Discariche scorie nucleari, chiarimenti dal ministro dell’Ambiente, Sergio Costa

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
16 Gennaio 2021 10:22
Discariche scorie nucleari, chiarimenti dal ministro dell’Ambiente, Sergio Costa

Ha fatto molto clamore, sollevando un coro di proteste e di prese di posizioni da parte di rappresentanti istituzionali, enti e associazioni e movimenti spontanei di cittadini, la pubblicazione nei giorni scorsi della “Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee” (CNAPI)  attraverso al quale la Sogin, società pubblica di gestione del nucleare, ha individuato in Sicilia alcune delle 67 aree potenzialmente idonee nelle quali realizzare l’impianto di deposito nazionale delle scorie radioattive dal costo di 1,5 miliardi di euro.

Le aree potenzialmente idonee in Sicilia sono state individuate in provincia di Caltanissetta, Trapani e Palermo. Le aree potenzialmente idonee per la costruzione di depositi di scorie radioattive in provincia di Trapani sono individuate nella zona di Fulgatore nel Comune di Trapani ed un’altra nel Comune di Calatafimi-Segesta. Ricordiamo che nel 2010, con il decreto legislativo n.31, erano stati stabiliti i criteri di selezione; la redazione della carta CNAPI ha subito un lungo rinvio fino al 2 gennaio 2015, data in cui la carta è stata consegnata ufficialmente ma immediatamente il documento è stato coperto dal segreto.

Ieri sera in merito alla questione, nel corso della programma televisivo “Titolo Quinto” in onda su Rai3, è intervenuto il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa (in foto copertina), il quale ha così spiegato: “finalmente abbiamo desecretato quei documenti per iniziare un percorso di trasparenza, tracciabile, condiviso con i cittadini. Le condizioni di sicurezza le dobbiamo definire secondo i protocolli dell’Agenzia Internazionale sugli Isotopi Radioattivi. Abbiamo aumentato i tempi della consultazione pubblica ma finalmente si inizia una discussione, questa però deve essere condotta in maniera razionale e non isterica.

Si segnalano tutti gli elementi, si raccolgono e si prosegue. Se c’è da aggiornare qualcosa lo si fa; si inizia, insomma, un percorso trasparente. Tutta l’Europa ha fatto già questo percorso tranne noi e Austria e Croazia”. E’ stato ricordato che nel territorio italiano ci sono già dei poli di scorie di media e bassa intensità. Quelli di alta intensità (scorie da produzione di impianti industriali), sempre italiane, si trovano all’estero e lo Stato paga parecchi milioni di euro all’anno, si trovano in Francia ed Inghilterra.

Vi è una direttiva dell’UE, dell’Euratom –ha proseguito il Ministro Costa- che impone ad ogni Paese di gestire i propri rifiuti radioattivi, quelli di bassa e media intensità, qui siamo in procedura di infrazione e paghiamo anche per questo. Pertanto bisogna risolvere tale questione ed abbiamo così desecretato i documenti per avviare una soluzione per il deposito nazionale. I rifiuti radioattivi di alta intensità  riguardano tutta Europa, verrà individuato dall’Ue in un sito ad alta profondità.

Stiamo negoziando perchè sia altrove e non Italia”. Nel corso della trasmissione è intervenuto anche Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, nonché presidente onorario di Legambiente, il quale ha sottolineato: “E’ bene che questi rifiuti gestiti adeguatamente. Attualmente in occidente sostanzialmente non vi sono costruzione centrale nucleari. L’Italia deve dire grazie per aver votato quel referendum contro il nucleare, grazie anche a questo che l’Enel ha scommesso sulle energie rinnovabili ed è diventata una delle più forti aziende elettriche del mondo.

Per quanto riguarda le scorie, parliamo di quelle a media e bassa intensità, queste devono essere messe in sicurezza. I criteri per la scelta delle aree (28 + 13) erano note, adesso si scopre il segreto di pulcinella: non potevano essere individuate zone sismiche , vicino al mare, o ad un corso d’acqua, e vicino alle città. Ricordo che nel 2010 il Governo Berlusconi, con una scelta demenziale, individuò a Scanzano Ionico, in Basilicata, un’area per un unico deposito nazionale di scorie nucleari (una forte contestazione costrinse il governo ad accantonare il progetto).

Le scorie nucleari non sono tutte uguali. Quelle ad alta intensità sono invece pericolosissime e nessun Paese al mondo ha risolto questo problema, vanno messe in sicurezza per 100mila anni. Le scorie ad alta intensità vanno mandate all’estero, possibilmente facendo accordi con quei Paesi che ne hanno molto più di noi. Le scorie mediche, quella della radiografia o delle terapie oncologiche, queste non sono un problema dove collocarle”. Francesco Mezzapelle  

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza