Debora Messina con i Musicanti canta Terra Madre per ricordare che “Semu figghi di lu stessu Diu”

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
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17 Dicembre 2018 17:35

“Questo lavoro è dedicato alle madri e anche ai padri, e non è un caso che sia uscito adesso. Non è mai un caso nulla. A mio avviso. Perché il mondo si avvale di cifre e segni che nel contemporaneo possiamo solo sfiorare” cosi  ci scrive Giacomo Bonagiuso regista del video girato nelle scorse settimane per il brano Terra Madre, che è una reincisione con altro arrangiamento e la collaborazione di Bob Salmieri e Marwan Samer del gruppo romano Milagro Acustico. La voce splendida della castelvetranese Debora Messina accompagna l’ascoltatore in questo mistico viaggio .

che prima di ogni cosa va fatto dentro noi stessi, per sconfiggere le campagne di odio che sembrano aver preso il sopravvento in questa società sempre più incapace di guardare all’altro come una risorsa e non come un problema. Debora Messina castelvetranese doc, molto amata in città per la sua straordinaria voce dal 2002, anno di formazione dei Musicanti, è la cantante orgogliosamente castelvetranese di questo progetto musicale di fondazione e maggioranza marsalese. Al loro attivo 6 dischi tutti in lingua siciliana e di stile etno-world, la maggior parte di essi inediti ma anche riarrangiamenti personali di brani della tradizione siciliana (Rosa Balistreri fra tutti).

Numerosi anche e soprattutto i concerti in tutta la Sicilia. “U suli asciuga a matri terra e ‘u mari a vagna e a leggi du mari è liggi di Diu accussi è e accussi ave a ristari si ni vulemu tutti salvari du ‘na terra nivura e cavura a navutra siccata e spaccata nenti avianu e nenti ci putemu rari distinu di sta genti chi veni du mari Semu figghi di lu stessu Diu semu frati di lu stessu patri, semu figghi di la stissa matri." Fratelli, dunque, per parte di Padre e, se qualora il Dio Padre fosse diverso (se ne ammettessimo la diversità) saremmo comunque fratelli perchè figli della stessa madre, Madre Terra.

Tutti uomini, tutti ugualmente disperati e affannati su questa terra: "a liggi di l'omini è (cioè deve essere) liggi di Dio: accussì av'arristari"canta Debora ed a lei abbiamo rivolto alcune domande: “La prima versione, facente parte dell'album "Genti", risale al 2014, ed è proprio in occasione della registrazione di Genti, il 5° album dei Musicanti, che è iniziato un rapporto di stima reciproca e collaborazione che è sfociato in questa nuova versione di Terra Madre- ci racconta Debora- il brano, con testo scritto da Gregorio Caimi e arrangiato dai Musicanti ed Alfredo Giammanco, nasce dalla necessità di raccontare il nostro punto di vista sul fenomeno dell'immigrazione.Era il 2013/2014 gli anni delle stragi in mare, degli sbarchi in massa di disperati, del dibattito sull'accoglienza.

Suggestione partita dal film di Crialese "Terraferma" in cui il protagonista, un pescatore interpretato da Mimmo Cuticchio, di fronte ad un naufragio di disperati decide di violare la legge e trarre in salvo, nonostante il divieto, gli uomini in mezzo al mare. Il brano affronta la diatriba: legge degli uomini-legge di Dio.”   Dice la canzone siamo figli dello stesso Dio, e tu che ne pensi? “Da tempo con Bob si parlava di una collaborazione in questo brano che incontra con le sue sonorità il gusto artistico e musicale dei Milagro Acustico, il periodo che stiamo vivendo ha fatto il resto.

Ciò che vogliamo dire è : restiamo umani, perchè, in fondo, abbiamo tutti un destino comune: la ricerca della felicità”. Chi sono tutti gli altri protagonisti di questa canzone? “Gli altri componenti dei Musicanti sono: Gregorio Caimi, chitarre, Gianluca Pantaleo, basso, Dario Li Voti, batteria, Natale Montalto, fisarmonica, Dario Silvia, tastiere. Il video ha la regia di Giacomo Bonagiuso, attrici Martina Calandra e Raysi Santana, sistema di ripresa ed editing Pask Videomaker, montaggio Pasquale Pandolfo e Giacomo Bonagiuso, trucco Anna Barbaresi.

Per le location il Teatro Andromeda, di Santo Stefano di Quisquina e la spiaggia di San Teodoro, all’interno della Riserva dello Stagnone a Marsala. La Sicilia storico crocevia di popoli e terra d’accoglienza sta diventando qualcosa di diverso, cosa possiamo fare per ritrovare la virtù perduta? “Mi chiedi cosa possiamo fare per risvegliare le coscienze alla nostra caratteristica di accoglienza ed accettazione, ed io ti rispondo semplicemente ricordare. Ricordare chi siamo stati, dove siamo anche noi andati, come siamo stati accolti, non dimenticare mai il nostro passato.” A.Q.

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