A forte rischio crollo la chiesa del Purgatorio. Urgono lavori di restauro

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
28 Febbraio 2018 09:30
A forte rischio crollo la chiesa del Purgatorio. Urgono lavori di restauro

Con questo pezzo diamo il benevenuto a Vito Marino, ferroviere in pensione, che ormai da molti anni si dedica alle sue grandi passioni, che sono quelle della pittura, della poesia, della narrativa, della compilazioni di articoli per periodici e siti d’informazione locali, ed è anche uno  scrittore ed esperto delle tradizioni popolari siciliane. Ha pubblicato un volume dal titolo “Sicilia Scomparsa, il museo della memoria” , che è un vero e proprio viaggio nella storia, con foto, racconti e tanti testi c utili alla scoperta o a alla riscoperta di quelle tradizioni del nostro territorio che rischiano di andare irrimediabilmente perdute.

Da oggi collaborerà anche con Primapagina Castelvetrano e lo ringraziamo per le sue preziose gocce di memoria che saprà distillare per noi ( a.q.)   La Chiesa del Purgatorio fu eretta tra il 1642 e il 1664 nello stesso sito ove sorgeva una chiesa più antica del XIV – XV secolo, dedicata a S. Eligio, retta dalla congrega del Purgatorio. Storicamente si sa che il  25 maggio del 1642 venne collocata la prima pietra per l’ingrandimento della chiesa. Ultimati i lavori, il 28 giugno 1673 monsignor Giuseppe Cicala, vescovo di Mazara, vi collocava le reliquie dei santi martiri Eustachio, Placido, Lucio.

Il Ferrigno precisa: “Uno dei maggiori benefattori della chiesa fu il cappellano Giuseppe Buzzetta morto il 3 settembre 1748 e non nel 1749 come erroneamente inciso sulla lapide”. La chiesa fu edificata per volontà del principe Diego d'Aragona e nel principio del secolo XVIII venne ornata di quel bellissimo prospetto con elementi tardo manieristici e barocchi, più come elemento decorativo della piazza che della chiesa.  All’interno della chiesa sono pregevoli le decorazioni in stucco dell'abside, eseguita nel 1746 dai fratelli castelvetranesi Nicola e Gaspare Curti; nell'altare maggiore c'era un dipinto raffigurante "Anime purganti", oggi conservato nella chiesa Madre, attribuito a Olivio Sozzi (1690-1765), mentre nella navata di sinistra si trovava la statua lignea di S.

Sebastiano, che alle origini era stata assegnata alla chiesa degli Agonizzanti, anch’essa trasferita nella chiesa Madre. Nella parte alta, al centro della facciata, sul cornicione esisteva un gruppo di angeli reggenti una croce; il terremoto del ’68 ha fatto cadere il gruppo facendo perdere l’aspetto slanciato del prospetto. L'interno, a tre navate divise da colonne, è adorno di stucchi e affreschi: l'ornamento dell'abside è opera dei castelvetranesi Nicola e Gaspare Curti e risale al 1746.  Altri stucchi ornano le pareti delle navicelle in cui si aprono cinque cappelle per lato.

L’edificio ha ricevuto un restauro del prospetto intorno agli anni ’60, quindi è stato abbandonato a se stesso. Intorno a quegli anni, nel periodo natalizio, si poteva ammirare il magnifico presepe, realizzato con materiali naturali quali sughero, pietre, tronchi, piante grasse, muschio ed erba e, grande novità per quegli anni, mediante l’utilizzo di congegni meccanici manuali, i pastorelli si muovevano, fra la meraviglia dei visitatori. Ricordo che cercavano sempre ragazzi che si mettessero sotto a girare i marchingegni.

Gli ultimi lavori di manutenzione ordinaria risalgono al 2009-2010, quando furono ripuliti i tetti, risarcite diverse crepe, rinforzato un contrafforte, ricollocata la croce caduta per il terremoto del 1968. La chiesa, di proprietà della Curia Vescovile, non è mai stata sconsacrata ma solamente non adibita al culto ed è concessa in comodato d’uso al Comune di Castelvetrano, che dagli anni ’80 l’ha adibita ad auditorium, per conferenze e manifestazioni culturali.  Il 24/3/2016, a causa delle infiltrazioni di acqua piovana, un contrafforte esterno si sgretola e cade, provocando una grossa buca di circa 3 metri quadrati nel tetto della navata di destra.

Per fortuna quel giorno la chiesa era chiusa; mentre il giorno prima in chiesa si svolgeva forse l’ultima manifestazione della Festa di San Giuseppe, con la degustazione e vendita di prodotti artigianali. Tommaso Rizzo, proprietario  del famoso forno a legna, spiegava al pubblico la bontà del pane di casa di Castelvetrano fatto con farina di grano duro “tumminia”, il sottoscritto si trovava proprio sotto il punto dove il giorno dopo si è verificata la voragine. Il Comune di Castelvetrano ha provveduto alla rimozione delle macerie e alla copertura provvisoria del tetto onde evitare infiltrazioni di acque piovane.  Il tempo passa veloce e dei restauri non se ne parla nemmeno.

Padre Undari, arciprete della Chiesa Madre di Castelvetrano , ha dichiarato che <<nel mese di settembre 2016 ha presentato un progetto redatto dall’arch. Beniamino Errante facendo notare la gravità delle condizioni statiche e strutturali della chiesa, chiedendo un intervento economico sia con fondi regionali sia con fondi dell’otto per mille, purtroppo senza risultati. A seguito del crollo, precisa Padre Undari ha fatto rimuovere le due campane del campanile, onde evitare ulteriori crolli e pericoli>>.

A quanto sembra, si potrebbe arrivare ad una svolta positiva, perché come riferisce Don Undari: <<grazie all’otto per mille messo a disposizione della Conferenza Episcopale Italiana, abbiamo avuto un finanziamento di tutto il progetto già munito di tutti i pareri degli organi competenti, pari a 150.243,90 euro, tuttavia mancano ancora 45.073,17 euro>>. Speriamo che il comune o enti privati siano disposti a coprire il resto della spesa e, principalmente che i lavori si facciano al più presto, perché non si conoscono le condizioni degli altri contrafforti.

VITO MARINO

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza