Le trappole della rete virtuale nella terza puntata di Social Lighthouse

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
19 Agosto 2017 10:10
Le trappole della rete virtuale nella terza puntata di Social Lighthouse

Eccoci al nostro terzo incontro,spero che il ferragosto sia trascorso nei migliori dei modi per voi e per i vostri figli. L’argomento su cui rifletteremo oggi nasce da una discussione avuta qualche sera fa con amici circa la sparizione della ragazzina a Favignana. INTERNET. Ai nostri nonni e anche ai nostri genitori bastava raccomandare di non accettare caramelle dagli sconosciuti, a noi invece, o meglio, anche, tocca spiegare che il lupo nero si può presentare sotto mentite spoglie all’interno del magico mondo che sono i social.

I nostri figli amano questi luoghi virtuali ai quali affidano le loro foto, le loro emozioni, comunicano date ed eventi ai quali parteciperanno, insomma consegnano su un piatto d’argento, al numerosissimo popolo di internet, un personale profilo che, a volte, purtroppo, arriva in mani sbagliate. L’adolescente non riflette che in quel mondo di musica, video, amici potrebbe nascondersi il male, quindi si lascia trasportare dall’onda emotiva che il social crea. Vivo questo problema sia come genitore che come docente confrontandomi con tanti altri genitori.

La scuola, ormai attenta all’emergenza adescamento online, organizza incontri con gli agenti della polizia postale affinchè l’approccio ai social sia sempre più consapevole. Quindi formazione ed informazione, non solo per gli alunni ma anche per i genitori, che sono due lenti importanti per conoscere e quindi riconoscere la trappola evitandola. L’adescamento online è un rischio reale, ma è controproducente eccedere in allarmismo spaventando eccessivamente i ragazzi. Internet non deve essere demonizzato: la rete è una risorsa meravigliosa che ci consente di oltrepassare limiti fino a qualche anni fa insuperabili; l’importante, ripeto, è utilizzarlo con responsabilità e consapevolezza.

I genitori, anche se a volte possono essere restii verso le nuove tecnologie, devono imparare a conoscerne almeno gli aspetti base, in modo da insegnare ai propri figli un utilizzo corretto. Un articolo di Repubblica del 19 aprile 2017 riferisce secondo il rapporto "Benessere dei quindicenni" pubblicato oggi da Ocse, quasi un quarto degli adolescenti italiani dichiara di trascorrere oltre 6 ore al giorno su internet al di fuori della scuola. Un’abitudine che, oltre a condizionare negativamente le prestazioni scolastiche, si trasforma in vera e propria dipendenza: 47 alunni italiani su cento dichiarano infatti di “sentirsi male se non c’è una connessione a internet”.

“Il problema non è la quantità di tempo trascorsa navigando in internet: oggigiorno è normale che i ragazzi studino e socializzino in rete" spiega lo psichiatra Federico Tonioni, ricercatore all'Università Cattolica e direttore dell'ambulatorio sulle dipendenze da internet del Policlinico Gemelli di Roma. "Il vero allarme è quando le relazioni online prendono il sopravvento su quelle reali, imprigionando i ragazzi in un ritiro sociale dalle conseguenze gravi". Le relazioni sociali mediate da uno schermo escludono infatti buona parte di quella comunicazione non verbale fondamentale per rapportarsi correttamente con gli altri”.

E ancora” L'avvento dell'era digitale e la portabilità dei dispositivi hanno accantonato la conquista di due valori fondamentali nel processo di crescita e autoconsapevolezza del bambino: la capacità di aspettare e di stare soli. "Ci troviamo di colpo privi dei tradizionali riferimenti spazio-temporali: oggi tutto accade in diretta, in uno spazio adimensionale quale il web. Ci siamo abituati al 'tutto e subito' e a concetti come 'aspettare è una perdita di tempo'. Non è così, o almeno non lo è nella vita reale" chiarisce lo psichiatra.

Mamma mia che bella patata bollente,vi lascio immaginare come conclude l’articolo: CREARE, RECUPERARE il dialogo tra genitori e figli. Mi pare di capire che siamo diventati un popolo di muti e di sordi, ma sarà vero? Comunque se volete approfondire, ricevere qualche consiglio potete consultare il testo della psicologa Barbara Volpi “Gli adolescenti e la rete” (Carocci editore, 2014), manuale pensato per i ragazzi in primis, ma anche per genitori e insegnanti, nel quale viene ampiamente descritto il rapporto degli adolescenti con i nuovi strumenti tecnologici e le conseguenze del loro abuso sul benessere psicologico.

A volte penso che più che essere sordi e muti, questi nostri figli siano molto soli e questo, da genitore, mi intristisce parecchio.Occhi aperti dunque, cerchiamo di farci raccontare dai nostri figli le loro esperienze su internet e, quando possiamo, vediamo di condividerle. Ricordate cosa ci siamo detti nell’ultimo appuntamento? Anche le nostre abitudini di genitori devono cambiare, scendiamo da piedistalli vuoti ed ipocriti e mettiamoci in gioco, domandiamoci perché i nostri figli trascorrono più tempo navigando su internet che in nostra compagnia, ricordo a voi, per ricordarlo a me stessa, che proibire e vietare senza una spiegazione chiara è controproducente.

Alla prossima Arianna Maniscalco

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