“Giornata Internazionale della Donna”, non basta l’8 marzo, non basta una mimosa…

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
08 Marzo 2019 12:06
“Giornata Internazionale della Donna”, non basta l’8 marzo, non basta una mimosa…

Quella che, ormai, è divenuta pura espressione di marketing è, in realtà, una ricorrenza intrisa di valori. La "Giornata Internazionale della Donna", conosciuta come Festa della Donna, rievoca la memoria delle conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, appunto, avvenute a seguito di eventi, piuttosto drammatici, che hanno segnato una svolta, anche se non totale, nei primi anni del Novecento. Svariate fonti la riconducono a differenti date e la ricollegano a diverse manifestazioni.

C’è chi sostiene che l’esigenza di istituzionalizzare tale “giornata” sia sorta a seguito delle rivendicazioni dei diritti sociali delle donne, avvenute a New York nel 1848; c’è chi, invece, considera fondamentale a tal fine lo sciopero delle lavoratrici tessili di New York, avvenuto nel 1857; c’è, infine, chi ritiene che, e questa è l’ipotesi più diffusa ma piuttosto incerta, che l’evento da tenere in considerazione sia l’incendio avvenuto presso la fabbrica Cotton (di cui molti hanno negato l’effettiva esistenza) di New York, in cui persero la vita 146 operai, di cui 129 donne.

Si narra, infatti, che il proprietario della fabbrica, al fine di evitare che gli operai partecipassero allo sciopero, avesse ordinato di bloccare tutte le uscite e che pertanto le vittime non riuscirono a fuggire. Molta confusione e smarrimento su ciò che è realmente accaduto; uno smarrimento tale che ancora oggi non consente di definire quale siano state le reali ragioni poste alla base di questa volontà di istituire un’intera giornata dedicata alle donne. Ma, al di là di quale sia stato l’evento scatenante tale necessità, furono, senz’altro, rilevanti una serie di episodi politici nel quadro dell’istituzionalizzazione della Giornata Internazionale della Donna, prima tra tutte, la posizione presa da Clara Zektin al VII Congresso della  II Conferenza Internazionale delle donne socialiste, tenutasi a Stoccarda nel 1907 in cui venne trattata, tra le varie questioni, anche quella relativa al diritto di voto delle donne e la rivendicazione dei diritti politici e sociali delle stesse.  Notevole importanza ebbe, anche, il Woman’s Day celebrato negli Stati Uniti nel 1909 e, infine, la Conferenza di Copenaghen del 1910 in cui venne presentata una vera e propria mozione per l’istituzione della Giornata delle donne.

L’unica cosa certa è che l’ONU nel 1972 ha riconosciuto ufficialmente l’anno 1975 come “Anno Internazionale delle Donne” e, nel 1977, ha disposto che i diversi Stati dovessero istituire una Giornata Internazionale dedicata alla donna, consentendo agli stessi di sceglierne la data, che fu quella dell’8 Marzo per la maggior parte di essi.

In Italia, l’8 Marzo viene festeggiata la Donna, tra mimose, fiori e cioccolatini; tra frasi d’amore, di stima e riconoscimento. Oggi, questa giornata mette in risalto un’insieme di innumerevoli cose distinte tra loro che vanno da ideali storici, datati che devono necessariamente essere ricordati al fine di non dimenticare l’estenuante percorso che nel corso degli anni, dei secoli direi, le donne hanno dovuto percorrere per vedere riconosciuti i loro diritti, ad ideali nuovi, che pongono la donna sullo stesso piano dell’uomo (anche se ancora, purtroppo, in alcuni Stati questa resta soltanto un’utopia), che ne riconoscono la forza, l’audacia, il rispetto.

La donna va festeggiata in quanto donna, ogni giorno, con le sue debolezze, le sue fragilità; con la sua voglia di vivere, di rinascere, d’amare. Non basta l’8 Marzo a ricordare quanto sia importante la vita di una donna, non basta una mimosa. Non è sufficiente una singola giornata su 365 giorni. Forse questo può servire a smuovere le coscienze, a dar luogo a riflessioni, ma non è abbastanza. Non sarà mai abbastanza celebrare a livello internazionale una Giornata di tale valore fino a quando tutte le donne non verranno rispettate, amate davvero; fino a quando smetteranno di scendere a compromessi, fino a quando non saranno più abusate, maltrattate, stuprate, uccise.

Oggi vanno festeggiate le donne e vanno ricordate tutte le vittime di violenza e di femminicidi. Tutte le donne che per un “Amore malato” hanno rinunciato ad essere felici e hanno rinunciato a sé stesse. Il mio augurio per ciascuna donna è quello di amarsi davvero, di non sottovalutarsi, di reagire, di ribellarsi, di non rinunciare alla propria libertà per inseguire il nulla. E di farlo non soltanto oggi, una settimana o un mese ma ogni giorno della loro vita, senza sé e senza ma. Infine vi dedico questa meravigliosa poesia di Alda Merini: "Sorridi donna.

Sorridi sempre alla vita anche se lei non ti sorride. Sorridi agli amori finiti. Sorridi ai tuoi dolori, sorridi comunque. Il tuo sorriso sarà luce per il tuo cammino, faro per naviganti sperduti. Il tuo sorriso sarà un bacio di mamma, un battito d’ali, un raggio di sole per tutti". Buon 8 Marzo a tutte! Alessandra Fazio

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