La storia di Serenella Di Rosa da docente al consolato italiano a Miami: “Non sarà l’esposizione mediatica a salvare Castelvetrano”.

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
08 Aprile 2018 10:39
La storia di Serenella Di Rosa da docente al consolato italiano a Miami: “Non sarà l’esposizione mediatica a salvare Castelvetrano”.

Sin dalla nascita questo portale d’informazione si è caratterizzato per lo spazio che ha dedicato alle storie personali ed a quei messaggi positivi che questa comunità, oggi più che mai, ha bisogno di conoscere e diffondere per ripartire, avendo contezza di quante potenzialità e di quanti talenti questa comunità esporta in giro per il mondo. Diceva Joel Dicker che ci sarà sempre qualcuno che non comprenderà una tua scelta, ma si sceglie per proseguire non per essere compresi, oggi vi raccontiamo la storia di Serenella Di Rosa, docente e dirigente scolastico castelvetranese che grazie alla sua caparbietà ha ottenuto un importante incarico come responsabile dell'Ufficio Istruzione presso il Consolato Generale d'Italia a Miami negli Stati Uniti. La sua storia merita di essere raccontata perché è una storia fatta di sliding doors che si aprono al momento giusto, ma come scrivevamo prima ci vuole un coraggio ed un talento particolare per osare e per scegliere.

Serenella Di Rosa non usa mezzi termini nemmeno per descrivere l’attuale situazione della nostra Castelvetrano che forse qualcuno continua ad usare, incurante dei danni che sta provocando alla città che in molti continuiamo ad amare ed a voler rivedere in auge. Innanzitutto una tua breve biografia, dove sei nata, che percorso di studi hai fatto, quando sei diventata docente, quando sei diventata dirigente scolastico? Sono nata e cresciuta a Castelvetrano, e dopo la maturità classica (allora si chiamava così) mi sono laureata in Lingue e letterature straniere all' Università di Palermo.

Dopo la laurea, ho attraversato un periodo di completo "disorientamento" professionale, grazie al quale ho però sperimentato ambiti lavorativi diversi e apparentemente distanti tra loro, alternando periodi di lungo precariato scolastico -  per 14 anni nella provincia di Novara  -  ad esperienze formative e lavorative in altri settori. Ho conseguito un master in Hospitality Management a Roma presso ISDA e ho lavorato nel turismo congressuale per alcuni anni, approdando poi alla segreteria scientifica del Dott.

Carlo Pappone, primario di aritmologia presso l'Ospedale S. Raffaele di Milano. Nel 2005 arriva finalmente l'immissione in ruolo come docente di lingua e cultura inglese, a seguito del superamento di concorso a cattedra, e rientro in Sicilia, a Castelvetrano, dove insegno lingua e letteratura inglese presso il Liceo scientifico statale "Michele Cipolla". Mi rendo allora conto che il mio precedente vagabondaggio professionale, vissuto fino ad allora con un certo disagio, si rivela in realtà un punto di forza e si concretizza in competenze professionali che rendono dinamico il mio modo di essere insegnante.

Al Liceo scientifico di Castelvetrano sono promotrice di partenariati europei Comenius; grazie a questa esperienza professionale ottengo un distacco al Ministero dell'Istruzione e della ricerca come coordinatrice nazionale del programma europeo LLP (Lifelong Learning Programme) presso la Direzione Generale degli Affari internazionali, a Roma. Ed è durante questa esperienza professionale - dal 2009 al 2012 - che maturo la decisione di partecipare al concorso pubblico per dirigenti scolastici bandito nel 2011.

Superato il concorso, ottengo il primo incarico all' istituto Comprensivo  "Filippo Traina" di Vittoria in provincia di Ragusa e, dopo un anno, riesco  a rientrare in provincia di Trapani,  alla dirigenza del 3° circolo didattico "Baldo Bonsignore" di Mazara del Vallo dove sono tuttora dirigente scolastica titolare. Dopo tanti anni nel mondo della scuola hai deciso di accettare un importante incarico come responsabile dell'Ufficio Istruzione presso il Consolato Generale d'Italia a Miami, come è nata questa opportunità e quanto ci hai messo per decidere? In questo caso, devo dire che si è trattata di un'opportunità arrivata in modo quasi inaspettato, che ha sconvolto, come si può ben immaginare, la mia vita.

