L‘elzeviro di Bonagiuso: gli eroi non verranno a salvarci, stavolta

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
04 Settembre 2020 09:38
L‘elzeviro di Bonagiuso: gli eroi non verranno a salvarci, stavolta

Sarà impopolare, anzi spero francamente di esserlo, ma la società contemporanea, liquida per definizione, è già naufragata da tempo, in uno stillicidio di meccanismi più semplici di quelli che governano le reazioni di un ratto, sottoposto allo Skinner box. La società contemporanea non ha alcun bisogno di nuovi semplificatori, di nuove radicalizzazioni binarie che richiudono tutta la complessità dello scibile nella drastica alternativa tra 0 e 1. Tra sì e no. Tra giusto e ingiusto. Tra bello e brutto.

Tra figo e sfigato. E per sostenerlo uno come me che vive di principi pressocchè indiscutibili nel loro fondamento etico, vuol dire che il segno del certo è stato abbondantemente semplificato dal segno del facile. Con l'alibi della radicalità ha vinto la banalità del semplice. La nuova logica contemporanea non dovrebbe più basarsi nè sul principio di verificabilitá, quel principio per il quale se tu sostieni una teoria devi verificarne le condizioni di esistenza; nè sul principio di falsificabilità, quel principio secondo cui, verificata una teoria, per smontarla, è tuo compito mostrarne la debolezza.

L'esempio facile facile è quello dei corvi. Chi ha definito la specie ha verificato che i corvi sono tutti neri. Deve aver cercato oltre il giardino di casa, deve aver messo in rete il sapere su questa cosa, deve essersi confrontato con altri che osservano corvi, ed alla fine, avrà verificato che un corvo, sulla base dei tanti corvi osservati, e non perché lo ha detto Ciccioloso su Facebook, è nero. È questa una verità assoluta? No. Perché se un giorno qualcuno riuscisse a falsificare la teoria già verificata, è cioè trovare un corvo bianco, che non sia stato dipinto da qualche ragazzotto ubriaco, che non sia una colomba con dei tratti più aggressivi, e che non sia l'ultimo drone cinese fabbricato male, allora la precedente teoria sarà falsificata, e quindi nulla.

La frase nero come un corvo smetterà di avere significato. La nuova scienza, ormai falsificata, e non più scienza, ma comunicazione, dovrebbe basarsi sul principio di semplificazione. Non so se è chiaro a tutti. Ma è così. Almeno dovrebbe essere così. Non so se sono riuscito a spiegare bene come dovrebbe funzionare il pensiero umano, sulla base della verificabilitá e della falsificabilità. Proverò adesso però a spiegare come la comunicazione guidata prima da cattiva mamma TV, e con essa da ogni media che tende a formattare l'utente per dargli quello che chiede, senza possibilità di evoluzione, ma con parecchio sforzo, invece, a mantenerne basso, bassissimo, il livello cognitivo e la capacità di critica, poi la pletora dei Ghost-writer politici, ed infine il tessuto radical-chic di chi per non fare il corvo bianco si è messo a disposizione della barbarie, hanno sviluppato una santa alleanza che sin dagli anni ottanta ha indebolito il tessuto contenutistico del pensiero.

Complici? Quei pedagogisti (oh mio Dio!) che, senza neanche averlo compreso bene, si sono prestati al gioco del Mass Media, devastando il mondo della scuola che era l'unico argine cognitivo al nulla. Cosa hanno colpito? I contenuti. Lasciando la scuola come una slot machine di Power point, di schemini, di crediti, indicatori, sigle, pon, pof, por, bsa, prin, invalsi e annessi e connessi. I nuovi bravi della scuola sono spesso quelli che hanno sciroppato giù queste sigle e i loro perfidi obiettivi formalistici, dilatandone la presa in chi, resistendo, aveva preteso di mantenere il contenuto e la modalità cognitiva a scuola.

Oggi i docenti di contenuto sono ridotti all'angolo. Spesso amati come dei rivoluzionari dagli alunni che li considerano fighi perché parlano come non si parla più. Sono vintage, insomma. Prossimi ad estinzione. Dichiarando morta l'argomentazione, perché un test non può argomentare, così come un PowerPoint, definendo breve, come significasse virtuoso, un saggio, dando le fonti come allegati, chiamando tesina la dissertazione principe dell'argomentare, ovvero la verifica della capacità di applicazione del principio di verificabilitá e, in casi eccelsi, anche di falsificabilità, la pedagogia politica ha ucciso la scuola.

E con essa l'alunno, che così è ostaggio di sfiga, moda, influencer e selfie. Ostaggio significa non praticare qualsiasi mondo con spirito cognitivamente critico. Dirigenti che hanno costruito la carriera su formalità, e ben altri, lasciamo stare, e non su contenuto, su prompt e format e non su ricerca accademica, uniti ad altri detentori di comando di un sistema politico che si è messo a premiare l'audience e fa spopolare nei luoghi della cultura improvvisatori, fenomeni da baraccone pompati da media semianalfabeti, mercanti di pesticidi prestati alla cultura, miscellaneatori che impastano le voci più ricercate al becero...

queste sono le cifre della debacle. Stupirsi che un giovane liceale non abbia idea del legame tra epoche, stili, contenuti, visioni, pensiero, ma che sconnette tutto in dati, nozioni, nell'utopia fattualista del know-how, e della scuola dell'eccellenza, circondata dall'eccellenza del territorio, e dall'eccellenza agro alimentare e dall'eccellenza dei capperi e del salame, dall'eccellenza dell'eccellenza che altro non è che una media, non pesata, di ciò che abbiamo sempre avuto intorno prima di Mc Donald e del glifosato, prima di antibiotici a manetta e polli gonfiati in batteria.

Prima che i non eccellenti dirigessero, governassero, comandassero, legiferassero. Coi loro congiuntivi a rischio e con l'anacoluto cronico che li identifica. A questo sonno generale del come e del perché, che ha trasformato in un mondo di cose l'universo del vivibile, comprese le cose-persone, anch'esse strumentali ormai, non si contrappone più nulla. Nè sinistre, nè pensiero, nè rivolta, nê anarchia... Siamo nella bolla del facile, e qualunque parruccone cerchi di complicare le cose, è uno che fa venire mal di testa.

Il mondo alla mano deve essere facile facile. Se per caso trovassero un corvo bianco lo abbatterebbero. Sarebbe troppo complicato riscrivere gli invalsi, le tabelle, i coefficienti millesimali, e le battute ridicole dei nuovi mostri... Abbatterebbero il corvo bianco perché il nuovo principio di semplificazione prevede che tutto ciò che eccede dalla media, è destinato alla pialla. La complessità irrita. È difficile. È facile il pensiero babbo. Abboccato. Fatto di slogan e di meme. E di cento caratteri.

Non oltre. Oltre che noia, che barba! Cose lunghe. Orrore. Ma gli eroi non verranno a salvarci stavolta. Hanno il pane da portare a casa, mi dicono. E quindi presto avremo il blues-man in coro col comico che non fa ridere, e la modella che ride e la scimmietta che batte cassa. In ogni dove, pure senza palcoscenico. Miscellanea del nulla. Condita di glifosato perché coltura è cultura, dicono facile facile, come sapere e sapore, bolla è balla e batti manine che viene papá... E giú, a sotterrare i libri che forse non hanno mai letto.

Fanno male. Loro. Ma, stavolta, purtroppo, gli eroi non verranno a salvarci.

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