Decreto Salvini: quali sono le novità in materia di sicurezza e immigrazione

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
24 Settembre 2018 17:19
Decreto Salvini: quali sono le novità in materia di sicurezza e immigrazione

 Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto Sicurezza, all’interno del quale sono presenti nuove misure in materia di immigrazione. Il decreto è stato subito ribattezzato “decreto Salvini”, e l’hashtag #decretosalvini è terzo su Twitter Italia, come rivendica lo stesso ministro dell’Interno. Il testo riguarda la “prevenzione e contrasto al terrorismo e alla criminalità mafiosa, modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione”, oltre alle disposizioni su “rilascio di permessi di soggiorno temporanei per esigenze di carattere umanitario nonché in materia di protezione internazionale, di immigrazione e di cittadinanza”.

Il decreto Sicurezza voluto dal ministro dell’Interno Salvini stabilisce le modalità di ricognizione delle situazioni di occupazione e i piani provinciali per le esecuzioni dei provvedimenti di sgombero, a cui devono prendere parte i membri delle forze dell’ordine. Inoltre, saranno inasprite le sanzioni contro coloro che promuovono o organizzano l’invasione di terreni o edifici e sarà incentivato l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche per coloro che commettono questo reato. Per il 2018 è previsto lo stanziamento di 16 milioni di euro diretti alla polizia di Stato e ai vigili del fuoco, cifra che raggiungerà i 50 milioni per gli anni successivi al 2019.

Tra i provvedimenti, anche la sperimentazione dei taser da parte della polizia municipale nei comuni con più di 100mila abitanti. La parte del decreto relativa al contrasto al terrorismo prevede che per noleggiare tir o furgoni sia obbligatorio comunicare anticipatamente al Centro elaborazione i propri dati identificativi, che verranno analizzati. Nel caso in cui dovessero emergere delle situazioni di potenziale pericolo, le forze dell’ordine riceveranno una segnalazione. Salvini propone la creazione di un Daspo per chi è sospettato di star preparando un attentato oppure di essere affiliato a un’organizzazione terroristica.

Per contrastare le infiltrazioni mafiose nella pubblica amministrazione, il decreto prevede la nomina di un Commissario straordinario in caso di segnalazioni di situazioni anomale o di condotte illecite da parte di un Prefetto. Gli immobili confiscati alle organizzazioni criminali possono esssere dati in affitto “sociale” alle famiglie in condizioni di disagio. Il decreto nel suo primo articolo prevede l’abolizione della concessione del permesso di soggiorno per motivi umanitari previsto dal Testo unico sull’immigrazione(legge 286/98).

Secondo la legge attualmente in vigore questo tipo di permesso può essere concesso ai cittadini stranieri che presentano seri motivi, in particolare di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello stato italiano”. In alternativa, hanno diritto al permesso di soggiorno per motivi umanitari coloro che fuggono da conflitti, disastri naturali o altri eventi di particolare gravità e che provengono da paesi al di fuori dell’Unione europea. Anche i cittadini stranieri che non possono essere espulsi perché potrebbero essere oggetto di persecuzione o che sono vittime di sfruttamento lavorativo o di tratta hanno diritto a questa particolare tutela.

Il loro permesso dura dai 6 mesi ai 2 anni a seconda del caso e può essere rinnovato. Il decreto del ministro Salvini prevede l’abrogazione della protezione umanitaria. Il ministro Salvini ha identificato nuovi reati che comportano la revoca dello status di rifugiato o la protezione internazionale. Tra questi sono stati inseriti la violenza sessuale, produzione, detenzione e traffico di sostanze stupefacenti, rapina ed estorsione, furto, furto in appartamento, minaccia, violenza o resistenza a pubblico ufficiale.

I titolari di protezione internazionale o ai minori stranieri non accompagnati saranno gli unici a poter usufruire del sistema Sprar dedicato all’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati. L’articolo 2 del decreto prevede che gli irregolari possono essere trattenuti nei Centri per il rimpatrio, che hanno sostituito i Cie, e in altri luoghi fino a un massimo di 180 giorni. Ad oggi, il limite è di 90 giorni. Per quanto riguarda i fondi usati dai comuni per la creazione di sportelli informativi per gli stranieri che vogliono sapere come accedere ai programmi di rimpatrio volontario, il decreto stabilisce che verranno spostati al Fondo per i rimpatri del ministero dell’interno.

La concessione della cittadinanza ai discendenti degli emigrati italiani all’estero sarà più difficile da ottenere e saranno estesi i requisiti di residenza necessari per chiederla sia in caso di matrimonio che sulla base della residenza. L’articolo 13 del decreto prevede anche che la cittadinanza può essere revocata e negata al soggetto condannato per reati legati al terrorismo. Fonte TPI

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