Spesso capita nelle aziende di avere degli insoluti da recuperare da parte di clienti.Spesso alcuni clienti debitori si camuffano da nullatenenti o piangono crisi o problemi che magari non hanno. Bene in questi casi e' possibile scoprire i furbetti grazie a un nuovo strumento che permette al creditore tramite il suo avvocato di ricercare i beni del debitore anche in via telematica.
Vediamo come. La ricerca telematica di beni da pignorare è un procedimento esperibile quando il creditore:sia già dotato di un titolo esecutivo, ed abbia notificato il precetto al debitore.
È disciplinata dall’art. 492 bis c.p.c. e dall’art. 155 ter all’art. 155 sexies disp. att. c.p.c. Il creditore propone un’istanza all’autorità giudiziaria al fine di essere autorizzato alla ricerca telematica dei beni da pignorare. Il ricorso può essere presentato decorsi i 10 giorni indicati nell’atto di precetto (art. 492 bis c. 1 c.p.c.). Qualora vi sia pericolo di ritardo, il Presidente del Tribunale può autorizzare la ricerca prima della notifica del precetto. Il Presidente del Tribunale, verificato il diritto del creditore ricorrente a procedere esecutivamente, concede l’autorizzazione.
La ricerca avviene tramite alcune banche dati, ad esempio, quella dell’Agenzia delle Entrate o dell’INPS. In particolare, le banche dati consultabili sono quelle appartenenti alla pubblica amministrazione, a titolo esemplificativo si citano:
l’anagrafe tributaria, compresi i rapporti finanziari (ossia sono indicati, ad esempio, i conti correnti di cui è titolare il creditore, ma non la capienza degli stessi);
le banche date degli enti previdenziali come l’INPS (dalla consultazione può emergere, ad esempio, che il debitore percepisce una pensione o il rapporto di lavoro di cui è titolare).
Se dovete recuperare dei crediti rivolgetevi ad uno studio specializzato e reclamate i vostri diritti ai vostri debitori
