La Sicilia del IV secolo: dalla battaglia di Imera, alla questione punica ai Dionisi ad Agatocle. (I parte)

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
02 Ottobre 2018 08:57
La Sicilia del IV secolo: dalla battaglia di Imera, alla questione punica ai Dionisi ad Agatocle. (I parte)

Correva l'anno 480 a.C. quando vi fu la battaglia di Imera ( zona vicina alla porzione di territorio degli Elimi) che vide contrapposte le truppe greche a quelle cartaginesi, con la vittoria delle truppe greche, il conflitto perenne tra Segesta e Selinunte si ripropose il problema della questione punica, della centralità della Sicilia Occidentale, la più esposta verso il continente africano e quindi la necessità di stabilire degli equilibri generali. Fu Dionisio con l'aiuto di mercenari, della vecchia aristocrazia e con il popolo (démos) a consolidare il proprio potere.

Fu una vera e propria tirannia, come espresse Diodoro "« la piú grande e la piú durevole che la storia conosca". Sotto la tirannia di Dionisio vi fu la prima guerra siculo-punica, conperdite ingenti per i siculi come Gela e Camarina. Nel 405 il primo trattato di pace che prevedeva il dominio dei Cartaginesi, oltre alle antiche colonie, anche sugli Elimi e sui Sicani. Ai Selinuntini, agli Acragantini, agli Imeresi, ai Geloi ed ai Camarinesi era consentito abitare nelle proprie città dietro il pagamento di un tributo e che non fossero costruite fortificazioni.  Leontini, Messana ed i siculi erano liberi nell'autogovernarsi.

Siracusa invece fu sotto l'egida di Dionisio. Il tiranno si adoperò subito per consolidare il proprio potere dosando forza e mediazione. Comprese che per mantenere il potere era necessario combattere contro Cartagine, mettendo in campo ogni cosa: dai mercenari, alle macchine da guerra, dalle navi agli accordi diplomatici. Per nulla intimorito continuò ad inviare ambasciate piuttosto minacciose a Cartagine (con lo scopo di provocare il nemico e quindi arrivare alla guerra). Non vi fu solo una guerra ma due nell'arco di una decina di anni.

E così Dionisio si impose nell'area occidentale e decise di puntare verso Mozia (fedelissima ai Cartaginesi). Macchine da guerra (catapulte), combattimenti corpo a corpo, agguati via mare portarono alla conquista di Mozia (il noto “sacco di Mozia”), alla vendita di donne e bambini e tra il 398-397 a.C. ad un nuov trattato di pace con Cartagine. Per nulla vinti i Cartaginesi misero in campo migliaia di uomini pronti a combattere, forti anche della loro intuizione strategica. Con Imilcone si diresero verso Messana che conquistarono e poi puntarono su Siracusa.

I presupposti per una conquista facile c’erano tutti: navi puniche ad invadere il porto della città, accampamenti di uomini a corona attorno alla città. Ma l’eccesso di sicurezza portò il generale Imilcone a depredare i templi di Demetra e Core. Punizione divina o riscossa dei Siracusani, sta di fatto che per i Cartaginesi le cose iniziarono a prendere una piega diversa. Il siracusano Teodoro mosse il popolo alla riscossa spinti dal desiderio di libertà. Da una parte i Siracusani e dall’altra Dionisio (con l’aiuto dello spartano Faracida e della peste diffusasi tra i Cartaginesi) per i Cartaginesi è una debacle.

Imilcone si lasciò morire di fame, cosicchè il suo esercito senza una guida addivenì ad una nuova pace (nel 405). Dionisio, ritornato ad essere il dominatore decise dapprima di rafforzare Messana e di farne un nodo cruciale. Mose quindi verso l’Italia, devastò Reggio Calabria, rafforzando sempre più il suo progetto: “aggiungere al suo dominio sull’isola anche quello sui Greci d’Italia”. Questi ultimi si erano costituiti in Lega, ma i Siracusani (alleati con i Lucani) devastarono il territorio reggino e si accamparono al confine della Locride, a Caulonia (colonia di Crotone).

Tutto ciò portò alla battaglia di Elleporo ed al primato di Dionisio in Italia. Distrusse Caulonia e Ipponio, ridusse alla fame (e quindi portò alla resa) la città di Reggio Calabria dopo dieci mesi di assedio. Con il saccheggio di Pirgi (384) il tiranno riuscì ad accaparrarsi ricchezze per poter iniziare ad organizzare una nuova guerra conto i Cartaginesi. Questi ultimi nel frattempo strinsero un’alleanza con gli Italioti. Di battaglia in battaglia (Cabala, Cronio), tre o quattro, arrivarono a stipulare l’ennesimo trattato: “ciascuno manteneva il possesso di ciò di cui prima era padrone: i Cartaginesi ottennero la città e il territorio di Selinunte e il territorio di Agrigento fino al fiume chiamato Alico”.

Le cose si mantennero così sino attorno al 367…poi una nuova guerra di Dionisio in Sicilia Occidentale ed ennesima tregua. Morirà al ritorno nella città di Siracusa. Con la sua morte si aprirà un periodo molto travagliato per la Sicilia e Siracusa.     Elena Manzini   Fine prima parte

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