La Sicilia della Bella Gioventù, intervista a Rosalinda che dopo aver girato il mondo ha scelto di tornare.

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
08 Febbraio 2018 09:00
La Sicilia della Bella Gioventù, intervista a Rosalinda che dopo aver girato il mondo ha scelto di tornare.

Dopo tanto fango buttato sulla Sicilia (come se ce ne fosse bisogno, basta un temporale e il fango invade tutto), su Castelvetrano in particolare, voglio parlare dei giovani siciliani, di quei giovani di cui poco si parla ma che rappresentano un input per lo sviluppo dell'isola, per la rivoluzione civile dell'isola, per uscire dall'impasse che dura da troppi anni. Un incontro fortuito e mi sono ritrovata conversare con una ragazza che ha davvero i numeri, come si suol dire, che rappresenta quella "bella gioventù siciliana" di cui andare fieri.

Rosalinda sa il fatto suo. Ha studiato a Palermo specializzandosi in Analisi Economica e Finanziaria. Dopo un periodo di lavoro nell'isola si è trasferita in varie zone d'Italia e successivamente in Polonia, Tunisia e India (in quest'ultimo paese ha focalizzato lo studio sulle banche del micro-credito). Attualmente, rientrata "a casa" si occupa di consulenza e coaching. Non è un marziano ma una ragazza che nel tempo libero come tanti giovani si dedica alla scrittura, musica, teatro e sport.  Le ho posto qualche domanda alle quali ha risposto senza tentennamenti ( per dirla in parole povere senza le manfrine tipiche a cui siamo abituati in questi ultimi tempi di campagna elettorale).

- Che progetti hai seguito all'estero? "In Tunisia curavo la qualità del servizio e la formazione del personale presso Almaviva Group. In India ho svolto una ricerca universitaria nell'ambito della microfinanza. In particolare, ho misurato l'impatto qualitativo del microcredito in termini di empowerment femminile. A Cracovia ho lavorato presso la multinazionale Capgemini nell'ambito delle Risorse Umane. In due anni ho ricoperto il ruolo di Senior Administration Specialist occupandomi sia dell'ottimizzazione dei processi sia della formazione e gestione team." - Cosa ti ha spinto a rientrare in Sicilia ed operarvi? "Mentre formavo le persone e miglioravo la qualità della vita ottimizzando i processi aziendali, mi sono resa conto che molti dei miei amici e conoscenti, giovani e non, lasciavano la Sicilia alla ricerca del lavoro.

La Sicilia ha tutto, bisogna solo che i siciliani si ridestino e tutelino il nostro inestimabile patrimonio. A 31 anni ho voluto così fare un tentativo, prima che sia troppo tardi. Sono rientrata da 7 mesi e posso dire di aver portato avanti delle battaglie che hanno avuto un impatto di medio periodo. Questa è già una conquista in un'epoca mordi e fuggi, in cui il sensazionalismo e lo sconforto prevalgono, dimenticando che oggi non abbiamo più scuse e che il futuro dipende da noi." - Qual'è il "tuo progetto" per una nuova Sicilia ? "Il mio progetto è un risveglio culturale che parta dalla cittadinanza attiva.

Immagino una Sicilia che innovi, che sviluppi nuovi sistemi sociali per una migliore qualità della vita. Immagino una Sicilia coesa, dove le province e i territori, seppur diversi tra loro, si ritrovino in un impegno comune: quello di prendersi cura di un'isola meravigliosa."   - Che ruolo dovrebbero avere i giovani? "I giovani, e soprattutto i giovanissimi, hanno un ruolo determinante per lo sviluppo dell'isola. Solo chi è cresciuto in Sicilia comprende a pieno una terra in cui le cose sono difficili il doppio, se non il triplo di altre regioni.

Ci sono ecosistemi radicati che richiedono tempo e pazienza. Gli adulti spesso sono rassegnati all'idea che non cambierà mai niente. L'astensionismo europeo ne da conferma. Ciò che è allarmante è che i giovanissimi siano già senza speranza. Non è accettabile che questi ragazzi abbiano perso anche il diritto di sognare. Servono giovani determinati, che non si abbattono, che si rialzano, che vogliono restare in Sicilia senza estremismi, dando priorità al bene comune." - Fai parte di un movimento politico...ti va di dirci qualcosa? "Al momento no.

Dopo aver portato avanti una campagna regionale in due mesi sui social e con il porta-a-porta in quanto autofinanziata, e, dopo aver guidato per più di un mese la segreteria regionale di un gruppo politico che si sta affacciando nello scacchiere nazionale, ho deciso di non appartenere a nessun partito né regionale né nazionale. Credo che oggi i partiti non siano nelle condizioni di garantire democrazia, né tanto meno di risolvere problematiche strutturali. Nulla contro le mie esperienze passate.

Ho conosciuto splendide persone, ognuna di loro contribuisce in base alle proprie possibilità. Preferisco fare politica attiva nei singoli territori, dal basso, con liste civiche espressione del contesto, senza simboli da difendere o diffondere. Probabilmente perché sono una design thinker, mi piace sviluppare soluzioni innovative a partire dalle persone, rispondendo a delle problematiche concrete. Per analizzare un contesto è necessario essere imparziali. Oggi ogni partito, piccolo o grande che sia, offre promesse a specifiche categorie di persone o usa parole generiche, senza calarsi nelle peculiarità di ogni lembo di terra.

La democrazia diretta genera illusioni. La convinzione che l'Europa avrebbe risolto i drammi di un continente martoriato ha dato ai trentenni una percezione ovattata della realtà. Il risveglio culturale è anche questo. E' conoscere la propria storia, interessarsi delle storie di altri popoli, impegnarsi quotidianamente, cooperare con l'obiettivo di lasciare ai nostri figli una terra ancora viva."   Elena Manzini

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