protagonisti dell’apprendimento e non solo ascoltatori passivi e silenziosi, applicando metodi di problem solving e collaborative learning.

Da queste premesse metodologiche è nata l’esperienza realizzata dalle alunne Noemi Licari e Rosa Valore della classe III C della Scuola Secondaria di 1° grado dell’istituto comprensivo “Borsellino-Ajello” di Mazara del Vallo, che hanno sostenuto la loro prova di esame di Terza Media all’interno di un Ambiente Virtuale, con ottimi risultati, accompagnati dal loro prof. Giovanni Marrone e dal ricercatore Gianni Panconesi, che hanno ideato e reso concreto il progetto di educazione immersiva “A scuola con l’AVATAR”.

Il percorso che la scuola ha intrapreso è appena iniziato e sarà portato avanti con la collaborazione del ricercatore dott. Gianni Panconesi esperto di didattica immersiva nei mondi virtuali,  per migliorare la qualità dell’offerta formativa attraverso l’utilizzo di piattaforme di e-learning, come sono i Mondi Virtuali 3D. Comunicato stampa I.C. Borsellino-Ajello Nota Gianni Panconesi È con estremo piacere che scrivo alcun note riferite all'esperienza che ho vissuto insieme a Rosa Valore e Noemi Licari, aiutandole a preparare la loro tesina d'esame in un ambiente inusuale per la Didattica tradizionale, nel quale hanno realizzato le loro aule virtuali in cui sosterranno la prova dell'Esame di Stato.

In un periodo in cui si parla molto e molto spesso a sproposito, di didattica innovativa supportata dalle tecnologie, in ambito digitale o semplicemente a distanza, a causa dell'emergenza Covid19, aver fatto l'esperienza insieme a Rosa e Noemi della preparazione del loro esame di Stato in un ambiente virtuale 3D, è stato sicuramente interessate e gratificante. Entrambe erano a digiuno di molti aspetti specifici di questa realtà, così immersiva e contemporaneamente così lontana dai soliti Social Network, in cui ci si confronta a suon di Like e, al massimo, si condividono foto e ricordi.

Tuttavia, hanno superato entrambe ogni difficoltà senza mai desistere, affrontando un'esperienza nuova con impegno e responsabilità, consapevoli dei propri limiti. Sono due persone diverse, che hanno comunque raggiunto un risultato più che apprezzabile. Rosa, caparbia fino all'inverosimile, ha affrontato e superato ogni compito senza mai arrendersi di fronte alle difficoltà, facendosi, giustamente, aiutare laddove non riusciva. Noemi, più immediata e autonoma, ha agito quasi in silenzio superando passo passo le varie fasi di lavoro, mettendo a frutto gli insegnamenti che le erano stati dati.

Una diversità di personalità più che di bravura, come si riesce a intravedere anche dai due video realizzati alla fine, comprensibile e adeguata alla loro giovane età, che tuttavia ha portato alla piena realizzazione del compito assegnato rispettando tutte le consegne e mettendo nel loro lavoro la giusta dose di creatività e originalità. Gli ambienti virtuali 3D sono un'evoluzione dei Serious Games, ma la loro origine non deve farci cadere nel fraintendere il loro utilizzo a livello didattico (tutti noi conosciamo Minecraft Edu, che appartiene alla stessa famiglia), così come per altri applicativi digitali o virtuali.

Sono ambienti in cui si apprendono costantemente competenze come la collaborazione, la condivisione, il valore del feedback propositivo, l'importanza della documentazione. Rosa e Noemi ci insegnano proprio questo con il loro lavoro e cioè che anche la Tecnologia va conosciuta e usata per affiancare un apprendimento significativo, senza esserne manipolati, ma carpendone gli aspetti che possono facilitare e supportare la curiosità e la creatività per un percorso educativo efficace, divertendoci nell'usarla e adattarla ai propri bisogni educativi.

La mia nota accomuna volutamente le due studentesse in questo senza dare particolare risalto alle capacità dell'una o dell'altra, perché entrambe possono essere considerate un'avanguardia educativa per le modalità di apprendimento che hanno messo in atto e di questo si meritano ampio riconoscimento. Mi auguro che esperienze di questo tipo possano essere ripetute anche negli anni prossimi, visto che mettono in campo alcune delle metodologie didattiche più efficaci, come avviene normalmente quando si tratta di compiti di realtà e considerato che sono a costo quasi zero sia per i docenti che per gli studenti.

Infine, mi preme rendere noto che questa esperienza verrà riportata all'interno di una pubblicazione che sto curando insieme ad una collega ricercatrice di Indire e che uscirà il prossimo anno per conto di un editore statunitense, ovviamente se Rosa e Noemi saranno disponibili ad essere citate e vorranno raccontarla dal loro punto di vista. Video

Video gallery

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza