I giovani grillini e i giovani del ‘68

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
15 Luglio 2018 07:57
I giovani grillini e i giovani del ‘68

L’Italia di oggi si trova economicamente in brutte acque, per una serie di governi sbagliati, diretti da  politici corrotti, che hanno portato lo Stato italiano con un debito pubblico da capogiro e la popolazione alla miseria. Il mondo della finanza segue l’economia italiana che va male e perde la fiducia, lo spled sale. Per sanare la nostra economia, anche perché dobbiamo dare conto ai nostri consociati dell’Europa Unita, i vari governi che si sono succeduti da quando l’Italia è entrata nel Mercato Comune, ogni giorno creano una nuova tassa o tolgono un servizio governativo.

Le industrie chiudono, si ferma ogni attività economica. I nostri governanti  non si curano di cercare i veri  evasori, perché richiederebbe un lavoro enorme per rintracciarli, anche perché fra di loro c’è lo zampino politico. La popolazione sta male, ancora non si ribella, ma aspetta l’occasione per gridare lo sdegno verso i suoi carnefici. Alle votazioni del 4 marzo ha prevalso il voto di protesta contro questo andazzo. I giovani dai 18 ai 25 anni sono stati i maggiori protestatari e hanno votato il partito di Peppe Grillo.

Un voto di ribellione, che servirà almeno a debellare la partitocrazia che governava da tempo l’Italia e tutta la politica corrotta. Il Movimento 5 Stelle ha sorpreso tutta l'Europa, in quando ha ricevuto voti sia dalla sinistra che dalla destra.  Ci sono poi i voti degli operai delle fabbriche, che una volta formavano la base della sinistra; ora, delusi, preferiscono il Movimento 5 S. al Pd e ai suoi satelliti; oppure la Lega, che al Nord da anni fa incetta del voto operaio. Infine, ci sono i voti del precariato estremo, i disoccupati cronici, gli abitanti delle periferie più degradate.

L’esito di queste votazioni hanno dimostrato, che il voto è l’unica arma in possesso del cittadino, che fino ad oggi regalava al maggiore offerente, peggiorando ogni anno la situazione economica. Che serva da insegnamento per usarlo bene anche nel futuro. Secondo il presidente del parlamento europeo, il social-democratico tedesco Martin Schulz: “Il risultato elettorale italiano, è un chiaro messaggio di protesta contro la politica europea e l'austerità imposta prima di tutto dai governi nazionali.

Prendiamo atto che c'è stato un massiccio voto di protesta contro la politica di consolidamento fiscale per questo bisogna lavorare per 'coniugare la disciplina di bilancio e il rigore fiscale con la crescita e la lotta alla disoccupazione, in particolare tra i giovani. La gente è disposta a fare sacrifici, ma non a tutti i costi''. Shultz, ha parlato di una ''insoddisfazione'' diffusa in Europa. Si spera ora che questa protesta abbia un seguito per ristabilire in Italia, almeno l’ordine, la ripresa economica, l’onestà politica, l’equità fra Stato e cittadini mai attuata, la cessazione dello sperpero del denaro pubblico in opere inutili o incompiute.

Chiedere altro significherebbe chiedere un miracolo, perché l’Italia si potrà salvare solo con quello. Per similitudine questo voto di protesta ci richiama al decennio  che va dagli anni ’60 agli anni ‘70, ma che è rimasto nella storia come “il ‘68”. Il ‘68, fu essenzialmente un movimento di protesta, di opposizione e di contestazione globale, che ha gettato le basi per una maggiore coscienza, per  una vera e propria rivoluzione culturale. Il 68 ha dato un contributo significativo, nella conquista dello Statuto dei lavoratori, nella battaglia sul divorzio e sull'aborto, ha prodotto la nuova legislazione sulla scuola e sull'università.

Furono anni di profondi cambiamenti: il più importante fu il boom economico, l'espansione edilizia e la diffusione della vendita a rate, garantito dalla cambiale, che consentì la vendita di infiniti beni di consumo, case, automobili ed elettrodomestici. Il Pil cresce, e per la prima volta nel governo entra il Partito Socialista, dopo la rottura dell'alleanza con il Pci. La partecipazione  giovanile nel movimento produsse cambiamenti radicali nel costume, nella musica, nel cinema, nell'abbigliamento, nei rapporti sociali e interpersonali, in quelli tra padri e figli, nel linguaggio.

Infine è sorto il diritto del bambino e del giovane, mai sognato prima,  la grande attenzione per gli avvenimenti internazionali, che produssero profonde mutazioni nella mentalità collettiva,  l’interesse verso personaggi come Che Guevara,   cui hanno fatto seguito la disgregazione dell'URSS, la strage di Piazza Tien An Men, il crollo del muro di Berlino, la rivoluzione cinese e cubana. Mary Quant inventò la minigonna, una nuova moda seguita da tutte le ragazze, i giovani scoprirono la libertà sessuale, si fecero crescere i capelli, impazzirono per il rock, cominciarono ad attuare la trasgressione.

In Italia e in tutto il mondo migliaia di giovani formarono gruppi musicali, cantarono per la pace e contro la guerra, inventarono un loro linguaggio rinunciando a imitare quello degli adulti. La classe operaia si apprestava a chiedere legittimamente la propria parte del boom economico: eravamo nell’autunno rosso del '69, Furono anche anni di violenza istituzionale antioperaia e antisociale, come le bombe alla Banca Nazionale dell'Agricoltura di Milano, prima di una serie di numerose stragi che, a causa del coinvolgimento dei servizi segreti, sono state definite "stragi di stato".

Violenza repressiva delle lotte dei lavoratori, degli studenti, delle donne, cariche spietate dei cortei, morti e feriti sotto le camionette, come capitò a Giovanni Ardizzone prima del '68. Se la storia insegna qualcosa ai governanti, c’è ancora speranza per la salvezza dell’Italia. VITO MARINO  

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