Incandidabilità degli ex-amministratori di Castelvetrano. Disposto il rinvio

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
09 Agosto 2017 11:08
Incandidabilità degli ex-amministratori di Castelvetrano. Disposto il rinvio

Tutto rinviato al prossimo sei settembre . Questa la decisione del Giudice Caterina Greco del Tribunale Civile di Marsala, al termine della prima udienza sul provvedimento di incandidabilità per 13 ex amministratori della città di Castelvetrano. Il giudice ha disposto il rinvio per consentire agli avvocati difensori il deposito delle memorie difensive che potrà essere fatto entro il prossimo 31 agosto. Le richieste di incandidabilità e interdizione riguardano l'ex sindaco Felice Errante, sindaco, gli assessori Vito Fazzino, Giuseppe Rizzo, Girolamo Signorello, Angela Giacalone, Daniela Noto, Maria Rosa Castellano, i consiglieri comunali, Enrico Adamo, Francesco Martino, Lillo Giambalvo, Salvatore Vaccarino, Francesco Bonsignore e Gaspare Varvaro.

In merito alla vicenda era stato scritto da qualche giornalista che oltre all’incandidabilità gli ex amministratori rischiavano l’interdizione dai pubblici uffici è arrivata la doverosa precisazione dell’avvocato Givanni Di Stefano Messina, difensore dell’ex assessore Maria Rosa Castellano: “Nel caso concreto attraverso il procedimento promosso dal Ministero dell’Interno ai sensi dell’art 143 T.U.E.L. si chiede che il Tribunale disponga, previa la verifica della concretezza, univocità e rilevanza della condotta contestata agli amministratori la incandidabilità per un turno elettorale, per le prossime consultazioni amministrative e regionale degli ex ex amministratori e consiglieri castelvetranesi interessati.

La norma non prevede e tanto meno il Ministero non ha chiesto l’interdizione degli ex amministratori dai pubblici uffici. Tale misura infatti può essere irrogata soltanto in sede penale a seguito della commissione di reati, mai contestati alla persona interessata.Avanti al Tribunale la signora Castellano farà valere le proprie ragioni e l’infondatezza avanzata dal Ministero degli Interni”.

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