Agricoltura e non solo: apicoltura, allarme virus ala deforme dagli Usa

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
19 Novembre 2019 08:25
Agricoltura e non solo: apicoltura, allarme virus ala deforme dagli Usa

Un nuovo allarme arriva dagli Stati Uniti dove si sta espandendo il virus “dell’ala deforme” nelle api. Da miele Virus tutt’altro che facile da debellare visto il suo mutamento genetico (secondo uno studio pubblicato dell’ Agricultural Research Service, ARS) . Questo tipo di virus è una delle cause principali della perdita di colonie di api da miele. Circa il 9% dei nucleotidi nell'RNA del DWV presenta varianti polimorfiche (posti nella sequenza genetica con alternative naturali) che sono presenti in numero superiore alla metà dell'uno percento della popolazione virale.

Ciò corrisponde a 100 milioni a 1 miliardo di copie di virus per ogni singola posizione genetica divergente in un'ape individuale infetta. L’impennata del virus probabilmente è da addebitarsi all’arrivo negli Usa dell'acaro di Varroa negli anni '8°. Tale acaro sembra causare una mutazione genetica nelle api tale da favorire alcuni ceppi virulenti. Per la prima volta si è adottato un nuovo sistema di studio: la genetica inversa. . Ciò ha richiesto la realizzazione di una serie di copie clonate del DNA delle varianti dell'RNA DWV.

Infettando le api da miele con le varianti clonate i ricercatori potranno rintracciare le variazioni dei virus più difficili da debellare. La scoperta di questi alti livelli di diversità genetica indica che il lavoro di sviluppo di nuovi trattamenti o di un vaccino mirato sarà molto più difficile di quanto gli scienziati potessero pensare. Con una popolazione di virus variegata è probabile che ci siano varianti già presenti nelle colonie di api il che rende difficile trovare un trattamento specifico.

Gli scienziati americani convergono, per ora, sull’idea che per limitare il danno da “ala deforme” l’unica soluzione sia trattare e ridurre l’esposizione delle colonie di api agli acari di Varroa, i principali diffusori del virus. (fonte: https://www.ars.usda.gov) Elena Manzini

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