Gibellina, Retrospettiva della mazarese Sabina Giubilato al Baglio Di Stefano

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
09 Agosto 2018 10:00
Gibellina, Retrospettiva della mazarese Sabina Giubilato al Baglio Di Stefano

La Fondazione Orestiade di Gibellina (Città-laboratorio di sperimentazione e pianificazione artistica  e museo “en plein air”), dedica una mostra,  dal titolo “Bastava un niente”, alle opere dell’artista mazarese Asna /Sabina Giubilato,  prematuramente scomparsa nel 2016. La mostra, che sarà inaugurata il 10 agosto, alle ore 18.00, nei locali del Baglio Di Stefano, resterà aperta fino al 16 settembre. Sabina, figlia della poetessa Celeste Giaramidaro e dell’On. Prof. Salvatore Giubilato (anch’egli poeta), si è diplomata in disegno-architettura e arredamento presso l’Istituto Regionale d’Arte di Mazara del Vallo e ha frequentato  il corso di Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Palermo; si è occupata di grafica e scenografia, di illustrazione, di restauro e di arredamento di interni; si è, inoltre, dedicata alla pittura realizzando diverse mostre personali ed  esponendo in numerose collettive.

Le opere di Asna, scrive Enzo Fiammetta, “si mostrano nella loro semplicità e chiarezza” (…), l’Artista “stende i suoi colori attingendo da una tavolozza che predilige le tinte primarie, le campiture sono spesso piatte (…), i tratti sono essenziali, le linee nette e pulite”. Opere dove la solarità mediterranea fa da padrona; dove l’universo-donna rivendica il giusto e proprio spazio; dove la sua esistenza è raffigurata leggera come “le ali di una farfalla” ma, a volte, in tutta la sua drammaticità  che si focalizza nel volto e, soprattutto, negli occhi di Frida Kahlo; la Frida incarnazione della “resilienza” (per la sua capacità di imparare e rinascere dalle proprie sconfitte), con  la sua storia, attraversata da sofferenze, dolori e solitudine, ma capace, con la sua caparbietà, di affermarsi, con tutte le proprie forze,  come  donna e, soprattutto, come protagonista ed interprete del proprio tempo.

Il titolo della Mostra riprende quello di una poesia della madre, come a voler ripercorrere le diverse tappe di un viaggio affrontato insieme  nella ricerca –  con i colori l’una e con i versi l’altra –  della Bellezza. Giacomo Cuttone  

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