Benvenuti a Castelvetrano: il bel paese dove si fa quel che si vuole

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
02 Marzo 2018 07:12
Benvenuti a Castelvetrano: il bel paese dove si fa quel che si vuole

Questo è il paese: “Ove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare” per dirla alla Dante Alighieri . Le Pubbliche Istituzioni, quando devono proteggere il cittadino, la natura e i beni pubblici, sono sempre latitanti. La loro presenza si nota soltanto nell’asfissiante pressione fiscale, nei continui disservizi, negli scandali e negli abusi di potere da parte dei governanti. La loro inefficienza si nota nell’incalzare incontrollato della criminalità, dell’abusivismo, degli evasori fiscali e degli scandali da parte dei politici corrotti.

Questo è il paese: “Ove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare” per dirla alla Dante Alighieri. Chi non ha visto a Castelvetrano nelle campagne, lungo il corso di fiumi o sulla spiaggia del mare, discariche abusive con elettrodomestici guasti, mobili fuori uso, calcinacci, lastre ondulate e serbatoi rotti, in barba alle leggi sull’amianto? Per citare un esempio nella zona Fontanelle, tutta la strada che costeggia l’ex aeroporto è diventata una immensa discarica. Ripulita, con enorme spreco di pubblico denaro per ben due volte nel corso di un decednnio.

Discarica abusiva? Non direi, poiché tutti si recano lì, regolarmente per buttare rifiuti d’ogni genere, con la convinzione di effettuare una azione normalissima. Si tratta di rifiuti riciclabili, ma anche di rifiuti speciali che tuttavia il Comune potrebbe ritirare, dietro segnalazione telefonica, gratuitamente a domicilio dei cittadini. Invece si preferisce buttarli in incognito nelle campagne per non avere rogne dagli organi preposti. Il cittadino continua ad inquinare la natura perché considera la cosa pubblica, di nessuno.

Egli ha la sfiducia completa nello Stato e le Pubbliche Istituzioni, sconosce e se ne frega delle sue leggi in materia. Queste discariche, chiamate abusive, soltanto perché non esiste un’autorizzazione rilasciata dagli organi competenti, sono note a tutti, restano indisturbate per decenni; quando arriva qualche segnalazione, la zona viene recintata con apposito nastro plasticato colorato e, possibilmente, con la posa di una tabella con scritta “divieto di discarica”. Questo provvedimento dura, per come dicevano i nostri nonni, “di Natali all’annu novu”, infatti, dopo alcuni giorni le protezioni scompaiono e tutto torna come prima.

Pertanto, i beni pubblici, protetti soltanto da leggi permissive e discutibili, mai applicate per il verso giusto, sono diventati sinonimi di “beni di nessuno”, che si possono danneggiare impunemente secondo i capricci o il tornaconto individuale di chiunque. Se, malauguratamente, un semplice cittadino si permette di far notare al trasgressore l’infrazione effettuata, costui, regolarmente, risponde in maniera minacciosa: “A tia chi ti ‘nteressa?”. Se un automobilista incontra per strada un amico, si ferma a casaccio e discute con comodo senza pensare che il traffico per colpa sua resta bloccato; ad un’eventuale protesta degli altri automobilisti costui, con un viso che sta tra la meraviglia e la rabbia, alza il dito indice dicendo: - Un momento! Si potrebbe continuare così all’infinito, ma, trattandosi d‘argomenti già noti a tutti, si può affermare che il nostro è la città più democratica del mondo dove si può fare tutto ciò che si vuole.

Voglio ricordare un fatterello successo sulla spiaggia di Torretta Granitola e dal sottoscritto osservato: un gruppo di giovani Tedeschi, dopo aver raccolto numerosi ricci di mare, ne fecero una scorpacciata. Secondo la mia aspettativa, il Tedesco, sinonimo d’ordine e pulizia, avrebbe buttato i resti spinosi nel cassonetto, posto sulla vicina strada. Costoro, invece, hanno lasciato i rifiuti in riva al mare. Una volta un Tunisino mangiando del salame e bevendo vino, giustificava scherzando la sua infrazione, dicendo, che Allàh era a Tunisi e che qui poteva permettersi certe scappatelle.

I Tedeschi hanno pensato la stessa cosa, poiché avevano lasciato la legalità, qui sconosciuta, in Germania. VITO MARINO.

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