Elena Manzini ci racconta la storia dei personaggi della Castelvetrano anarchica

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
26 Settembre 2020 08:56
Elena Manzini ci racconta la storia dei personaggi della Castelvetrano anarchica

Nelle nostre mente, manipolate da tanto e troppo tempo, abbiamo associato l 'anarchia al disordine, al caos. L'anarchia è ben altro. E’ una forma di società basata sul libero accordo, sulla solidarietà, sul rispetto di ognuno. Sin dalla Rivoluzione francese il termine anarchia assunse una connotazione negativa. Fu con Pierre-Joseph Proudhon, ritenuto dai più "Padre dell'Anarchismo", che si inizia a parlare di proprietà privata e possesso, di federalismo (miei cari Bossi e Salvini siete arrivati tardi).

Vi fu una Sicilia Anarchica ma anche una Castelvetrano Anarchica, molto attiva, composta da persone tutt'altro che dedite al disordine, dalle menti che oggi definiremo progressiste, nel vero senso della parola. L'ultimo "rappresentante" castelvetranese a mantenere vivi i principi dell'Anarchia reale, è stato Luigi Lombardo, morto nel maggio di quest'anno. Spirito libero, un vero idealista, uomo elegante dal viso aperto, amante della sua due ruote con la quale spesso si allontanava da casa e per giorni non dava notizie.

Fu il fondatore del movimento "Benessere e civiltà", durato poco tempo (ed ora cosa ovvia vista la società che si andava formando). Fortemente contrario alle istituzioni, o meglio, a quelle istituzioni che toglievano la libertà al "nostro mondo moderno", una mosca bianca? Ma anche no! A differenza di oggi, di tante persone che sono "leoni da tastiera" lui aveva il coraggio di manifestare apertamente le proprie idee e non di rado in comizi improvvisati se la prendeva con i "politicanti" di turno che reggevano le sorti del paese e non solo.

Visti i risultati che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni, per chi riesce a ragionare a mente libera, non può che dargli ragione. Non fosse per il coraggio di metterci la faccia. Con gli anni della maturità si rese sempre più conto che la Politica si era fatto una "cosa sporca" di cui non valeva più la pena parlarne e non ne voleva più parlare. Ebbene dopo aver visto i pagliacci sugli scranni del potere, forse converrebbe ripensare all'anarchia rivista e rivisitata con gli occhi di oggi, a certi concetti che esprimeva, senza spingersi all'esasperazione di quei gruppuscoli informi che dietro la parola Anarchici sono capaci solo di creare scompiglio e danneggiare anche quel popolo del quale dovrebbero difendere i diritti.

L'Anarchia sa essere gentile e Luigi Lombardo era appunto l'Anarchico gentile". (prima parte) Elena Manzini

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