I dirigenti scolastici hanno la possibilità di potersi candidare per alcune posizioni - una quarantina complessivamente - che di anno in anno si rendono disponibili all'estero, in qualità di dirigenti scolastici  delle scuole italiane statali all'estero o di responsabili dell'Ufficio istruzione delle Ambasciate e dei principali Consolati italiani all'estero, per la promozione,  il coordinamento e il monitoraggio dei corsi d italiano presenti nelle scuole locali della giurisdizione  consolare di riferimento.

I posti vengono messi a bando annualmente e l'anno scorso, nel 2017, i posti disponibili erano 7. Decisi di inviare la mia candidatura il giorno della scadenza del bando, senza crederci troppo, sapendo che, trattandosi di posti ambiti, le possibilità di successo sarebbero state minime. Superai la prima selezione per titoli e fui convocata per il colloquio, insieme ad altri 52 miei colleghi, un paio di settimane dopo l'invio della candidatura. Il colloquio ebbe luogo il 31 luglio scorso, e dopo meno di una settimana fu pubblicato l'elenco dei 7 prescelti, e io ne facevo parte, con destinazione Miami.

Quattro giorni di tempo per decidere, nel pieno della calura agostana! Che fare? Scelsi di non decidere, era inutile arrovellarsi, la vita inaspettatamente mi portava altrove, e non potevo fare altro che assecondare il flusso degli eventi. Qual è il più grande difetto della scuola italiana, e qual è quella cosa che invece la rende unica al mondo? Domanda impegnativa, per rispondere finora non sono stati sufficienti dibattiti, seminari, riforme, ministri. Dal mio punto di osservazione, senz'altro modesto, ma arricchito da questa prima fase di studio del sistema scolastico e universitario americano, mi sento orgogliosa di affermare che il nostro sistema di istruzione e formazione è qualitativamente eccellente e non ha paragoni rispetto a quello di impronta americana e anglossassone, che pure conosco abbastanza da vicino.

La qualità dei contenuti didattico-disciplinari, la capacità di declinarli per competenze e di costruire curriculi verticali improntati ad una intelligente ed effettiva logica di continuità, senza sovrapposizioni, senza rigidità e formalità, l'elemento di inclusività a livello normativo e didattico dei curriculi, costituiscono forti caratteristiche di peculiarità e distintività che non hanno eguali in nessun'altra parte del mondo. I nostri studenti sono oggettivamente più preparati dei loro coetanei anglosassoni e americani e hanno competenze di cittadinanza - intese come capacità di tolleranza e accoglienza del diverso - nettamente superiori ai loro coetanei europei e americani.

Il grande difetto della scuola italiana è quello di non sapere nutrire questo grande patrimonio, Le risorse destinate alla scuola sono infinitamente al disotto del potenziale che è insito nel sistema di istruzione e formazione di un paese civile. Anzi, ancora peggio, le dichiarazioni di intenti da parte dei decisori politici, sia a livello nazionale che europeo, secondo le quali che l'istruzione rappresenta il volano principale dello sviluppo economico e sociale dei Paesi, non si traducono in coerenti azioni strategiche di assegnazione di risorse.  Accade quindi che i dirigenti scolastici in Italia, invece di incanalare la maggior parte delle proprie energie verso il perseguimento della propria visione educativa, si trovano irretiti dalla gestione di problematiche giornaliere molto più ordinarie e molto meno ambiziose, relative alla manutenzione ordinaria e straordinaria di edifici vecchi e spesso fatiscenti e al malfunzionamento delle dotazioni tecnologico-didattiche.

Il tuo è un incarico a tempo, ma tra qualche anno se si presentasse l'occasione di rimanere negli States lo faresti? Il mio incarico ha una durata di 6 anni, al termine del quale dovrò rientrare in Italia nei ruoli metropolitani, secondo una comprensibile logica che impedisce un prolungato distacco dagli sviluppi normativi e innovativi in campo pedagogico e ordinamentale nazionale, che non garantirebbe una adeguata rappresentatività del nostro sistema di istruzione e formazione all'estero.

Solo dopo ulteriori 6 anni di servizio nei ruoli metropolitani ci si può candidare per un nuovo incarico all'estero. Realisticamente, nel mio caso, l'attuale esperienza all'estero non potrà andare aldilà della naturale scadenza dell'incarico, fra 6 anni, pena la perdita del mio attuale posto di lavoro in Italia. In questo momento la mia intenzione è quella di portare a termine proficuamente l'incarico che mi è stato assegnato e di rientrare in Italia per condividere l'arricchimento umano e professionale ottenuto dall'attuale esperienza,a beneficio della comunità scolastica e di tutto il territorio di Castelvetrano e della provincia di Trapani, cui mi sento di appartenere.

Poi, la vita, non si sa mai cosa ci riserva, quindi fare una previsione da qui a 6 anni, è un po' prematuro e difficile. A parte gli affetti cosa ti manca della tua Castelvetrano? Con il mio paese di origine ho sempre avuto un rapporto conflittuale, caratterizzato da alti e bassi. Sin da ragazzina ho sempre pensato che a un certo punto avrei fatto la valigia e avrei cercato di trovare opportunità di vita e di lavoro lontano dalla Sicilia, e così è stato. Poco dopo essermi laureata, sono iniziate le mie peregrinazioni formative e professionali lungo l'Italia, arrivava però sempre un momento in cui sentivo l'esigenza di tornare a casa e condividere la crescita personale e professionale nella mia terra di origine.

Nell'attuale fase della mia vita, pensavo di essermi finalmente fermata e radicata e invece no, ancora valigie, ancora confronto, ancora crescita. A parte i miei affetti familiari, mi manca la mia casa, mi manca la mia scuola e i miei collaboratori e amici, mi mancano quelle piccole sicurezze provenienti da un ambiente che ti conosce perché nel tempo hai saputo restituire quello che ti ha dato, e nel quale non devi più dimostrare chi sei. Tuttavia, quando ho deciso di accettare questo incarico e questa nuova esperienza di vita, l'ho fatto pensando che sarebbe stata un'esperienza di tutti, della mia famiglia, dei miei amici, della scuola, del territorio da cui provengo.

Spero infatti di riuscire a trovare modalità di condivisione, di collaborazione e coinvolgimento durante l'esperienza stessa e non soltanto al mio rientro. Quanto ti fa arrabbiare leggere un giorno si e l'altro pure, che siamo la terra del latitante, degli evasori, della spazzatura etc? Ciò che mi delude è la modalità con cui si affrontano i problemi, che nessuno nega ci siano nel nostro paese. Chi ha accettato l'incarico di amministrare, gestire il nostro paese, ha l'obbligo  di  dimostrarsi all'altezza del proprio ruolo e la capacità di sapersi  prendere le responsabilità connesse a tale ruolo: se un'amministrazione  comunale è sottoposta a commissariamento, mi sembra evidente che si tratta di una realtà economico-sociale complessa e problematica.

La soluzione ai problemi non sta nell'esposizione mediatica che si nutre a piene mani di situazioni cosi ghiotte, senza proporre alcun rimedio, ma secondo me, sta nell'analisi attenta e profonda della situazione, delle logiche economico/sociali che la sottendono e nell'individuazione dei punti di forza presenti. Nessuno ha la bacchetta magica, ma si possono ipotizzare interventi risolutivi, in sintonia con la parte di cittadinanza sana, attiva, e costruttiva di Castelvetrano, che rappresenta una fetta significativa del nostro paese.

La strategia mediatica è percorribile solo se, d'accordo con la cittadinanza, si ritiene che in un certo momento possa rivelarsi utile ed efficace, e in cui la cittadinanza ha un ruolo di conduttore attivo e non di destinatario inerme e passivo. Di cosa ha bisogno la nostra comunità per riscattarsi? E' una domanda difficile, e non esiste una risposta univoca. Posso dire che vedere l'olio di Nocellara del Belice prodotto a Castelvetrano campeggiare sugli scaffali del tempio dell'eccellenza italiana in campo alimentare e gastronomico a Miami, per me è stata fonte di orgoglio e soddisfazione perché dimostra la qualità delle risorse e della capacità imprenditoriale di Castelvetrano, che simbolicamente rappresenta simili potenzialità di sviluppo anche in altri settori, come la cultura, l'arte, il turismo.

E' dalla consapevolezza dei punti di forza che si riparte, tracciando una forte intesa tra scuola, cultura, impresa, società civile. Infine, penso che sia necessario sviluppare una vera e propria cultura politica, intesa come senso di partecipazione attiva alla gestione della cosa pubblica, come sostegno attivo a chi abbiamo scelto di rappresentarci, come maggior consapevolezza dei meccanismi che regolano la gestione di risorse pubbliche, al fine di diventare facilitatori dello sviluppo della nostra comunità e non solo sterili detrattori.

Alessandro Quarrato    

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