Castelvetrano dimenticata anche nelle celebrazioni del Terremoto del Belice

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
14 Gennaio 2018 17:17
Castelvetrano dimenticata anche nelle celebrazioni del Terremoto del Belice

Alla presenza del Presidente della Repubblica, On. Sergio Mattarella, hanno preso il via questa mattina, presso l’Auditorium “Giacomo Leggio” di Partanna le celebrazioni del 50° anniversario del terremoto che la notte fra il 14 e il 15 gennaio 1968 sconvolse il Belìce. A fare gli onori di casa Nicola Catania, sindaco di Partanna e coordinatore dei sindaci della Valle del Belìce che ha portato il saluto istituzionale ed ha sottolineato come il Belice vuole ripartire dalla bellezza e dalla prospettiva di uno sviluppo del territorio che soffre ancora quello storico cataclisma.

Catania ha espresso gioia perché la presenza del Presidente sarà un importante garanzia delle prospettive future. Catania ha sottolineato come i sindaci da soli non possono far nulla, ci vuole l’aiuto di tutte le istituzioni per creare una reale e concreta occasione di sviluppo che i giovani possano apprezzare. Devono poter scegliere di andar via dal territorio, e non essere costretti. A merito di Nicola Catania l’impeccabile l’organizzazione, curata nei minimi dettagli, e dove tutto ha funzionato a perfezione nella sinergia tra Comune e Prefettura di Trapani, a demerito a nostro modesto avviso, la scelta di non aver invitato tutti i sindaci della provincia di Trapani, vista la presenza della più alta carica istituzionale del nostro paese, e di essersi dimenticato in special modo di Castelvetrano che, pur con minore intensità, visse quel terremoto riportando notevoli danni a case private ed ad edifici di culto crollati.

Forse qualcuno dei collaboratori avrebbe potuto far presente che l’assenza di una città da sempre vicina per cultura ed affinità avrebbe fatto rumore, ed il mancato invito alla Commissione Straordinaria resta una gaffe istituzionale notevole. Dopo il saluto del Sindaco è intervenuto il Presidente della Regione Siciliana, On. Nello Musumeci, che nel breve intervento ha ribadito come sarà una sua priorità infondere il massimo impegno per concludere la ricostruzione di cui questa parte della Sicilia ha bisogno.

Occorre sconfiggere il pessimismo e l’immobilismo. Serve coraggio e determinazione per rialzarci e andare e andare avanti”. Sono state poi consegnate delle “targhe alla memoria” di personalità che si distinsero in occasione del tragico sisma per l’aiuto prestato alle popolazioni terremotate In particolare al Comandante regionale dei Vigili del Fuoco è stata consegnata la targa in memoria dei quattro vigili del fuoco Giuliano Carturan, Savio Semprini, Alessio Mauceri e Giovanni Nuccio.

A consegnarla il superstite Franco Santangelo, all’epoca del terremoto bambino, che fu estratto dalle macerie proprio dai vigili del fuoco. Il Comandante della Legione Carabinieri Sicilia invece ha ritirato la targa alla memoria dell’appuntato Nicolò Cannella. A consegnarla Antonella Stassi, la prima bambina nata a Partanna dopo il terremoto. Una terza targa alla memoria di Don Antonio Riboldi “per la dedizione, l’impegno religioso e civico a favore delle popolazioni della Valle del Belìce” è stata consegnata al vescovo di Mazara del Vallo Domenico Mogavero da uno dei bambini che monsignor Riboldi portò a Roma dal presidente della Repubblica dell’epoca.

Infine un riconoscimento a Ivo Soncini, il vigile del fuoco che per primo soccorse ed estrasse dalle macerie Eleonora Di Girolamo, la piccola “cudduredda” che morì alcuni giorni dopo il salvataggio ma assurse a simbolo di quel tragico giorno di cinquanta anni fa. A consegnare la targa sarà Eleonora di Girolamo, la sorella della bambina scomparsa nel ‘68 e che ne porta lo stesso nome. A seguire è stato proiettato il cortometraggio “15 gennaio 2018, il Belìce a mezzo secolo dal terremoto” di Domenico Occhipinti.

Infine concluderà la cerimonia di apertura la lettura di alcuni frammenti del monologo “Nel ricordo della Valle del Belìce” di Alessandro Preziosi, che saranno letti e interpretati dal noto attore napoletano ed una esibizione musicale di Lello Analfino dei Tinturia che ha chiesto al Presidente strade migliori per la Sicilia e che ha poi dedicato a lui, che è siciliano, ed a tutti i siciliani una vera dichiarazione d’amore con la struggente serenata “Cocciu d’Amuri”. Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella è stato accolto dall'inno nazionale, suonato dalla banda provinciale dei Vigili del Fuoco "La capacità "dell'intero Paese di reagire alle tante calamità – ha affermato Mattarella - hanno rappresentato il momento della verità, della misura della coesione nazionale, del riconoscersi in un comune destino.

Nei giorni scorsi - ha proseguito - alcuni sindaci del Belìce hanno detto 'stiamo costruendo il futuro'. Questa affermazione non è soltanto un messaggio di rassicurazione ma manifesta orgoglio protagonista, determinazione per lo sviluppo della vita di queste comunità, convinzione di poter superare, con il necessario sostegno della comunità nazionale, le difficoltà che rimangono nel presente. Quelle parole manifestano ragionevole, fondata fiducia nel futuro. Il nostro ringraziamento, rinnovato, va a quanti ebbero parte nell'opera dei soccorsi, a quanti avviarono il processo di ripresa.

Chiunque sia stato pesantemente colpito da un terremoto può testimoniare come le scosse e la catastrofe che provocano - accanto ai lutti e ai danni materiali - lascino tracce irreversibili negli animi - ha concluso il Capo dello Stato - La memoria di ciò che è accaduto non si separa più dal vissuto di ciascuno.” Fuori oltre ai tanti giunti ad acclamare il Presidente anche chi avrebbe voluto confrontarsi con lui, ma il rigido protocollo lo ha impedito, e tra questi anche i cappellini bianchi dell’associazione Triscina Sabbia d’Oro, i cosiddetti abusivi che tra poche settimane potrebbero vedere crollare le loro abitazioni ma in quel caso non sarebbe la natura ma le ruspe fortemente volute dalla Commissione Straordinaria, anche questa è l’Italia.

Alessandro Quarrato

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